È partito tutto con una stretta di mano, uno scambio di informazioni e poi un dépliant lasciato da un’azienda coreana a una milanese. Poi c’è stata una chiamata “o forse un fax, dato che era ancora la fine degli anni Novanta”. A parlare è Marco Regis, che all’epoca lavorava per l’azienda del padre, Samit Srl, attiva nel campo della logistica organizzativa. Aveva da poco partecipato a una fiera in cui aveva conosciuto la società asiatica Cdc Pneumatics: lui era a caccia di potenziali fornitori, mentre la seconda cercava qualcuno con cui poter sviluppare il mercato italiano.
Dopo l’incontro in quel giovane scatta l’idea. Si mette in proprio e fonda Tierre Group, con cui decide di commercializzare la raccorderia di Cdc Pneumatics: “Non avevamo clienti né dipendenti. Quando l’azienda è nata, nell’aprile del 1998, c’eravamo solo io, mia sorella e un socio”. Un’avventura “partita quasi per gioco”, azzarda sorridendo Regis, che ne è diventato Ceo. Ricorda quando “a dicembre 1999 avevamo fatturato 300 milioni di lire e ci sembrava di aver toccato il cielo con un dito”.
Oggi le cose sono molto cambiate. Anzitutto “la famiglia si è allargata”: conta oggi circa 70 dipendenti “e l’Hr è sempre alla ricerca di nuovi talenti: le persone sono la risorsa più complicata da trovare, ma anche la più importante”. Con questa consapevolezza Tierre ha sempre investito su di loro. E nel 2021 ha intrapreso anche un percorso con la Sda Bocconi incentrato sui valori e i loro significati.
Tutto è cominciato prendendosi un venerdì pomeriggio per confrontarsi sul tema e condividere idee. Incontro dopo incontro, il lavoro delle persone si è tradotto in una mappa concepita come la sezione di un tronco. Al suo interno spiccano le parole trasparenza, dedizione, benessere, dinamismo, flessibilità e innovazione: i sei valori che costituiscono la linfa vitale in cui Tierre si riconosce e vuole (continuare a) crescere. E con lei le sue persone.
Ad allargarsi, poi, è stata anche l’attività dell’azienda: “Siamo partiti come entità prevalentemente distributiva e abbiamo festeggiato di recente i 25 anni di collaborazione con Cdc Pneumatics – afferma Regis –. Poco meno di una decina di anni fa abbiamo però deciso di cambiare pelle. Perciò abbiamo investito per diventare anche produttori di raccordi in ottone, ottone senza piombo e acciaio inossidabile”.
Così all’headquarter di Milano si è aggiunto uno stabilimento nel bresciano, a Castegnato, avviato sei anni fa. Su questo punto il Ceo ha idee precise: “Per dare un futuro all’azienda riteniamo fondamentale costruire e gestire anche la filiera”. E la scelta di basarsi a Brescia non è stata certo casuale, ma guidata da una volontà precisa: “Credo sia importante riportare nel nostro Paese, e nel nostro territorio, valore”.
In particolare, poi, la ‘Leonessa d’Italia’ è stata scelta per la tradizione nella lavorazione degli ottoni e dei metalli, essenziale nel campo della raccorderia. “Potremmo essere guardati come ‘gli ultimi arrivati’ in questo settore – aggiunge Regis – e, d’altronde, la concorrenza è tanta”. Tierre ha perciò sfoderato l’arma della diversificazione: “Con quello che produciamo o commercializziamo tocchiamo tanti ambiti di applicazione differenti, tra loro anche molto diversi: dall’industriale all’automazione pneumatica, dal Food & Beverage al trattamento dell’acqua”.
L’impresa è poi presente anche nell’Oil & Gas, ma gran parte del suo successo negli ultimi anni “è dovuto alla raccorderia impiegata per congiungere i tubi nei quali vengono soffiate le fibre ottiche”, un settore in cui Tierre si è lanciata una dozzina di anni fa, prima ancora che “il deployment della fibra” diventasse “uno dei fattori chiave per il successo industriale europeo e forse mondiale”.
Quest’ultima categoria di prodotto ricade sotto al nome di ‘Netfit’, uno dei cinque brand dell’azienda: “Sono tutti diversi tra loro e questa è una complessità che va gestita. Ma le differenze ci hanno consentito di crescere anche nei periodi in cui un settore performava meno bene di un altro”. L’azienda è sempre alla ricerca di linee di prodotto da sviluppare, un processo che può richiedere dai sei mesi a un anno per arrivare a compimento, però “essere al contempo strutturati, ma anche flessibili e dinamici è un nostro punto di forza”: il Ceo Marco Regis ritorna su alcuni dei valori aziendali e non è un caso.
In Tierre l’Ufficio Tecnico e quello Commerciale analizzano le ricerche di customizzazione che provengono dai clienti per capire dove si sta muovendo il mercato e anticiparne le esigenze. La fine di quest’anno o l’inizio del prossimo dovrebbe vedere il lancio di una nuova linea, che sarà legata a una delle parole chiavi per l’azienda: sostenibilità. Il 2024 sarà infatti segnato dal primo bilancio di sostenibilità: “una scelta strategica importante”, dato che le multinazionali chiedono sempre di più alle imprese di poter dimostrare un percorso in questo senso, ma anche in continuità con le scelte in chiave Esg già intraprese da Tierre negli scorsi anni.
A essere cambiato è anche il giro d’affari, da quei 300 mln di lire del 1999. Dal 2016 l’accelerazione è stata palpabile: a quell’altezza l’azienda fatturava per 8,7 mln, nel 2020 per 17,6 mln ed è arrivata a 35 mln nel 2022. A trainare è stata la raccorderia per la fibra ottica, “ma a fare la differenza è stato anche il cambio di approccio dovuto alla trasformazione da azienda distributiva a entità produttiva di tutto rilievo”. Dall’anno segnato dalla pandemia l’Ebitda è quasi triplicato, passando da 3,6 mln a 9,2 mln, mentre l’utile è arrivato a 4,8 mln. Il 2023 è stato all’insegna della stabilizzazione per ricavi e margine lordo, che si sono attestati rispettivamente a 32,5 mln e a 7,9 mln, mentre l’utile è salito sopra i 5 mln.
“Siamo stati in crescita per la prima metà dello scorso anno – commenta Regis –, poi abbiamo rallentato. I primi mesi del 2024 sono proseguiti su questa scia, a causa soprattutto della contrazione di alcuni mercati esteri, in particolare Germania e Inghilterra”. Ma dal secondo semestre e per il prossimo biennio Tierre si attende “una crescita importante spinta dall’infrastruttura ottica”. Anche per questo l’azienda continua a investire: “Dallo scorso anno al prossimo abbiamo messo a terra circa 4,5 milioni per la tecnologia, le persone e la struttura”.
Per un terzo il fatturato proviene dall’Italia, ma Tierre ha clienti in diverse parti del mondo: Stati Uniti, Sudafrica, Middle e Far East. I restanti due terzi sono comunque in prevalenza ottenuti in Europa, un mercato che per il Ceo Regis “andrà sempre di più verso prodotti di alta qualità e più complessi”. Un esempio? “Stando alle normative dell’Unione, il livello di piombo contenuto negli ottoni è destinato a scendere sotto lo 0,1%: questo significa che sarà molto più difficile lavorarli e che a poterlo fare saranno solo quelle aziende già strutturate. Noi abbiamo già lavorato pensando a questa transizione”.
Tierre Group è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.