Le Procure di Monza e Brescia hanno scoperto una maxi-truffa milionaria su finanziamenti garantiti dallo Stato attraverso il Fondo di garanzia. A Como sequestri per 13,8 mln; a Brescia per 6,7 mln. 22 le persone in custodia cautelare. Al centro dell'inchiesta Marco Savio, agente monomandatario di Banca Progetto. "Siamo parte lesa", dichiara la banca
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno scoperto e bloccato 30 persone di 22 imprese diverse. Dal 2018 avrebbero commesso truffe seriali per 1 mln di euro, 18 gli episodi accertati. Vittima anche una società di Milano
Un imprenditore, legale rappresentante di una società milanese, è stato arrestato dai carabinieri nell'ambito di un'indagine della sezione Eppo. L'accusa comprende la creazione di fatture per transazioni inesistenti, la percezione indebita di finanziamenti pubblici, l'utilizzo di denaro illecito, truffa aggravata e bancarotta fraudolenta. I soli fondi evasi destinati alle aziende colpite dalla pandemia ammontano a 7 mln
Le province coinvolte nell'indagine sono Venezia, Padova, Verona e Brescia. I Carabinieri hanno rivelato che la truffa si basava sulla presentazione di documentazione falsa riguardante la proprietà di terreni agricoli, alcuni dei quali appartenenti al demanio pubblico. I truffatori sono riusciti a ottenere ingenti somme di denaro dai fondi europei Feaga e Feasr
Il provvedimento è stato eseguito dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia, su delega della procura di Roma che coordina l’inchiesta. Lo schema della truffa prevedeva la creazione di crediti da società 'cartiere' che non risulterebbero proprietarie di nessun immobile, per lavori di ristrutturazione mai avvenuti. Venti i soggetti coinvolti, tra cui residenti a Bologna, Rimini, Verona, Bolzano, a cui sono stati sequestrati circa 50 mln tra beni e disponibilità finanziarie
Una società di produzione di software con sede in provincia di Milano aveva certificato che avrebbero utilizzato specialisti sardi, al lavoro a Cagliari, per ottenere i contributi comunitari. Ma i documenti erano falsi. Le indagini sono scattate nel corso delle verifiche sul corretto utilizzo dei finanziamenti. La Gdf ha bloccato l'ultimo pagamento e ha sequestrato quelli già percepiti
Il Tribunale di Brescia ha disposto la condanna in primo grado a 4 anni per Stefano Bertani, responsabile legale di Bertani Trasporti, e per Ivana Moratti, ex contabile della Cartiera. I quali, nelle fatture definitive intestate all’azienda di Brescia, triplicavano i costi dei trasporti, per una truffa reiterata dal 2005 al 2015. Manes (legale della Cartiera): "Doveroso attendere le motivazioni, ma la verità è emersa". Bertani Trasporti in una nota: "L'azienda vuole sottolineare la sua completa estraneità agli addebiti emersi dal primo grado di giudizio"
Il secondo filone delle indagini della Gdf e della Procura milanese sul Gruppo dei servizi per gli hotel ha portato all'arresto del numero uno della società veneta e del suo commercialista fiducia. Il lavoro degli inquirenti ha accertato un sistema di presunte false fatture in essere tra il 2017 e il 2020 e dall'ammontare complessivo di circa 104 mln. Coinvolte oltre 20 cooperative
Al centro dell'indagine la piattaforma societaria attraverso la quale il broker avrebbe acquistato crediti sanitari, e con operazioni di "cartolarizzazione" avrebbe fatto investire su quei crediti una serie di "investitori istituzionali". Le imprese sanitarie che vantavano i crediti sulle Asl, stando a quanto ricostruito, presentavano profili di criticità "sia fiscale che economico-finanziaria"
L’indagato avrebbe indotto 8 persone a farsi versare denaro per l’investimento in quote di una Spa, in realtà mai effettuato. Il capitale della società, formalmente di 200 mln di euro, era soltanto di 10 euro. L’uomo residente all’estero aveva interessi economici nella Bergamasca e si spacciava per consulente di prodotti finanziari seppur sprovvisto di autorizzazione
L’indagine ‘Free credit’, partita da Rimini e poi estesa a diverse regioni, ha identificato oltre 100 società coinvolte nella creazione e commercializzazione di falsi crediti d’imposta al fine di intercettare illecitamente i finanziamenti disposti dallo stato. “Per taluni il coronavirus è stato un'occasione di arricchimento" punta il dito la procuratrice di Rimini Elisabetta Melotti
È in corso un’inchiesta milanese su oltre 800.000 tonnellate di rifiuti che tra il 2016 e il 2020 sarebbero state trattate, coinvolgendo 14 società e 28 persone indagate a vario titolo, per traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, truffa, inquinamento ambientale e attività di gestione di rifiuti non autorizzata. “È un mare di fogna” queste le parole di Celotti
Tutto è iniziato quando sono arrivate segnalazioni per operazioni sospette riferite a società dell'e-commerce riconducibili a Marco Melega. Le Fiamme Gialle hanno agito in maniera coordinata con Eurojust. Oltre 2000 le truffe che hanno fruttato proventi illeciti per 2,4 mln a fronte di fatture emesse per operazioni inesistenti per 6,5 mln
A capo dell’associazione a delinquere ci sarebbero un commercialista, un consulente fiscale e un imprenditore. I sospettati hanno condotto le operazioni all’ombra di società sia fittizie che attive, altri 37 indagati si sarebbero occupati di fatturazioni per operazioni inesistenti e svuotamento di capitale dai conti societari
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