Tra i tanti attori coinvolti c'è chi approva l'emendamento con poche riserve (come Legambiente e Unionmare), chi con qualche riserva in più e chi non ne vuole sapere: fra le maggiori critiche spiccano le parole di Mauro Vanni, presidente di Confartigianato Imprese Demaniali sottolineando come i “Comuni non riusciranno mai a preparare entro il 2023 i bandi per riassegnare 30mila imprese”
Il presidente di Unionmare Confturismo Veneto conferma la sua linea in merito all’apertura delle reti turistiche balneari alla concorrenza sul mercato: “In Veneto le imprese sanno fare rete. La competizione non sarà tra singoli: vincerà chi si aggregherà meglio". Si sollevano proteste invece dalla riviera romagnola
Per la prima volta un evento congiunto tra le località balneari friulane e giuliane per segnare la ripartenza, sostenuta dagli investimenti pubblici e privati: 25 mila ombrelloni aperti contemporaneamente. Anche Veneto ed E-R si apprestano ad accogliere i turisti con discreto ottimismo, ma pesa la mancanza degli stranieri
In Veneto, in Romagna e in Fvg albergatori, ristoratori, addetti alle spiagge implorano il governo: “Pentecoste cade il 23 maggio, guai se si perde l’avvio della stagione con gli ospiti tedeschi”. Impietoso per ora il confronto con i rivali greci, croati, spagnoli, già a un passo dal tutto esaurito. Il nodo vaccini e la richiesta unanime: “Regole certe e comuni per tutti”
Il rappresentante della Cooperativa stabilimenti balneari di Cesenatico e vicepresidente nazionale di Sib-Confcommercio fa il punto della situazione nelle località romagnole: “Bene le prenotazioni per campeggi, affittacamere e capanni e ombrelloni, più in difficoltà le strutture alberghiere. L’eventuale rigidità del numero chiuso per l’ingresso sugli arenili spaventa tutti”
Chi lavora sugli arenili veneti sottolinea il nodo-stranieri: “Rappresentano l’80% delle presenze, servono subito le indicazioni base su ingressi in Italia, tamponi, quarantene, passaporti vaccinali”. Nonostante tutto, regna l’entusiasmo: “C’è tanta voglia di mare, all’aria aperta non ci si contagia. Possiamo davvero far ripartire l’economia”
La possibilità, alla quale è favorevole il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e che piace al Sud scatena le proteste dei presidenti delle Regioni del Nord. Si alza un coro di «no» e anche nel governo (dalla Gelmini al commissario Figliuolo) c'è chi boccia il progetto. Sulle riaperture generalizzate l'esecutivo punta alla data del 2 giugno ma intanto nei territori con dati in netto miglioramento potrebbero esserci dei primi via libera
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