Nel 2024 lo smart working coinvolge 3,55 mln di italiani (-0,8%), ma con trend opposti: cresce nelle grandi aziende (+1,6%), crolla nelle Pmi (-9%). Un calo evidente nel settore produttivo, dove emergono criticità specifiche: necessità di presenza fisica per monitorare i processi, la difficoltà di coordinare team ibridi, la perdita di coesione tra i dipendenti e il rischio di compromettere il trasferimento di know-how. Nel frattempo, nella stessa direzione, anche Amazon, Dell e tante grandi aziende internazionali
L'obiettivo è di indagare su significati e dinamiche delle rapide trasformazioni tecnologiche che stanno investendo imprese e lavoro a partire da tre leve: smart working, welfare aziendale e partecipazione organizzativa. Nel primo anno di attività darà vita a una ricerca alla quale apporteranno la propria esperienza e la propria visione, i manager delle risorse umane di 13 aziende
Questa la conclusione principale del centro studi di Assolombarda che ha coinvolto più di 250 imprese milanesi del manifatturiero e dei servizi avanzati. Nel 2019 solo 3 imprese su 10 ricorrevano al lavoro agile e la percentuale di lavoratori in smart working era del 15%. Oggi si parla del 22%, il 91% dei dipendenti di imprese dei servizi e il 79% di quelli dell’industria
Starbucks chiude due negozi e Eataly è costretta a vendere lo Smeraldo. Sulle cronache locali infuria la polemica sulle attività immobiliari tra chi immagina nuove operazioni e chi cerca di trovare soluzioni abitative con costi più contenuti. Ma nel confronto sul futuro della metropoli lombarda svuotata dallo smart working manca un progetto sulla città dei servizi del futuro
La multiutility di Milano ha stretto l'accordo per il progetto "New Ways of Working", dedicato all'evoluzione delle modalità di lavoro. Il nuovo modello verrà sperimentato dal 1° febbraio 2022 su oltre 3.300 lavoratori e prevede lo svolgersi delle attività da remoto sulla base di quote di tempo definite ogni uno o due mesi e diverse a seconda delle mansioni
Una domanda che assilla molti imprenditori o hr manager, alle prese con la scelta del modello organizzativo da adottare una volta superata l'emergenza sanitaria. Il tema sarà proposto al Festival Maps for Future, dove si cercherà di esplorare l'argomento da angolature diverse, anche a partire dalle esperienze della società padovana Noonic, specializzata in perfomance marketing
L’allenamento al pensiero anticipatorio, i modelli organizzativi del post-Covid in azienda e le soft skill per l’innovazione, questi i temi al centro dei quattro appuntamenti di “Maps for Future”. Il Festival promosso da Niuko Innovation & Knowledge giunge alla terza edizione, ed è in programma dal 6 al 9 ottobre. L’ad Pezzoli: “Questo è un momento chiave, le aziende devono scegliere che strada percorrere. Tornare al pre-covid o sviluppare i modelli adottati nell’ultimo anno e mezzo?”
L’indagine sul lavoro agile di Nexion, gruppo internazionale leader nelle tecnologie e sistemi per l’assistenza ai veicoli, ha evidenziato come i lavoratori siano favorevoli alla prosecuzione di questa modalità. Esprimono opzioni positive a riguardo anche i loro manager. La situazione eccezionale dovuta all’emergenza sanitaria ha stimolato la ricerca di un modello di lavoro da remoto strutturale
Il rapporto “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2021” di Save The Children ha evidenziato come la burrasca scatenata dal Covid 19 non solo abbia penalizzato soprattutto le donne dal punto di vista lavorativo, ma in particolare le madri. E il “Mother’s Index” mette in luce come ci siano notevoli differenze anche tra le regioni italiane nell’essere mamma
L'obiettivo è continuare una gestione delle risorse umane basata sulla performance e non sulla presenza in sede. "Working Smart(er)" nasce dall'esperienza della società che ha introdotta già dal 2016 il metodo -allora - innovativo del lavoro da remoto. I dipendenti potranno comunque scegliere in quale modalità lavorare, soddisfatti i sindacati
Ricerca della locale Confindustria a cui hanno partecipato 290 imprese del territorio per un totale di oltre 26 mila dipendenti. “Quando l’emergenza pandemica passerà, non si tornerà in massa in ufficio: ormai il lavoro da remoto è diventato parte del processo produttivo. Ma bisogna riuscire a migliorarne caratteristiche e modalità”
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