Arresti e perquisizioni sono in corso nelle varie province lombarde,e finora ci sono state diciotto ordinane. I reati vanno dal traffico di stupefacenti, all'estorsione, emissione di false fatture e truffa aggravata ai danni dello Stato, tutti avvenuti in contesti vicini all'Ndrangheta e alla cosca Morabito. Indagati anche numerosi commercialisti, tecnici e imprenditori
Polizia di Stato e Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a 27 misure cautelari reali e perquisizioni in alcune province del Nord e Centro Italia, tra cui anche quelle lombarde di Lodi e Mantova. Gli indagati, che sarebbero tutti "intranei” o contigui alla ‘ndrangheta, si sarebbero avvalsi di 13,4 mln di fatture false emesse attraverso otto società 'cartiere', evadendo per 3,7 mln
La Direzione Investigativa Antimafia ha confiscato 5 società, 3 appartamenti, 1 magazzino e rapporti bancari per un valore complessivo di circa 700 mila euro a un imprenditore calabrese. Tramite le proprie società sarebbe riuscito ad acquisire il controllo di gran parte dell'autotrasporto locale in Lombardia, favorendo l'arricchimento delle cosche anche mediante reati tributari
Al centro dell'indagine "Sisma", coordinata dalla Dda di Brescia, c'è il tecnico istruttore Giuseppe Todaro, legato alla cosca Dragone di Cutro. Imponeva le proprie aziende a chi chiedeva fondi per la ricostruzione di immobili danneggiati dal terremoto del 2012 nel mantovano. Dieci gli arresti e decine di perquisizioni anche in Emilia-Romagna, Veneto e Calabria. Sequestrate anche delle società con intestazione fittizia, delle provviste bancarie e di beni mobili e immobili per un valore di circa 2 mln
In Lombardia le 'ndrine trovano da tempo terreno fertile, come prova un rapporto dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata curato dalla Statale di Milano. Ma, tra aumenti delle estorsioni e conseguenze nefaste della crisi economica, sono i Giochi di Milano e Cortina 2026 a preoccupare le forze dell'ordine. Per gli ingenti fondi che arriveranno in regione, soprattutto in province remote come Sondrio
Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia hanno fatto emergere un sistema di false fatturazioni, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso. Le attività investigative hanno documentato gravi indizi che suggeriscono una contiguità con la ‘ndrangheta in società – anche in appalti pubblici – nel settore edilizio
A Reggio Calabria, un’operazione condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Guardia di Finanza ha portato a 12 arresti, tra presunti affiliati alla ‘ndrangheta ed imprenditori. Contestualmente, in Lombardia, Abruzzo, Lazio e Calabria si sta procedendo al sequestro di imprese, unità immobiliari, quote societarie e risorse finanziarie per un valore complessivo di 32 mln di euro
Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Saronno. I militari sono riusciti a risalire ad un gruppo criminale legato alla 'ndrangheta e con sede in tre comuni del varesotto. Diversi i reati commessi dal gruppo, tra i quali spiccano le minacce nei confronti di imprese concorrenti, in modo tale da ottenere l'aggiudicazione di appalti e servizi edili e movimento terra
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, sono partite da un memoriale consegnato al Dda da un imprenditore caduto vittima del sistema messo in piedi dal gruppo criminale legato alla 'ndrangheta. Alle vittime erano imposti tassi di usura fino al 30% al mese. Negli atti è citato anche Damiano Gattuso, zio dell'ex calciatore ed allenatore Gennaro, che non risulta indagato
I nuovi provvedimenti si sommano ad altri 14 disposti nell'ottobre scorso e si riferiscono a un giro di fatture false del valore di 50 mln messo in piedi in riva al Lago di Garda. I reati contestati spaziano dall'usura all'estorsione e al riciclaggio, con soggetti legati alle cosche calabresi che sfruttavano società 'cartiere' per evadere il fisco e monetizzare all'estero i proventi degli illeciti
Ci sarebbe la 'Ndrangheta dei fratelli Salerni, presunti affiliati alle cosche calabresi e titolari della ditta di logistica Sea Trasporti, dietro a questi meccanismi estorsivi. Dal 2018 la criminalità organizzata si è aggiudicata la maggioranza delle commesse sul trasporto merci della società comasca delle bibite gassate. I cui dirigenti, anche dopo i 54 arresti del novembre scorso, avrebbero continuato a cedere ai ricatti
A finire ai domiciliari, a seguito dell'inchiesta di Dia e Dda, è stato Paolo Portolesi. L'uomo, sospettato di affiliazione alle 'ndrine, coordinava il lavoro di quattro società del movimento terra affidate a prestanome ma riconducibili al controllo mafioso. Tanto al villaggio olimpico quanto nei cantieri delle bonifiche di Buccinasco e della Tangenziale di Novara
Sono 15 le misure cautelari già autorizzate dalla magistratura milanese nel corso dell'inchiesta di Dda e Gdf su società subappaltanti di Rfi in odore di 'ndrangheta. Tra gli indagati per associazione mafiosa e reati finanziari e tributari anche i fratelli Aloisio e i dirigenti del Gruppo Ventura e del Gruppo Rossi. E sul versante del riutilizzo dei fondi, la vicenda avrebbe “agevolato la 'ndrina contribuendo al mantenimento finanziario dei detenuti e dei loro familiari”
Il sequestro all'attività ha riguardato beni per un valore complessivo di 19 mila euro. Interessata una ditta milanese impegnata nelle costruzioni, indagato imprenditore di origini calabresi stabilitosi a Padova da 20 anni. L’accusa è di aver fornito supporto logistico e finanziario ad attività destinate al riciclaggio e autoriciclaggio a beneficio di un’associazione di stampo ‘ndranghetista
Un volume d'affari da 15 mln nell'ultimo biennio, quello delle otto società informatiche con sedi a Milano, Roma e Canton Ticino, attive in scommesse e lotterie, riconducibili all'imprenditore 59enne residente a Vercurago. Detto "Antonello", ha un curriculum criminale dal 1988, ed è stato assolto in primo grado nel 2020 dall'accusa di appartenere a una cosca 'ndranghetista
Le fiamme gialle di Pavia, con il coordinamento della procura distrettuale antimafia, hanno gestito un’operazione che ha portato all'arresto di 13 persone. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti all’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. A capo dell'organizzazione Antonio Barbaro e il figlio Rocco, entrambi arrestati
Ad affermarlo, al festival della legalità di UniMoRe, è il ministro della Transizione ecologica, un Roberto Cingolani "un po' terrorizzato per la necessità di coniugare efficacia e rapidità dei controlli nel piano di crescita sostenibile". Mentre il sindaco Vecchi ricorda il caso Brescello, il processo 'Aemilia' e il nodo rifiuti e il presidente della Provincia Zanni insiste sul Protocollo anti-riciclaggio per l'edilizia privata
L’emissione di un’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Verona Donato Cafagna nei confronti della società veronese è solo la punta dell'iceberg: quello delle infiltrazioni mafiose nel tessuto - non più così sano - del Veneto: e di Verona in particolare
L'accusa di disastro ambientale, quella di associazione mafiosa e concorso esterno hanno portato gli inquirenti a staccare 29 misure cautelari e a sequestrare 5 ditte attive nel trattamento degli scarti in metallo. Tra queste, all'interno di una rete riferibile alla cosca Piromalli che da Gioia Tauro raggiungeva tutto il Nord, la Cm Servicemetalli. Coinvolto anche l'ex parlamentare Pittelli
La Direzione Distrettuale Antimafia ha reso noti i dati delle indagini riferite alle organizzazioni criminali dell'ultimo anno. Dal documento si può vedere come l'organizzazione calabrese sia la più diffusa nel Nord Italia: in regione tiene in pugno il commercio delle droghe leggere e influenza anche quello legale delle mascherine e dei rifiuti
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