L'indagine annuale della galassia cooperativa non fa sconti e mette in fila le conseguenze dell'attuale congiuntura. Dall'inflazione al 7,8% a una crescita che presto crollerà all'1,3%, passando per i salari più bassi d'Europa, l'allargamento della forbice tra poveri e ricchi, il caro-bollette che presenterà il conto già entro Natale, i consumi a rischio e la scarsa fiducia nella politica
L'azienda bolognese e la costola italiana del gruppo francese pongono l'attenzione sul settore caseario, in ginocchio per inflazione e caro energia. Sottolineando l'impossibilità di scaricare tutti i costi sul mercato, o si rischiano "ricadute negative su tutta la filiera". Le aziende: “Serve cambio di rotta o avremo un'inflazione del 200% nel 2022, col rischio di un +100% nel 2023 rispetto al 2022”
Nel mese di agosto, secondo le stime preliminari dell'Istat, i prezzi aumentano dello 0,8% su base mensile (da +0,4% del mese precedente). L'accelerazione si deve ancora una volta ai Beni energetici (da +42,9% di luglio a +44,9%), ai Beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,5%) e ai Beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Il “carrello della spesa” raggiunge quota +9,7%
A differenza che per altri settori produttivi, per il comparto alimentare i ribassi sul fronte dei prezzi, rilevati da Coldiretti nei mesi di aprile e maggio, appaiono momentanei. Tra le aziende agricole il pessimismo cresce a causa della siccità, delle rese in calo, del caro energia e gasolio. Per Cogo di Campagna Amica “gli alti costi di produzione si riverseranno sui consumatori”
Le piccole e medie imprese sono in salute ed è grazie alla loro capacità di reagire velocemente ai cambiamenti repentini di questi anni. L’inflazione è destinata a scendere velocemente grazie al calo delle materie prime. Dalle montagne russe degli ultimi tre anni ne usciremo più forti. Ma dovremo risolvere i nostri problemi “storici”: debito pubblico e questione demografica
Ormai ai prezzi delle materie prime schizzati alle stelle ci siamo abituati, ma ora le aziende sembrano poter tirare un sospiro di sollievo. Dopo mesi, infatti, le ultime settimane hanno portato un consistente calo dei prezzi. Per citarne alcuni: acciaio -20%, alluminio -28%, cotone -28% e noli dei container -20%. Le domande che si pongo tutti ora sono: "Quanto potrà durare?" e "Cosa comporterà nel medio-lungo periodo?"
Nel mese di giugno l'inflazione a livello nazionale aumenta dell'1,2% su base mensile e dell'8% su base annua. A differenza degli altri mesi, anche la Lombardia sale rispetto alla media (contro il +6,6% di aprile). Oltre al capoluogo, i prezzi salgono a Brescia (+8,5%). Resta sotto la media Bergamo (+6,6%). Ancora una volta trainano la crescita i Beni energetici e i Beni alimentari
Abbiamo inseguito politiche Esg irrealizzabili con la conseguenza di tornare al carbone e ad acquistare il gas dall’Egitto. I vincoli posti dai regolatori impediscono che il mercato trovi nuove soluzioni. La corsa agli ETF fa sì che ormai i computer - o più precisamente: chi ha un buon sistema informatico ed una buona rete commerciale - controllino le società. E se la recessione in arrivo non riporterà a livelli minimi l’inflazione tutto potrebbe scoppiare
Costi cresciuti del 20% solo nel primo trimestre, margini bassi, siccità ed eventi climatici estremi. Tante le minacce per il settore agricolo, che si trova anche di fronte alla sfida di produrre di più e in modo più sostenibile. La soluzione può essere l’innovazione tecnologica, che si sta già affacciando nel settore. Ma più tecnologie e competenze sono compatibili con l’attuale modello economico?
Dopo il rallentamento registrato nel mese di aprile, a maggio torna a crescere l’inflazione a livello nazionale: +0,8% su base mensile e +6,8% su base annua. In particolare a vedere un deciso aumento dei prezzi in Lombardia è la città di Brescia (+7,3%). Resta ancora sotto la media Milano (+6,8%)
È quanto emerge dalla statistica sui Conti economici trimestrali dell’Istat che aggiunge: "La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare dagli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo quello delle amministrazioni pubbliche"
I rincari e l’aumento della domanda fanno impennare i prezzi. E la scarsità di prodotto inizia a riguardare anche i fornitori del sud-est asiatico. Baetta (Riseria Modenese): “Subiamo rincari di settimana in settimana”. Per il futuro tanto dipenderà dal prossimo raccolto, che secondo le previsioni sarà in calo. Per Gianluca Pesce, direttore marketing e commerciale di Riso Scotti, “è presto per fare previsioni, ma siamo ottimisti”
Nel mese di aprile 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6,0% su base annua. A differenza dei mesi scorsi, la Lombardia si posiziona al di sotto del dato nazionale con un rallentamento generale dell’inflazione pari al +5,6% contro il +6,9% del mese scorso
Contributi alle aziende in cambio di aumenti salariali? L’ipotesi lanciata dal ministro Orlando determina due orientamenti all’interno del mondo industriale. Quello del presidente Bonomi partito all’attacco frontale del ministro e quello di molte territoriali del nord e di molte imprese come Luxottica (che ha erogato 3.800 euro di bonus a testa) più disponibili a cercare soluzioni ad un problema che le spinte inflazionistiche faranno esplodere
Sono le stime dell’Istat a comunicarlo, prima frenata dopo nove mesi di accelerazione. Aumenta l’indice Nic dello 0,2% su base mensile grazie al rallentamento dei beni energetici (+42,4% su +50,9% di marzo). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,6% e del 6,6% su base annua (da +6,8% nel mese precedente)
Anche per il capoluogo emiliano quest’anno significherà un calo di domanda sul fronte compravendite. Per quanto riguarda gli affitti, invece, si assiste a una rinnovata competizione tra studenti universitari e turisti, che fa schizzare i prezzi. “Tardivo e non risolutivo” l’intervento comunale sul tema secondo l’ad di Nomisma
È sempre l'energia a trainare la crescita inflazionistica, con un aumento dei prezzi che in questo mese supera il 50%.Il colpo più forte arriva a Trentino-Alto Adige (+7,6%), Veneto (+6,9%) e Friuli-Venezia Giulia (+6,8%). L'Emilia-Romagna si colloca sulla media nazionale (+6,3%) e la Lombardia sotto la media (+6%)
I tempi di consegna si allungano, ciò che prima arrivava in quattro mesi ora arriva in otto e le cifre preventivate sono state scombinate dall’inflazione. Il presidente: “Qualsiasi soluzione oggi sarebbe la benvenuta, anche il carbone può contribuire a lenire il caro energia. Velocizzare la burocrazia in merito a fotovoltaico e altre forme di energie rinnovabili”
Rincari pure sulle rotte marine per il Mar Nero adiacenti alle zone colpite dal conflitto, il 15% delle imprese lamenta l'allungarsi dei tempi di consegna. I prezzi delle materie prime sopra il pre-covid con il gas europeo a +818%, greggio +79% e acciaio +208%. Spada, Assolombarda: “Ridurre la dipendenza da Paesi politicamente instabili investendo su rinnovabili, nucleare e idrogeno”
L’inflazione e il calo delle Borse potrebbero avere come vantaggio quello di ridurre le rendite, a favore di chi produce. Il Pnrr e i rischi di spesa improduttiva e crescita drogata. I costi di energia e materie prime destinati a riallinearsi. Le imprese manifatturiere sane torneranno a correre, il pericolo vero saranno le nuove povertà
I ricavi operativi raggiungono i 2,77 mld ma l’Ebit, che si attesta a 288 mln, continua ad essere inferiore del 9,5% rispetto al pre-covid. L'utile è a 215 mln, in calo rispetto ai 231 mln del 2019. In Borsa il titolo perde il 4,15%. A pesare sulla marginalità senza dubbio l’inflazione sulle materie prime e la carenza dei semiconduttori. Se comunque nel 2021 l'automotive fatica in Europa, i ricavi dell’azienda bergamasca crescono in ogni area geografica: in Italia vendite su del 31% sul 2020
Dopo i risultati del 2021 che segnavano una crescita del +6,6%, le stime di Prometeia sembrerebbero confermare la performance positiva dell’economia regionale che, se confermata, tornerebbe ai livelli del 2019. Secondo Spada, presidente di Assolombarda, il dato "testimonia la solidità e la competitività del nostro sistema produttivo, che ha svolto un ruolo fondamentale per recuperare il terreno perso durante la pandemia"
Chi esaltava i vaccini così come chi nega l’esistenza del Covid è costretto oggi a fare i conti con una realtà che ci parla di 434 vittime in un giorno. I lockdown prolungati hanno messo sotto stress l’economia provocando folli rincari di materie prime ed energia. La stagione delle ideologie SiVax e NoVax è finita: la ricetta per affrontare i problemi che abbiamo davanti sta ora nel pragmatismo e buon senso
Salgono i prezzi del grano duro in tutte le borse merci, in Italia e all'estero, a causa dei rincari sul gasolio e delle spese per concime e fertilizzanti: dal 28 settembre la media è di +50 euro a tonnellata. Vi è però un'anomalia speculativa, l'import canadese vale il 40% della produzione di pasta, anche se i prezzi italiani sono più bassi. Converrebbe a industrie e coltivatori favorire il mercato interno, per cui Coldiretti e Confindustria lavorano a contratti di filiera per prezzi sostenibili
Nell’anno della prima grande crisi energetica si sperimentò il primo “lockdown economico”. Torna alla memoria in un periodo in cui schizzano i prezzi dell'energia e delle materie prime: un fermo da qui a fine gennaio permetterebbe di mettere un freno all'inflazione riportando in equilibrio i mercati impazziti. La convergenza di interessi con i teorici dei discutibili "lockdown sanitari” e le misure per evitare contraccolpi sulla formazione e sugli equilibri psicologici delle persone
Poco meno di 17 mld di fatturato (praticamente il doppio di 15 anni fa) e quasi un quarto dei supermercati italiani nelle proprie mani. Ma anche, in attesa degli effetti del Pnrr e all'inizio di un piano triennale di investimenti da 1,8 mld, uno scatto in avanti dei concept store a marchio. Questa la fotografia del 2021, alla vigilia di un 2022 in cui le paure sono legate a un'inflazione al 5%
L’89% delle aziende ha problemi di approvvigionamento e le piccole imprese sono quelle che risentono di più dei rincari. Nel complesso cresce la fiducia nella ripartenza. Fornasini (UniBs): “Un boom che può generare un pesante fenomeno inflattivo. Ma speriamo tutti in un rapido assestamento”
Le associazioni di categoria registrano aumenti significativi della produzione: nel Pordenonese il picco del +70%, secondo Confindustria Alto Adriatico. Ma Confartigianato Imprese Veneto lancia un nuovo allarme sull'approvvigionamento di beni basilari: "In autunno ripercussioni sui consumatori. E le aziende devono poter adeguare i contratti"
Prima la crisi, ora la ripresa a ritmi vertiginosi: le aziende del nuovo triangolo industriale già da settimane alle prese con rincari stratosferici e rifornimenti proibitivi. C’è chi blocca la produzione sul più bello, chi inizia a ritoccare i listini. Voci preoccupate da Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia: “Bolla speculativa? Speriamo. Ma ci sembra di più il ruggito dell’inflazione”
Francesco Morosini, docente di Diritto pubblico all’Università Ca’ Foscari: “L’aumento dei prezzi è riscontrabile anche nel quotidiano, ma non è paragonabile a quello degli anni ’70. La scarsità di approvvigionamento sta danneggiando le imprese, fisiologico dopo la ripartenza. Vincerà chi è forte sul mercato. Il consumatore prima o poi pagherà tutto”
Speculazioni internazionali, ripresa dei consumi e lievitazione dei costi di cereali e materiali per il packaging mettono a dura prova l'industria agroalimentare dell'Emilia.Romagna. E, continuando così, a pagare lo scotto degli aumenti, dopo gli industriali, saranno presto i consumatori finali. Speculazioni internazionali, ripresa esponenziale dei consumi e lievitazione dei costi del grano e materiali per il packaging mettono a dura prova l'industria agroalimentare regionale. Tutti d'accordo: se non cambia in fretta qualcosa, a pagare lo scotto degli aumenti, dopo i produttori, saranno presto i consumatori finali
Parla a Monitor di Lombardiapost, disponibile da domenica, Francesco Morosini, docente di Diritto pubblico all’Università Ca’ Foscari: “L’aumento dei prezzi è riscontrabile anche nel quotidiano, ma non è paragonabile a quello degli anni ’70. La scarsità di approvvigionamento sta danneggiando le imprese, fisiologico dopo la ripartenza. Vincerà chi è forte sul mercato. Il consumatore prima o poi pagherà tutto”
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