La banca, specializzata in corporate e investment banking, approva il bilancio con il 99,9% di voti favorevoli. Registrata una partecipazione del 48,7% del capitale, nonostante l’assenza di Delfin e Caltagirone (complessivamente il 27,5%). Via libera al buyback, per un acquisto massimo di 37,5 mln di azioni proprie, e al dividendo di 1,07 euro per azione
La decisione viene comunicata in una nota del gruppo specificando che "le motivazioni non sono state rese note". Questo a ridosso di un incontro fissato per lunedì per sanare le crepe createsi il 12 maggio scorso. Data in cui Donnet e Caltagirone si erano scontrati sulla decisione di non nominare un comitato per le operazioni strategiche, scelta non apprezzata dall'imprenditore romano
Nel giorno in cui il 'Leone' era chiamato al rinnovo del board, a trionfare è stata la lista presentata dal Cda uscente col 39,2% del capitale del gruppo. L'attuale ceo resterà in carica per altri tre anni. Tra gli scontenti, accanto a Caltagirone e Del Vecchio (che controllano, assieme, quasi il 20% dell'azionariato), quelle Confindustrie venete che su un cambio di regime avevano riposto grandi speranze
Le società del gruppo Caltagirone hanno annunciato il recesso unilaterale e immediato dal patto parasociale, che ad oggi raccoglie il 16% del capitale del Leone. Il gruppo presenterà una propria lista per il rinnovo del cda. La motivazione della decisione è quella di "perseguire le proprie strategie e prescegliere le proprie politiche di voto"
La nota della compagnia del Leone di San Marco parla di una scelta dettata da “motivi personali”. Ma, dopo le dimissioni di Caltagirone e Bardin, la situazione rimane tesa. Al momento pare che il board sia alla ricerca di individuare in tempi brevi tre nomi che dovranno poi essere cooptati dal cda stesso
Pubblicata la versione definitiva del richiamo di attenzione sulle lista del Cda, con l'indicazione di alcune istruzioni per garantire la maggior trasparenza possibile. Un "prontuario" generale che vale però per il caso concreto del rinnovo del board della compagnia triestina, che vede contrapposti il consiglio uscente (sostenuto da Mediobanca) e dall'altro un patto di consultazione fra Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt
Romolo Bardin, consigliere in quota Delfin, ha annunciato le sue dimissioni prima dell’apertura della Borsa. Una mossa che segue lo strappo di settimana scorsa di Francesco Gaetano Caltagirone, in vista dell’assemblea per decidere il futuro del gruppo. A seguito di questa decisione, tutto il patto non sarà più tenuto ad alcun aggiornamento sulla propria partecipazione complessiva
Le recenti dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone hanno scosso il mercato, riflettendosi in Borsa. La decisione, presa nella sera del 13 gennaio, è motivata dall’imprenditore richiamando un quadro nel quale la sua persona sarebbe "palesemente osteggiata”. Date queste accuse, l'istituto di vigilanza sulle assicurazioni "segue con grande attenzione questa fase”
Fra i target del documento, che ha ricevuto il voto contrario di Caltagirone e quello favorevole di Pucci, spicca anche una crescita degli utili, stimata in una forchetta tra +6% e +8%. Per gli azionisti stimati dividendi cumulativi da 5,2 fino a 5,6 mld contro i 4,5 mld del piano precedente, identificando in Generali "un gruppo innovativo focalizzato sui clienti e sull’utilizzo dei dati"
Dalla Consob è stata richiesta un’integrazione delle informazioni essenziali tra le due parti, in modo tale da sintetizzare il contenuto delle clausole. Questa comunicazione fa riferimento a un numero maggiore di azioni rispetto alla data di stipula dell’accordo. Inoltre il Leone ha ottenuto l'autorizzazione all'acquisizione dell’istituto assicurativo scaligero
Il fondatore di Luxottica, come già si vociferava ieri sera, ha acquisito la quota di Mediobanca del 2% ceduta da Fininvest. Dopo l’intermediazione di Unicredit, Del Vecchio ha dunque rafforzato la sua posizione di primo azionista, portandosi al 15,4% del capitale dell’istituto con sede in Piazzetta Cuccia. Sullo sfondo resta aperta la battaglia Generali
Il quotidiano riporta come l’imprenditore romano (che detiene oltre il 5% di Generali) abbia mandato una email agli altri consiglieri, invitandoli ad una discussione sulla governance. Ipotizzata anche la possibilità di adottare modelli di governance diversi, aumentando il potere del cda e legando, di fatto, le mani all’ad Donnet. Reso noto nel frattempo il consensus degli analisti sui trimestrali
L’imprenditore romano, socio con il 5,63% del Leone, strappa sull’operato dell’ad Donnet. Nonostante avesse firmato il bilancio in cda con gli altri consiglieri, non deposita le proprie azioni per l’assise dei soci che si tiene a Trieste. Dopo le tensioni degli scorsi mesi su Cattolica, Mediobanca e, recentemente, sull’operazione di acquisizione in Malesia, ora è scontro aperto
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