La vittoria del centrosinistra a Parma e Verona cambierà gli equilibri di alcune partite strategiche fondamentali per il Veneto e l’Emilia-Romagna. Da un lato l’aeroporto cargo e la gestione della fiera di Parma, dall’altro la fiera di Verona, l’aeroporto Catullo e la fusione Agsm-Aim. Ma uno step fondamentale per gli equilibri economici di tutto il nord saranno le prossime elezioni lombarde, sulle quali c’è ancora molta incertezza (e qualche scontro)
In questi anni l’economia e la società sono cambiate. Le imprese non hanno più bisogno di sentirsi dire che “piccolo è bello” ma che “si nasce piccoli per crescere”. E se il referendum per l’autonomia non ha portato a nulla, forse le esigenze del Nord devono tornare ad esprimersi attraverso un federalismo fattuale costruito su collaborazioni tra Lombardia, Veneto ed Emilia. I nuovi leghisti, se vogliono tornare a vincere, devono sforzarsi di andare oltre i populismi di Salvini e Zaia
Dopo i risultati elettorali lusinghieri per il centrosinistra in Lombardia, parte il totonomi. Il leader di Azione torna a sponsorizzare il nome di Cottarelli: “Sarebbe davvero il candidato perfetto”. Ma l’economista mantiene un basso profilo: “Nessuno mi ha contattato, io continuo a fare il mio lavoro”. Se è vero che sarebbe competitivo contro un candidato come Fontana, non è detto che la scelta della Lega cada proprio sull’attuale governatore
I due candidati sostenuti dal sindaco di Venezia perdono rovinosamente sia a Padova che a Verona. Bonaccini aspetta di avere le vittorie sicure in tasca a Parma e Piacenza per lanciare forse la sua candidatura a leader nazionale. La crisi della Lega in Lombardia e l’impossibilità del Pd di competere vede il leader di Azione oscillare tra la Moratti e Carlo Cottarelli. Sono questi alcuni degli effetti collaterali del voto amministrativo di ieri
Zaia perde a Verona sconfitto da Salvini. Il leader della Lega viene umiliato a Padova da Zaia. L’unico vincitore certo è Bonaccini che riconquista sia Parma che Piacenza e torna così ad essere credibile come leader nazionale. In Lombardia la vittoria a Lodi rilancia il Pd, ma vincere nelle città non significa vincere in regione
Domenica 12 giugno i cittadini di oltre 900 comuni sono chiamati al voto. Il politologo riflette sulle caratteristiche delle imminenti elezioni comunali: forte presenza sui social, uno spropositato numero di liste (solo a Verona saranno più di 600 i candidati consiglieri). E sul legame fra liste e partiti: "Solo in Italia le elezioni comunali sono così politicizzate"
A meno di tre settimane dal voto amministrativo la città capoluogo della Brianza si scalda. Nel centro brianzolo Dario Allevi mira alla riconferma con una solida coalizione Lega - Fi - FdI. A sfidarlo è Paolo Pilotto (Pd), consigliere d’opposizione, sostenuto da un centrosinistra che più ampio non si può (Pd, Azione, IV, Possibile, SI, Psi, Europa Verde più liste civiche di area)
Da una parte il centrodestra con Stefano Caldari, attuale assessore al turismo pronto a raccogliere l’eredità della prima cittadina uscente. Dall’altro lato, Daniela Angelini appoggiata da Pd e 5 stelle. Ma a fare rumore sono i due underdog delle amministrative riccionesi: Stefania Sinicropi, volto di riferimento del Partito 3V (Vaccini vogliamo la verità) e il dj veneziano Claudio Cecchetto
Ad avere il sostegno di Lega e Fdi è il campione paraolimpico. Il candidato Giuseppe Vignato ha l’appoggio del Pd e di tre civiche, tra cui la InMovimento del sindaco uscente Jacopo Massaro. Mentre l’attuale vicesindaca e assessora al Bilancio, Lucia Olivotto, corre con un’altra coalizione di sinistra. Sono quindi due le liste espressione della maggioranza uscente, e qualcuno al primo turno rischia di farsi male
Il centrosinistra punta a espugnare la roccaforte della Lega con Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma del terzo scudetto: avrà l'appoggio del Pd, del M5s e di Azione. Ma non dei renziani di Iv che sosterranno Flavio Tosi insieme a Fi. Terzo candidato è il sindaco uscente Federico Sboarina sostenuto dal Carroccio e da Fdi. I sondaggi danno avanti Sbaorina seguito subito dopo da Tommasi. Terza posizione per Tosi che non entrerebbe al ballottaggio
A contendere la fascia tricolore alla sindaca uscente, candidata del centrodestra unito (Fi, Fdi e Lega) ci prova la dem Katia Tarasconi. La candidata sindaca per il centrosinistra non sarà sostenuta dai cinquestelle che si accasano con il terzo candidato Stefano Cugini, ex Pd. I sondaggi danno quasi certo la riconferma della sindaca Barbieri
Due i nomi in corsa per la poltrona più alta di Palazzo Moroni: il sindaco uscente sostenuto dal centrosinistra, Giordani, in lotta per la riconferma, e l'imprenditore sostenuto dal centrodestra, Peghin. I sondaggi a un mese dalle votazioni danno Giordani come vincitore già al primo turno col 53,2%, ma Peghin appare comunque in rimonta al 40%. Sarà da vedere come evolverà la campagna elettorale nelle prossime settimane
L’unica certezza per l’ex sindaco è che così il centrodestra può perdere Verona. E si dichiara disponibile a farsi da parte nel caso in cui emergesse un candidato autorevole condiviso. Ma se il centrodestra continuasse secondo le ‘logiche romane’ è pronto a scendere in campo anche da solo: “Primarie? Se ci fossero sarei pronto”
Il sindaco uscente correrà per la riconferma, ma non è ancora chiaro come sarà composta la coalizione che lo sosterrà: ci saranno i 5s? E il presidente di Padova Capitale Europea del Volontariato - che potrebbe scendere in campo - sarà un alleato o un rivale? Intanto il centrodestra non fa opposizione, vivacchia senza spunti e cerca un civico che piaccia a Salvini (con Zaia disinteressato)
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