Il romanzo di Maria Grazia Calandrone, finalista della XXVII edizione del Premio Bergamo, narra il tormentato rapporto tra l’autrice, figlia di una madre morta suicida, e la sua madre adottiva. Le pagine si trasformano in una lente con la quale guardare la donna, che non è più solo madre, ma che diventa amabile nella sua estraneità
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