E ora, che fare? Con il deflagrare del terribile conflitto in Ucraina, proprio nel momento in cui stavamo tirando un sospiro di sollievo per l’uscita dall’emergenza Covid, molte aziende, anche nel nostro territorio, si sono ritrovate a fare nuovamente i conti con l’incertezza.
Una situazione che rischia di frenare scelte e strategie che guardano al futuro, primi fra tutti i nuovi percorsi in direzione sostenibilità che alcune realtà stavano imboccando per la prima volta con decisione. In molti si chiedono se il conflitto, rovesciando le priorità di investimento dei governi, porterà con sé a una frenata degli investimenti per contrastare i rischi climatici che pesano su un pianeta che non può più attendere. Se questi ragionamenti sono in parte fondati, ci sono altri aspetti che vanno tenuti in considerazione: il Covid ieri e la guerra oggi hanno mostrato la fragilità e l’incertezza di molte filiere globali, il problema delle difficoltà di rifornimento delle materie prime unito al peso dei costi energetici rischia in molti casi di diventare un mix esplosivo.
Ecco che – in uno scenario di questo tipo – il tema dell’economia circolare, così come quello del risparmio energetico, assume una nuova centralità: diventa oggi ancor più importante e conveniente essere in grado di trarre valore dallo scarto. Non solo: la dichiarazione dei capi di Stato e di Governo uscita dal vertice di Versailles dello scorso 10 e 11 marzo ponendosi fra i suoi principali obiettivi la riduzione della dipendenza energetica indica in modo chiaro la necessità di “promuovere la circolarità” e di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Nonostante le nuove nubi sollevate dalla guerra, non è certo il momento di invertire la rotta o di rimandare scelte in direzione sostenibilità. Per affiancare le aziende in questo percorso abbiamo lanciato nei giorni scorsi Sostenibilità 360⁰ un macro-progetto tutto dedicato all’implementazione della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – nel core-business aziendale.
La prima tappa è rappresentata da un catalogo di 20 diversi percorsi formativi, gratuiti per i dipendenti delle aziende vicentine o residenti nel territorio grazie a un finanziamento della Camera di Commercio di Vicenza. La formazione interaziendale diventa così occasione per condividere idee ed esperienze con altre aziende del territorio, per affiancare le imprese nel promuovere nuove pratiche ma anche per estrarre valore da pratiche di sostenibilità già in essere che spesso sono sottotraccia e di cui l’azienda non ha piena coscienza. Costruire – e comunicare correttamente – una nuova consapevolezza in questo senso è spesso il primo passo per guardare alla sostenibilità come a un asset strategico per lo sviluppo dell’azienda: ai vantaggi in termini di produttività si affiancano le ricadute in termini di employer branding e di attrattività, perché per le nuove generazioni, come fotografato da più rilevazioni, le politiche aziendali in materia di sostenibilità hanno un impatto importante sulla scelta dell’impresa in cui lavorare.
Il “viaggio” nella sostenibilità proposto dal nuovo progetto Niuko proseguirà nei prossimi mesi con ulteriori tappe, per offrire nuove opportunità di approfondimento alle aziende del territorio.
Per maggiori info: https://www.niuko.it/formazione-e-consulenza/sostenibilita-360/