Lo stima la Coldiretti regionale, sottolineando che questo aiuterebbe gli allevatori a diminuire le difficoltà di approvvigionamento causate dalla guerra in corso. I terreni sono stati ritirati per obblighi umanitari o per necessità ecologiche, ma la coltivazione in più sosterrebbe la filiera. il presidente Prandini: "Siamo pronti a coltivare da quest'anno 75 milioni di quintali"
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