In uno degli alberghi più raffinati ed eleganti di Milano, il Park Hyatt, all’inizio della Galleria Vittorio Emanuele, il Pellico 3 è il ristorante di punta nell’offerta di alta cucina del gruppo. Dopo i meritati riconoscimenti ottenuti con Andrea Aprea, ora le redini della cucina sono nelle mani del giovane, classe 1991, Guido Paternollo. Un curriculum, il suo, di tutto
rispetto che lo ha visto transitare sotto l’ala protettiva di maestri come Alain Ducasse, Yannick Alléno ed Enrico Bartolini. A dispetto della giovane età il cuoco ha idee ben chiare e mature su cosa vuole proporre nel ristorante e come vuole convincere il suo pubblico.
La cucina che esprime è rotonda, accogliente, tecnica ma gustativamente gratificante e piena. L’idea è quella di accogliere, di divertire, di attirare più clientela possibile, anche i palati meno avvezzi alle stimolazioni avanguardistiche. La scuola francese, con l’incursione Bartoliniana, hanno certamente segnato il percorso del cuoco che trova il paradigma essenziale nell’Insalata di pomodori in gelatina fine, astice al bbq e le sue chele alla catalana, in cui il tocco di vaniglia nel carpaccio di pomodoro addomestica e attenua sapori decisamente maschi. Altro grande esempio è il Riso Riserva San Massimo mantecato al burro di alloro, tenue e delicato, con anguilla affumicata e caviale siberiano.
Completa il quadro un servizio attento, premuroso, giovane e dinamico e una carta dei vini imponente con ricarichi importanti. Il conto, vini esclusi, si aggira sui 150-170 euro a testa. Menu degustazione a 150 euro.