Dall’interessante restyling in stile minimal di uno spazio di proprietà della nota famiglia di utensili da cucina, il ristorante Bolle accoglie con luci soffuse e grandi oblò, che già fanno presagire la ricerca di essenzialità delle forme e delle materie/materiali che ritroviamo in cucina. Marco Stagi, giovane Chef bergamasco, offre una proposta gastronomica che racconta della sua formazione passata: l’attenzione al mondo vegetale di Enrico Crippa, le note sapide marcate della cucina di Peter Goossens e la memoria gustativa di Giancarlo Perbellini. La cura dei dettagli e delle sinergie tra le componenti dei piatti tratteggiano una cucina elegante, fatta di contrasti. Identitario e valorizzante è l’utilizzo della materia vegetale, che ne esalta l’abbinamento, come nel Piccione alla mela verde, spinacini al lime, dalla calda nota del pepe nero, o ne è protagonista come in Cuore di Lattuga, Beurre Blanc, olio di tonno, tuorlo marinato e rucola. Menzione speciale va fatta per i dessert che rimandano a opere di pittori e musicisti, negli elementi o nelle forme che li compongono. “Mission to Mars”, omaggio a David Bowie, per esempio, dichiara l’ambizione del ristorante a mirare sempre più in alto. Un gioco tra equilibri e proporzioni che ritrova altrettanta maestria nel pairing proposto dal maître e sommelier Michele Mazzola, in abbinamento al menù degustazione di sei portate a 95 euro. Alla carta veleggiamo sui 90 euro. Bolle si dimostra una proposta gourmet letteralmente “in ebollizione” e in continua evoluzione.