Cosa hanno in comune un corso in azienda sugli stili di vita alimentari e un progetto per l’ottimizzazione dei consumi energetici in area operation? O ancora, solo per citare alcuni esempi, un’azione che riguarda gli acquisti verdi, una campagna di sensibilizzazione che coinvolge le risorse umane e la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo?
Apparentemente poco o nulla: progetti molto diversi, disegnati da aree aziendali diverse, generalmente “scollegati” uno dell’altro.
A pochi giorni dall’appuntamento con M’Illumino di meno (26 marzo), cui quest’anno Niuko aderisce con un contest rivolto alle aziende per raccogliere esperienze e buone pratiche abbiamo interpellato su questo tema Benedetto Mazzola: lead auditor di TUV Rheinland, uno dei più importanti e riconosciuti enti certificatori a livello mondiale, ha guidato nei giorni scorsi il corso rivolto a disoccupati Consum-autori proposto da Risorse in Crescita, società controllate di Niuko, nell’ambito del progetto FSE DGR 816 del 11/06/2019 – RSI: sviluppo sostenibile per le aziende venete..
Se il tema dell’edizione di quest’anno di M’illumino di meno è il “Salto di specie”, ovvero il passaggio evolutivo che siamo chiamati a fare (a livello personale e sociale) in questo momento segnato dalla pandemia, anche le aziende devono interrogarsi sulle transizioni che possono mettere in atto.
«Ormai appare chiaro – spiega Mazzola – che il tema della sostenibilità in azienda deve sempre essere associato a quello della produttività e della cost reduction. La vera sostenibilità deve necessariamente essere anche conveniente per l’impresa e si deve iscrivere nella cultura aziendale: in altre parole serve una motivazione profonda non solo da parte dei vertici, ma di tutta la popolazione aziendale, e al tempo stesso un monitoraggio continuo dei risultati per valorizzare e poter comunicare i benefici economici».
SOSTENIBILITA’ COME CULTURA DIFFUSA
Secondo Mazzola è poi necessaria anche una visione strategia di lungo periodo che tenga insieme tutte le azioni: «Un esempio? Un progetto improntato al risparmio energetico che coinvolge le operations ha più probabilità di centrare l’obiettivo se è accompagnato da un’attività di formazione sul valore della sostenibilità, per costruire una cultura nuova. Nelle grandi aziende – continua il consulente – la figura del system manager, in dialogo costante con l’hr, può svolgere questo ruolo di raccordo trasversale fra le diverse azioni che riguardano la sostenibilità, mentre la maggior parte delle pmi, dove questa figura non c’è, sono chiamate comunque a interrogarsi sulle modalità per integrare i diversi interventi e fare della sostenibilità una cultura diffusa».