All’inizio, nei primi anni Settanta, c’era una stazione di servizio. Oggi un gruppo da 200 mln di fatturato (e che niente ha a che fare con i prodotti petroliferi). Il business che lo ha portato a raggiungere queste dimensioni è però nato lì, quando il proprietario ha cominciato a distribuire in esclusiva il Teepol, un detersivo universale a marchio Shell: “È in questo modo che siamo entrati nell’ottica di fornire prodotti per la pulizia”.
A spiegarlo è Davide Magris, consigliere d’amministrazione dell’azienda di famiglia con sede a Seriate (BG) e rappresentante della terza generazione. “Magris è il partner di fornitura per tutte le aziende che necessitano di mantenere un ambiente di lavoro sano e sicuro e offre un one-stop-shop per tutti i prodotti consumabili. Con una base di oltre 20 mila clienti, dal piccolo bar alla multinazionale, la nostra offerta include prodotti professionali per la pulizia e la sanificazione, dispositivi di protezione individuale, abbigliamento da lavoro, e una vasta gamma di articoli monouso ecosostenibili per il settore Ho.Re.Ca”, aggiunge Magris. Non solo: “Forniamo anche servizi personalizzati come il noleggio e la manutenzione di macchinari per il cleaning e l’installazione di sistemi di dosaggio per cucine e lavanderie”.
Il momento di svolta arriva ai primi del Duemila: “Dal 2004 – racconta Magris – ci siamo strutturati e riorganizzati, così da poter affrontare lo sviluppo importante che ci ha fatti diventare quelli che siamo oggi”. La crescita del Gruppo è infatti avvenuta anche per linee esterne. E sarebbe difficile da riassumere in poche righe: basti dire che dal 2003 le acquisizioni sono state più di 35, per lo più di aziende del Nord Italia, ma con diverse incursioni anche al Centro e al Sud.
Fino a quella avvenuta a fine dello scorso anno in Belgio. Lo sbarco è avvenuto tramite Inpacs, il più grande gruppo europeo (3 mld di ricavi) di distributori specializzati nella rivendita B2b di prodotti per la pulizia e l’igiene. Magris ne è diventata socia nel 2014: “Alcuni dei nostri clienti operano in più Paesi e necessitano di tavoli di trattativa a livello internazionale. Con Inpacs abbiamo creato un network di distribuzione che copre Europa, Asia, Middle East e Australia e ci permette di servire clienti internazionali”. Una nota: alla presidenza di Inpacs, dal 2018, c’è proprio Davide Magris.
E a dispetto di quanto l’esempio di Inpacs farebbe pensare, le acquisizioni di Magris sono avvenute in un settore che in Italia è “ancora molto frammentato, dove i distributori hanno normalmente dimensioni molto piccole”. “Un’anomalia di mercato” per Davide Magris, che nota come invece in tanti altri ambiti (e negli altri Paesi) “è già avvenuta la spinta alla concentrazione, dovuta alla necessità di essere più strutturati, raggiungere volumi più alti ed essere più efficienti nei costi”. Ma a esserne danneggiati, poi, sono quegli stessi distributori: “I medio-piccoli non riescono a reinvestire e hanno problemi di passaggio generazionale”.
Per dare un’idea della differenza tra Magris e le aziende italiane che occupano il suo stesso mercato può essere utile un numero: come spiega il consigliere d’amministrazione, nel nostro Paese il distributore tipico va dai 2 ai 15 mln di fatturato. Niente a che vedere con il Gruppo con sede nella bergamasca: “La nostra parte core – dice Magris – conta 170 milioni di fatturato nel 2023, ma a livello consolidato arriviamo a 200 milioni, quasi del tutto provenienti dal mercato italiano”.
Un risultato costruito nel tempo: i ricavi sono infatti raddoppiati rispetto ai 107,6 mln del 2016. E sarebbe spontaneo chiedersi se la pandemia non c’entri qualcosa. Quello che spiega Davide Magris è però più articolato: “In quel periodo ci siamo trovati ad affrontare una grossa difficoltà: la maggior parte delle scorte erano scomparse molto rapidamente e, nonostante partnership di lungo periodo, reperire alcuni prodotti era diventato difficilissimo”.
A questo si sono aggiunti altri due fattori: “Da una parte, l’approvvigionamento in Asia è stato un freno: durante il covid abbiamo fatto ordini importanti con la promessa che sarebbero arrivati in tempi poco più lunghi dello standard. Così non è stato: abbiamo ricevuto le merci solo quando i prezzi, nel frattempo, erano crollati. Dall’altra, si è creato un business parallelo di importatori improvvisati che promettevano quello che non si trovava e non si riusciva a far arrivare, creando ulteriore confusione nel mercato”.
“Abbiamo sempre operato con integrità – prosegue Magris –, mantenendo un approccio etico durante tutto il periodo. Anziché portarci ‘scheletri nell’armadio’ abbiamo preferito fare delle svalutazioni importanti che hanno ridotti i margini nel breve”. I dati riguardanti l’Ebitda nel triennio 2020-2022 ne sono la prova: da 17,3 mln è sceso a 6,4 mln, seguiti da un marcato aumento a 23,3 mln, grazie anche a importanti risultati nelle attività non-core. Nel 2023 l’Ebitda si è stabilizzato a 12,3 mln. Mentre nel 2022 il risultato netto è stato di 13,1 mln.
Guardando al 2024 il consigliere d’amministrazione di Magris non nasconde di aver notato “un leggero rallentamento della domanda dalla fine del 2023, dopo due anni di buona crescita”, in parte dovuto all’esposizione del Gruppo “agli appalti della Pubblica Amministrazione”. Ma ciò non toglie ottimismo per “un mercato come il nostro in cui si trovano sempre molte opportunità, sia per crescere organicamente che per acquisizioni”. Opportunità e anche, come nel caso di Magris, modi di essere innovativi, per esempio introducendo la robotica nel settore.
“La forza lavoro rappresenta un investimento significativo per le imprese di facility management e la difficoltà nel reperire personale qualificato è una sfida nota. L’adozione della robotica – spiega Davide Magris – non solo ottimizza il lavoro manuale, ma permette anche di estendere le operazioni a turni non tradizionali, incrementando così il ritorno sull’investimento per ogni operatore”. Nello specifico il suo Gruppo ha stretto una partnership con la singaporiana Lionsbot, tra le ‘Asia 100 To Watch’ di Forbes. La linea di robot che offre sfrutta l’intelligenza artificiale e Magris la ha in esclusiva per l’Italia: sembra quasi di risentire quando il nonno, alla stazione di servizio, aveva in esclusiva il prodotto che avrebbe fatto diventare Magris il gruppo che è oggi.
Magris è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.