Per Giorgio Mercandelli, cresciuto tra le vigne dell’Oltrepò, non è un mistero. Può esserlo per chi sta ad ascoltare la sua filosofia produttiva “biotica” basata su un rapporto uomo-vigna-uva-vino che non prevede alcuna intermediazione, né chimica né meccanica (molto oltre il bio, verso il trascendentale). Alchemica l’ha definita, e ciò non aiuta di certo a far luce sul mistero. Aiuta invece la degustazione dei suoi vini che di Ri-luce, catalizzata nella memoria dell’acqua che ne è la componente principale, brillano senza incertezze. Come l’ultimo uno tra gli ultimi nati, il Lanthano Bianco, profondo e intenso, mistico per rimanere in tema.