La famiglia Anzaghi ha impresso a questo storico ristorante, un tempo stazione di posta sulla strada verso Gallarate, una solida personalità. La struttura, situata nell’immediata periferia, si presenta ampia e accogliente, con un piacevole pergolato e un lussureggiante giardino interno ove si mangia nella bella stagione. Gli interni sono arredati con gusto rustico-elegante, con caminetti e ampie vetrate.

La cucina, di stretta osservanza milanese, propone (in porzioni di soddisfazione) tutti i grandi classici meneghini, preparati con mano sicura e senza incertezze esecutive. Il risotto alla milanese, ben all’onda e dal chicco liscio, è – come da tradizione consolidata – accompagnato da ossobuco o da rognoncini di vitello trifolati, mentre la cotoletta di vitello si presenta non troppo alta e con una bella e croccante impanatura. Non mancano i gustosi mondeghili (polpettine) con la salsa verde e, durante la stagione invernale, la cassoeula, sostanziosa pietanza a base di verza, salamini, costine, zampetti e orecchie di maiale, a lungo stufati. Ottimi i dolci, preparati in casa. Sempre presenti alcune proposte a base di pesce di mare, come il filetto di rombo scottato con erbette e verdure croccanti.

La selezione dei vini è sufficientemente ampia, e vanta perlopiù etichette lombarde e piemontesi, con una buona scelta di bollicine. Il servizio è attento e gentile. Menu degustazione offerto a 40 euro. Poco oltre i 50 per quattro piatti alla carta. Prenotazione consigliata.