Sugli imballaggi si è giocata una partita importante in sede europea, quella legata al Packaging and Packaging Waste Regulation (Ppwr), che dal 2030 proibisce l’impiego di alcuni tipi di imballi in plastica. Se le voci delle aziende legate alla loro produzione si sono già fatte sentire forte e chiaro, verrebbe da chiedersi quale potrebbe essere il suo impatto su quelle connesse al loro impiego. E se tutte fossero come Ilpra, verrebbe da dire che non c’è da preoccuparsi.
Nata a Mortara (PV) nel 1955, ha introdotto nel mercato la prima termosaldatrice made in Italy, vale a dire quel macchinario in grado di unire film plastici su una superficie rigida dello stesso tipo e creare vuoto all’interno, così da consentire il confezionamento di alimenti. Ma non si è fermata qui: “Oggi le nostre macchine sono progettate per lavorare con una vasta gamma di materiali, tra cui carta, ceramica e vetro, oltre alla plastica” e riescono a coprire i settori del confezionamento alimentare, medicale e cosmetico.
A parlare è Maurizio Bertocco, che dirige l’azienda dal 1988 e ne è diventato amministratore delegato. Per l’ad è proprio “questa versatilità che ci permette di adattarci facilmente ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e alle nuove regolamentazioni”. Anche per questo, aggiunge, “riteniamo che il Ppwr, peraltro principalmente indirizzato verso gli articoli monouso, non avrà un impatto significativo sui nostri prodotti”.
La versatilità, dunque, come primo ingrediente. Un elemento che dipende strettamente dal tasso di innovazione di un’azienda, che per Ilpra è molto alto, anche quando si parla di linee di produzione. “Abbiamo implementato – spiega l’ad – il metodo del ‘su misura industriale’ per la produzione delle nostre macchine, standardizzando circa il 70-80% del processo e riservando solo il 20-30% alla personalizzazione”. Un approccio che permette a Ilpra “di combinare efficienza e flessibilità” e rispondere così “in modo efficace e per tempo alle esigenze specifiche dei clienti”.
Clienti che si trovano ovunque nel mondo. “Quando ho assunto la direzione dell’azienda – ricorda Bertocco – mi sono posto come obiettivo quello di far conoscere le soluzioni Ilpra a livello internazionale. Nei trent’anni tra 1988 e 2018 abbiamo pertanto inaugurato otto filiali”. Oggi il loro totale è arrivato a undici e, nemmeno a dirlo, anche “una rete commerciale ben strutturata e fortemente radicata sul territorio” è diventato un ingrediente del successo dell’impresa pavese.
Tutto questo ha permesso ai dati economico-finanziari di Ilpra di crescere. I ricavi sono passati dai 16 mln del 2016 ai 31,9 mln del 2023, mentre l’Ebitda è cresciuto dai 4,3 mln del 2020 ai 6,9 mln dello scorso anno. Nel bilancio dell’ultimo esercizio l’azienda ha riportato un segno meno alla voce dell’utile, calato dai 5,7 mln del 2022 a 4,4 mln inficiato, stando a quanto dichiarato dal comunicato, “dall’incremento degli oneri finanziari”, a loro volta influenzati dalla crescita dell’Euribor.
“Ci siamo assestati – specifica l’ad – su un peso delle vendite che vede il 70% del nostro fatturato prodotto all’estero e il mercato nazionale che resta comunque cruciale”. I Paesi di maggior interesse per Ilpra? “Anzitutto Middle East, India e Russia, che contribuiscono in modo determinante alla crescita dei ricavi. Ma guardiamo con interesse anche al continente americano, dove puntiamo a incrementare la nostra presenza, e al Nord Africa. L’Europa è un mercato maturo, ma vogliamo aumentare il nostro peso in Francia”.
Tra la fine dello scorso e l’inizio di quest’anno la presenza all’estero di Ilpra si è arricchita di due filiali, la prima in Arabia Saudita e la seconda in Corea del Sud. Ma la crescita è corsa anche su un altro binario: quello dell’m&a. “Dal 2019 abbiamo acquisito diverse realtà del settore packaging e così è nato Ilpra Group, composto da eccellenze del made in Italy”, giunto nel 2023 a 63 mln di ricavi, un Ebitda di 13,9 mln (entrambi in crescita) e un utile netto di 6,5 mln. “Il nostro obiettivo? Offrire soluzioni di confezionamento complete e diventare così un punto di riferimento nel mercato globale”.
Le acquisizioni sono andate sia nella direzione di “avanzamenti e diversificazioni tecnologiche”, ma anche di “rafforzamento della nostra posizione di mercato”. Gli esempi che fa l’ad riguardano le operazioni del 2023 che hanno coinvolto la Pentavac di Comezzano Cizzago (BS) e la Idm Automation di Vigevano (PV) e che hanno permesso di “integrare tecnologie all’avanguardia e ampliare la nostra presenza in settori strategici”. I piani per il futuro di Ilpra Group prevedono un mix tra crescita per linee interne, “migliorando prodotti e processi esistenti”, e per linee esterne, così da “continuare a offrire soluzioni di alta fascia e linee complete”.
Parlare di acquisizioni per Ilpra significa anche dover accennare a un altro passaggio fondamentale: la quotazione in Borsa avvenuta nel 2019, con cui è nato proprio il Gruppo. “L’abbiamo vista in un’ottica di crescita e di trasformazione da un’impresa padronale a una manageriale. Ciò ha senz’altro richiesto un decisivo cambio di mentalità e l’introduzione di figure con competenze specifiche, permettendoci di strutturarci in modo più efficiente e strategico”.
Il bilancio, a cinque anni dalla quotazione, è positivo per Bertocco, per il quale la scelta ha premiato Ilpra aumentandone la visibilità e l’interesse “sia da parte dei clienti che delle banche”: “Siamo fiduciosi che questa strategia ci permetterà di continuare a crescere in modo sostenibile e di mantenere la nostra leadership nel settore”, aggiunge. Sarà forse anche questa posizione di leadership che permette a Ilpra di guardare con serenità al futuro, nonostante le variabili (l’ultima in ordine di tempo, appunto, quella del Ppwr) che non mancano mai di far sentire i loro effetti sul mondo delle imprese.
Ilpra è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.