Innanzi tutto due precisazioni: la prima è che è necessario prenotare. La seconda è che Il Portico non è un ‘normale’ ristorante, alla stregua di tanti altri, anche se l’aspetto un poco anonimo – in realtà è solo understatement… – potrebbe farlo pensare.

Qui, in una cucina a vista, officia uno dei cuochi più talentuosi e schivi della attuale scena italiana: Paolo Lopriore. Allievo dell’indimenticato Gualtiero Marchesi (e, per un certo verso, ideale prosecutore della sua cucina), Lopriore propone una cucina di grande sensibilità, da lui stesso definita «conviviale»: la proposta si articola in un menu degustazione, ogni volta differente, nella quale i piatti si succedono a tavola perlopiù ‘scomposti’ nei loro singoli elementi. È quindi compito dell’ospite ricomporre, secondo proprio gusto, il boccone. Qualche esempio? Ravioli di lavarello, broccoletti, salsa olandese, capperi e rosmarino; costoletta d’agnello in farcia alla moda di Marchesi, aglio dolce, capperi, fave e patate arrosto leggermente affumicate; zeppole con gelato alla crema, amarene e salsa al cioccolato. A pranzo, invece, la proposta, offerta a prezzi più bassi, è un po’ più semplice e si orienta su piatti unici (tipo: fusilli, cime di rapa, intingolo all’acciuga e briciole di pane tostato, tanto per fare un esempio) ma sempre di valore.

La carta dei vini non è ampia, ma propone comunque una discreta scelta di etichette. Il servizio si distingue per cortesia. Il conto, estremamente conveniente, si attesta intorno ai 45 euro.