La trasmissione del patrimonio è una delle fasi del ciclo di vita di un’impresa familiare, che segue la fase della creazione e quella della crescita, culminando nel momento del passaggio generazionale. Da lì, l’impresa può essere destinata ad una nuova fase di crescita e sviluppo o, come purtroppo spesso accade, al declino o alla vendita.
Il momento del passaggio generazionale è punto d’incontro tra esigenze, aspettative ed interessi variegati, dove si alternano da un lato protagonisti diretti, come il de cuius e gli eredi, e dall’altro attori non protagonisti, come i lavoratori, il tessuto sociale e il contesto produttivo nei quale la famiglia è immersa, fino ad arrivare alle istituzioni locali ed allo Stato.
Si è già detto di quanto importante possa essere la pianificazione, data la moltitudine di soggetti coinvolti e, spesso, di interessi divergenti. Tale pianificazione, ove attuata, sfocia in modelli ricorrenti che vengono applicati ai diversi contesti e che fanno la fortuna della famiglia che ha la buona sorte di avere un imprenditore illuminato, capace di anticipare la problematica futura e di ottenere la massimizzazione dei benefici e la minimizzazione dei possibili contrasti.
I modelli ricorrenti citati vedono l’utilizzo del trust, del patto di famiglia, della holding per quanto riguarda la continuità aziendale, cui si oppone il liquidity event in caso di discontinuità. Tale elenco non è ovviamente esaustivo rispetto a tutte le possibili soluzioni ma ricopre gran parte delle casistiche che si presentano di fronte alle famiglie imprenditoriali complesse. Il trust nasce come strumento di tutela del patrimonio ma si configura come uno strumento efficace in tema di passaggio generazionale perché permette al disponente di definire in vita le sue volontà, spossessandosi dei beni ma continuando a goderne i frutti, tramite l’amministrazione di un trustee che ha il compito di guidare il patrimonio fino alla trasmissione agli eredi.
Esistono diverse forme di tutela, da una definizione molto stretta dell’attività fino alla presenza di un guardiano, che può eventualmente proporre anche la sostituzione del trustee qualora in suo operato non sia in linea con quanto predefinito dal disponente. Il patto di famiglia è un’istituto previsto dal Codice Civile, attraverso il quale, previo accordo di tutti i familiari, l’imprenditore procede in vita a consolidare la sua pianificazione. L’istituto, per essere valido e non aggredibile, prevede che contestualmente siano liquidati tutti i legittimari, con un valore corrispondente al valore delle quote destinate all’erede o agli eredi incaricati della prosecuzione dell’impresa familiare. La norma richiede quale conditio sine qua non, la partecipazione al contratto del coniuge e di tutti coloro che sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la successione.
Per quanto riguarda invece l’utilizzo della holding, lo strumento di applicazione può essere molto ampio, dalla costituzione di una società semplice, passando per società in accomandita semplice o società a responsabilità limitata, fino ad arrivare alle società per azioni. Tale soluzione permette di raggiungere un triplice scopo. Anzitutto la possibilità di pianificare in anticipo il trasferimento, applicando un tax planning adeguato. In secondo luogo la razionalizzazione del controllo societario, attraverso la creazione di un unico raggruppamento stabile di soci posto al vertice di tutte le società. Infine, la razionalizzazione della struttura finanziaria in quanto può raccogliere o distribuire i fondi nell’una o nell’altra società controllante.
In alcuni casi però, la continuità aziendale non risulta possibile, per volontà delle parti o per mancanza tra gli eredi dei soggetti adeguati. Si configura perciò per la famiglia la possibilità di un liquidity event, ovvero la vendita dell’impresa familiare e la monetizzazione dell’attività. In questo caso, le variabili da analizzare per la trasmissione successoria sono diverse ma non per questo meno complesse. Si tratterà infatti di pianificare esclusivamente la trasmissione finanziaria, e non anche quella societaria. Motivo per il quale gli strumenti visti in precedenza, in particolare la holding e il patto di famiglia, non sono adatti alla situazione, mentre si configura una nuova serie di soluzioni meramente improntate all’ambito finanziario.
Quello che emerge è che le soluzioni giuridiche per una corretta pianificazione esistono e possono contribuire a semplificare quello che a tutti gli effetti è uno step fondamentale nella vita e nel successo di tutte le imprese familiari.