Sulle sponde del magnifico lago di Annone, immerso nel verde, sorge questo albergo, lussuoso e moderno, che fa di discrezione e silenzio i suoi punti di forza.

Il ristorante – in mano a un giovane ma valente cuoco, che vanta un curriculum ricco di importanti esperienze – propone, in una magnifica e luminosa sala tutta vetrata, una cucina d’impianto classico, rivista in chiave contemporanea (l’attenzione al gioco dei profili aromatici è, per esempio, notevole), con meditati spunti mediterranei (lo chef è originario del basso Lazio), e qualche bel tratto francesizzante (appreso alla corte di Anne-Sophie Pic). La quaglia con anguilla affumicata, cipolle, ceci e birra chiara – per esempio – è un piatto ove l’incisività della carne e l’aromaticità del pesce appaiono ben bilanciati e ‘amalgamati’ dai tocchi acidi e amari degli ingredienti a contorno. Mentre la calamarata con melanzane, nduja, scampi, Provolone del Monaco e fondo alla cacciatora, appare – nella sua ricchezza – assai centrata sul gusto. Di grande soddisfazione il rombo alla mugnaia (rivisitazione della celebre ricetta classica) così come il più lineare controfiletto di Fassona con tortino di polenta ai peperoni e bufala affumicata.

La selezione dei vini è sufficientemente ampia, senza essere mastodontica, e a prezzi in linea con il contesto. Il servizio si distingue per l’affabile cortesia. Quattro sono i menu degustazione proposti a 110 (vegetariano), a 130, a 140 e a 200 euro. Ci si attesta intorno ai 170 euro mangiando alla carta.