È il 1989 quando il ventiduenne Diego Scanzoni, insieme ad altri tre soci, decide di aprire la Fae Group Spa a Fondo, nella Val di Non (TN). Il business è quello della progettazione e della produzione di macchinari per lavorazioni forestali, agricole e stradali e per lo sminamento. Una gamma di soluzioni che oggi è arrivata a includere 90 prodotti, tra veicoli cingolati, testate, frese e trince, e 400 modelli. E che nel 2021 ha prodotto un fatturato di 115,2 mln che, secondo le previsioni, dovrebbero essere diventati 180 mln nel 2022.
Un risultato in crescita sia sui valori dell’anno precedente (77,29 mln) sia su quelli del 2019, quando i ricavi erano pari a 71,02: un incremento, quello rispetto al pre-pandemia, del 62,21%. L’azienda della Val di Non ha registrato inoltre un tasso composto di crescita annuale pari al 21,5% dal 2015, anno in cui il fatturato era di poco inferiore ai 35,81 mln.
Contemporaneamente, nel triennio è cresciuto anche l’Ebitda: dai 13,32 mln del 2019 ai 15,67 mln del 2020 ai 25,37 mln del 2021. In termini percentuali, si tratta di un margine operativo lordo rispettivamente pari al 18,76%, al 20,27% e al 22,02%, con una media nel triennio del 20,63%.
Il giro d’affari vede un’importante quota data dall’export, che nel 2019 rasentava il 98%. Anche per questo l’azienda trentina è presente all’estero con le sue filiali commerciali in Canada, Usa, Francia, Germania, Russia e Australia, affiancate da una rete di distributori autorizzati in tutto il mondo. Eppure, nonostante questo, continua a mantenere un forte radicamento in una zona periferica della Val di Non come quella di Fondo, lontano dai centri infrastrutturali.
Secondo Scanzoni, oggi presidente di Fae Group, la chiave del successo dell’azienda è rappresentata dalla qualità dei suoi prodotti, garantita da un costante processo di innovazione tecnologica attuato dagli oggi circa 180 dipendenti.
Un numero, quest’ultimo, più che raddoppiato tra 2018 e 2022, ma che, nonostante questo, rappresenta uno dei punti di domanda per il futuro. Secondo il presidente Scanzoni, infatti, risulta difficile reperire personale personalizzato, motivo per cui è sempre più fondamentale puntare sulle risorse umane già in azienda.
Tornando alle sue performance economiche, l’esercizio 2021 si è chiuso anche con un Ebit che sfiorava i 23,48 mln e utili per 18,06 mln. Il patrimonio di Fae Group si attestava a 78,92 mln e l’azienda aveva cassa per 28,03 mln grazie a una Posizione finanziaria netta (Pfn) negativa. Il rapporto tra la Pfn e l’Ebitda medio nel triennio 2019-2021 è dunque pari a -1,55.
Stando al rating More di Modefinance, agenzia di rating del gruppo Teamsystem, Fae ha ricevuto lo score AA, vicino al massimo grado di solvibilità per una società rappresentato dalla tripla A. Infine il Roe, l’indice di redditività sul capitale proprio, nel 2021 è stato pari al 22,89%.
Fae Group è una tra le aziende presentate all’evento dello scorso 31 marzo a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera e poi presentata durante l’anno tramite un tour che vede protagoniste le migliori imprese di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Marche.