Lely è un’azienda olandese che produce macchine agricole e soluzioni innovative dedicate agli agricoltori: ha deciso di rivoluzionare il proprio business mettendo al centro – come cliente – non più il fattore a cui viene venduto il prodotto, ma la mucca.
Come faccio a portare valore al bovino, consentendogli di produrre più latte? La domanda di partenza. “L’azienda ha quindi iniziato a studiare il comportamento della mucca, dotandosi di tecnologie robotiche avanzate basate sui big data”, mettendo al centro l’informazione per cambiare il modello di business: ha così deciso di vendere non le macchine ma “i litri di latte aggiuntivi prodotti”, senza perdere di vista il benessere animale, considerato anzi come funzionale all’aumento della produzione. L’esempio proposto da Fabio Candussio, docente a contratto dell’Università di Udine e Founding Partner di Novalia, in occasione dell’ultima tappa di Maps for Future, racconta in modo chiaro il valore di quelli che ha definito “i nuovi ecosistemi cooperativi”: oggi l’azienda olandese – ha spiegato Candussio – “produce” anche dei dati che non sono utili solo al proprio business specifico, ma vengono condivisi anche con altri soggetti come i veterinari, i consorzi di produzione del latte, le imprese che producono mangimi…Si trova così al centro di un ecosistema di stakeholders integrato, interconnesso e iperconnesso basato sulla trasparenza e sulla fiducia, a partire dalla consapevolezza che la condivisione dei dati porta un valore reciproco.
La logica di fondo, ha aggiunto il docente, è “della teoria dei giochi di John Nash secondo cui il miglior risultato si ottiene quando ogni attore fa al contempo ciò che è meglio per sé e per gli altri”.
Ecco che nelle nuove supply chain cooperative – ha concluso Candussio – fornitori, produttori, distributori, rivenditori, clienti alimentano con i loro dati un cloud costruito secondo una logica win win dove la cooperazione fra i diversi soggetti e l’utilizzo condiviso delle tecnologie abilitanti è la chiave per vincere e superare le supply chain concorrenti.
Quello degli ecosistemi cooperativi – secondo quando indicato dal docente – è uno dei quattro elementi che consente alle aziende “di surfare sull’orlo del caos” e di essere più competitive e resilienti, generando un vero valore dalla trasformazione digitale: fondamentali sono in questo senso anche “l’informazione al centro” ovvero la capacità di concentrarsi sui dati rilevanti da cui estrarre valore senza farsi “pietrificare” dalla grande mole di informazioni disponibili in rete; le tecnologie abilitanti (il primo frazionista della staffetta, non l’unico “campione” in corsa per vincere la sfida); la cultura delle persone a partire dalla valorizzazione dei creativi smart, figure che – secondo la definizione di Eric Schimitd, ex ceo di Google – odiano i compiti ripetitivi, si dedicano a mansioni trasversali, esprimono dissenso e vogliono avere accesso alle informazioni aziendali.
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