Nadia Vincenzi è, da tre decenni a questa parte, una certezza nello scenario della ristorazione bresciana. La sua buona conoscenza delle ricette della tradizione adriatico-romagnola (sua terra di origine, come si evince facilmente dalla sua simpatia e dalla sua cadenza) e la sua capacità nello scegliere la materia prima sono i punti di forza di questa insegna curata ed elegante, ma senza inutile formalità. Le premesse, sfogliando la carta (che muta secondo mercato), sono quindi quelle di una cucina di prodotto, che cerca di esaltare al meglio gli ingredienti, senza coprirli né stravolgerli. All’atto pratico i piatti si dimostrano per quello che sono: senza infingimenti puntano sulla massima espressione gustativa, attraverso esecuzioni lineari e rassicuranti. Il fritto di calamaretti spillo e scampetti è – per esempio – un’apoteosi di profumi e di croccantezza. Mentre gli spaghetti «cacio e pepe» con gamberi rossi crudi e zeste di limone sono, nella loro semplicità, una pietanza di gran soddisfazione. Giustamente celebre è la zuppa di pesci e crostacei, cotta e servita nel suo tegame di terracotta: un tripudio di sapori. Alla quale la cuoca, immancabilmente, aggiunge poi una «scarpetta» di tagliolini saltati nell’untuoso sughetto, leggermente piccante. La carta dei vini non è ampia, e propone perlopiù bollicine e bianchi. Servizio assai gentile. Il menu degustazione, di sei portate, è offerto a 120 euro. Se ne spendono poco di meno ordinando quattro piatti alla carta.