Pietro Leemann è sicuramente un maestro di pensiero e di alta cucina. Scelte rigorose, quasi monastiche, le sue, che prevedono l’utilizzo di sole materie vegetali, tendenti al vegano. Oltre a ciò, qui c’è un’attenzione maniacale alla materia prima, alla sua origine, puntando all’eccellenza nella sua trasformazione e realizzazione. Ma non pensiate che ci si prenda troppo sul serio, perché ogni piatto vanta un’architettura ludica irresistibile, con giochi caleidoscopici di consistenze alla scoperta del gusto, ovviamente green, e l’utilizzo di tutti gli spettri possibili degli ingredienti a disposizione.
Così si spazia tra amaro, dolce, acido e sapido, con utilizzo rafforzativo di erbe di provenienza da tutto il mondo, utilizzate con eleganza ed equilibrio. Lo “Zenith” è il menù degustazione più completo, l’ideale per esplorare i segreti della cucina dello Chef ed è il sunto delle creazioni della stagione. Con gli “Appunti di viaggio” ci inoltriamo nella parte ludico esplorativa con una spuma che nasconde una fonduta di Gran Kinara con cardi gobbi, tartufo di Norcia, pesto di sedano verde e noci, da gustare con diversi cucchiaini. In “Sotto una coltre tenue” si scoprono ingredienti tipici del bosco in un bel gioco di consistenze e sapori diversi, con pesto di verze, falafel, castagne, cubo di ricotta affumicata, melograno e una salsa tartufata. Si esce decisamente sazi, contenti e coccolati grazie alla sala e all’ambiente, molto rilassante. Cantina con bella scelta di vini, sia italiani che esteri; due menù degustazione a 120 e 130 euro, alla carta sui 130 euro.