L’Assemblea della Confindustria tenutasi Venerdì 16 Settembre scorso è stato un evento senza pari: più di 1300 persone, al 90% imprenditori, si sono riuniti nell’accogliente stabilimento vicentino di Trenitalia per ascoltare persone di livello nazionale a cominciare dalla presidente di Confindustria Vicenza Dott.ssa Dalla Vecchia, a politici di alto livello come Letta, Calenda, Urso. Tutti indistintamente hanno evidenziato come questo momento economico che attraversa l’Italia sia particolarmente delicato e denso di incognite. Delicato per l’aumento dei prezzi, per l’inflazione, per il costo dell’energia e per il reperimento delle fonti energetiche a cominciare dal gas. Eppure, nella nostra provincia di Vicenza gli ordini non mancano, non mancano le crescenti esportazioni dei prodotti perché la nostra manifattura è ad alto valore aggiunto e ci viene richiesta ovunque.
Ma allora cosa manca perché l’industria continui a marciare?
Iniziano a mancare due cose essenziali: alcuni componenti, che per la maggior parte approvvigioniamo dall’estero (vedi i microchip) e, guarda caso, la mano d’opera qualificata.
Non è forse una contraddizione quella della mancanza di manodopera quando è noto che ci sono molti giovani che non hanno lavoro?
No, non è una contraddizione per due motivi: perché la maggior parte dei ragazzi non lo cercano il lavoro (forse la famiglia li protegge troppo?), o perché non hanno le competenze che sono necessarie a svolgere determinati lavori. Si dice che manchino saldatori, addetti alla manutenzione dei macchinari e altre figure specialistiche.
Allora, la proposta forte che è emersa dall’Assemblea è stata quella della necessità, ormai inderogabile, di istituire seri corsi di formazione per le varie specialità che mancano.
È emersa anche la necessità di garantire un salario minimo “decente”, prima di tutto per equità, ma anche per fermare il flusso continuo di ragazzi italiani che vanno a lavorare all’estero, anche in Europa, dove gli stipendi sono ben diversi dai miseri oboli che si vorrebbero dare ai giovani. Da queste considerazioni l’Assemblea ha evidenziato l’esigenza di abbassare significativamente il cuneo fiscale gravante sugli stipendi pagati dalle aziende, così che, a parità di costo aziendale, i dipendenti trovino la busta paga aumentata e vicina al livello delle retribuzioni francesi o tedesche.
Inoltre, si è posta l’attenzione sul famoso “Reddito di Cittadinanza” che dovrebbe essere indirizzato solo a chi è nelle condizioni fisiche di non poter lavorare, o anche a chi cerca il primo lavoro, ma dopo un primo rifiuto il Reddito dovrebbe essere tolto.
Calenda ha detto poi che è giunta l’ora di smettere di dire “no” a tutto, riferendosi agli approvvigionamenti di energia che sono stati a suo tempo bocciati, come il nucleare, le perforazioni di gas nell’Adriatico, i gasdotti prima decisi e poi bocciati dai governi successivi. Ora l’Italia ha bisogno di tutto questo e subito, a cominciare dal rigassificatore di Piombino, altrimenti il rischio è fermarsi e non ripartire più.
Riassumendo, l’Assemblea di Confindustria ha indicato obiettivi immediati da perseguire: approvvigionamento di materie rare, istruzione dei giovani, salari decenti, abbattimento del cuneo fiscale, sburocratizzazione delle decisioni sull’approvvigionamento dell’energia, il tutto oggi per oggi e non per domani!
Ce n’è per tutti ed è necessario muoversi subito.