“Chi è?”, dice qualcuno da un microfono installato dentro casa. “Io”, risponde qualcun altro che sta aspettando fuori. Quante volte ci è capitato di partecipare a una conversazione di questo tipo davanti a un citofono? Uno strumento che comincia a diffondersi nella prima parte del Novecento, ma la cui storia può essere riavvolta fino al XV e XVI secolo, quando nel suo Codice Atlantico Leonardo Da Vinci studia un sistema con cui scambiare comunicazioni nelle fortezze.
Non va così lontano la storia di Comelit, ma si può dire a ragione che comunque abbia radici profonde. “Siamo nati nel 1956 realizzando dispositivi audio per la comunicazione”, comincia a raccontare l’amministratore delegato Edoardo Barzasi. “Inizialmente – prosegue – lavoravamo per gli uffici, poi ci siamo allargati all’ambito residenziale con i citofoni e, in seguito, i videocitofoni che tutti conosciamo”. Dagli anni Duemila in poi l’impresa di Rovetta, nella Val Seriana (BG), ha compiuto una serie di passi ulteriori.
“Abbiamo cominciato ad allargarci su campi adiacenti, così da creare un’offerta completa di sistemi di sicurezza: videocitofoni, impianti di evacuazione sonora e di antintrusione, dunque anche dispositivi di rilevazione incendi e antifurto. Da qualche mese, infine, abbiamo in casa anche soluzioni per la building automation per ambienti sia residenziali che terziari”, spiega l’ad. Per farlo Comelit ha messo a segno diverse acquisizioni negli ultimi anni: dalla francese Immotec alla bulgara Teletek Electronics, dalla ‘connazionale’ Blueprint alla britannica Pac fino alla spagnola Ingenium, arrivata qualche mese fa.
Il cuore dell’azienda resta a Rovetta, ma già ben prima che cominciassero le acquisizioni Comelit aveva dimostrato una forte vocazione per l’estero. Negli anni Settanta e Ottanta, infatti, aveva costruito una prima rete di distributori in diversi Paesi europei che, nelle decadi successive, “abbiamo fatto diventare vere e proprie filiali”: “Se volevamo crescere – afferma Barzasi – non potevamo affidarci alla volontà di venditori ‘terzi’ rispetto a noi”.
E così oggi la rete di filiali di Comelit copre tutto il Vecchio Continente e si estende anche a Stati Uniti, Estremo e Medio Oriente (con le sedi di Singapore e di Dubai). La scelta è stata premiante, perché dell’oltre 70% di fatturato ottenuto dall’export, l’80% è ottenuto grazie alle filiali. “L’Italia resta il nostro primo mercato, con circa 50 milioni di ricavi. Poi per grandezza ci sono Francia, Gran Bretagna e Olanda, dove fatturiamo nell’ordine dei 20 milioni, e, a seguire, Spagna, Germania, Belgio e Usa”.
E, a proposito di numeri, nel 2016 il fatturato dell’azienda raggiungeva i 96,9 mln. L’azienda è cresciuta anno dopo anno, retrocedendo leggermente solo in concomitanza con lo scoppio della pandemia di covid. A fine 2023 ha praticamente raddoppiato il dato di sette anni prima, chiudendo a circa 180 mln. Nel contempo è migliorato anche l’Ebitda, salito dai 16,7 mln del 2020 ai 21,5 mln del 2022, poi ulteriormente cresciuto nel 2023 (23,2 mln). L’utile di due anni fa è stato pari a 13,4 mln.
“Su questo delta le acquisizioni cubano per circa 30-35 milioni”, precisa l’ad Barzasi, che identifica anche uno spartiacque nel 2020: “Sappiamo bene tutti cosa è successo e il clima di forte incertezza che la pandemia ha generato. Fino a quell’anno il contesto era, in generale, molto favorevole: poi abbiamo dovuto fare i conti con la crisi della supply chain e l’aumento dei costi della produzione. Questi due aspetti hanno sicuramente impattato sul 2021, ma noi siamo continuati a crescere anche in volumi”.
Il mercato di Comelit, spiega poi Barzasi, “è legato a quello dell’edilizia e, più nello specifico, a quello delle ristrutturazioni edilizie, che da solo genera circa la metà dei nostri ricavi”. Eppure, i recenti bonus legati al mondo delle riqualificazioni non hanno spinto i risultati dell’azienda bergamasca: “Tutt’altro – commenta l’ad –, perché noi vendiamo a distributori di materiale elettrico e non direttamente agli installatori: finché questi ultimi sono stati impegnati con i pannelli fotovoltaici hanno rifiutato ogni altro tipo di lavoro”.
E se il 2024 si chiuderà (ancora una volta) in crescita, il prossimo traguardo è già stato messo nero su bianco: arrivare ai 300 mln di ricavi entro il 2030. Come? “Da una parte – risponde Barzasi – dobbiamo continuare a guadagnare quote di mercato: per questo abbiamo investito e continueremo a investire sia sui prodotti da vendere che sulla nostra organizzazione commerciale, dunque su persone e presenza sul territorio, così da poter valorizzare la nostra offerta agli occhi dei clienti”.
Appena cinque anni fa, infatti, in Comelit lavoravano circa 500 persone, mentre oggi il Gruppo ne conta più di 1.000. “Il nostro mestiere è cambiato radicalmente da quando io ho iniziato – ricorda l’amministratore delegato –: siamo partiti come una realtà che progettava apparecchi elettrotecnici mentre oggi gran parte del lavoro riguarda i software più che gli hardware”. Questo significa anche che l’azienda ha sempre più bisogno di competenze specifiche.
Da questo punto di vista, trovarsi in una zona non facilmente accessibile come la Val Seriana non è di aiuto, ma Comelit ha per questo aperto uno dei propri sei centri ricerca (il più importante) a Bergamo. “Sull’R&D investiamo ogni anno l’8,5% dei nostri ricavi”, precisa Barzasi. Ma l’allargamento delle quote di mercato tramite la valorizzazione dell’offerta Comelit e il potenziamento della parte commerciale non sarà l’unica pista che l’azienda percorrerà.
“Dall’altra parte, non è escluso che potremo acquisire ancora. Il capitolo M&A ci vede sempre attenti e interessati – conclude l’ad – non tanto per allargare l’offerta perché, da questo punto di vista, vogliamo prima di tutto mettere a profitto le ultime operazioni, quanto più per ricavarci quote di mercato nei vari Paesi dove operiamo. Abbiamo acquisito per comprare tecnologia e know-how e, così facendo, abbiamo diversificato i nostri prodotti e la nostra geografia: ora, con un mix di crescita organica e per M&A, nei Paesi in cui già siamo possiamo fare ancora tanto”.
Comelit è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.