Location suggestiva, sale con vista panoramica sulle colline per un locale che esiste dalla fine degli anni Cinquanta, da sempre gestito dalla famiglia Cornali e partito prima come chioschetto, poi bar, quindi locanda con alloggio, balera e ristorante per eventi per trasformarsi, poi, in una proposta di fine dining. L’accoglienza è calorosa, come accogliente è la proposta gastronomica dello Chef Mario Cornali, personaggio eclettico, amante dell’arte e autore di più libri, fra cui uno sul processo creativo, ovviamente utilizzato anche in cucina. Una cucina, la sua, che è sostanzialmente confortevole, non spigolosa, gustosa, con utilizzo anche di note agrumate, declinate più sul versante della dolcezza che non dell’acidità. Paradigmatico, in questo senso, il Risotto all’acqua di arancia, caffè, sugo di arrosto e kale. Grande attenzione ai prodotti, rigorosamente locali sia per la carne sia per il pesce, di lago. Sulla carne si spazia dalla Quaglia bergamasca, orzo al whisky torbato e foglie di fico alle Animelle, spugnole, salsa di latte cotto e foglie di limone. Sul versante ittico ci sono i Ravioli di lavarello, limone e bisque di gamberi d’acqua dolce, gli Spaghettoni con missoltino, salsa all’alloro e pane croccante e l’Anguilla alla brace laccata al mandarino con insalata aromatica e albicocca. Servizio professionale, efficiente e rapido. Importante carta dei vini. Due menù degustazione da otto portate a 75 euro, di cui uno solo con pesci di pescatori lariani. Alla carta sui 85 euro.