Ci sono profumi che scandiscono la nostra vita: che ripescano dall’oblio situazioni e persone, che ci aiutano ad assaporare un momento o che magari ci fanno sentire a casa, con tutto quello che questa parola può significare. Viene da stupirsi a pensare come qualcuno (un artigiano o un’azienda), senza nemmeno conoscerci, abbia saputo toccare le nostre corde più profonde con una fragranza. Sembra quasi ci sia qualcosa di alchemico. Se poi questa parola – alchimia – compare nella storia di quella stessa impresa che ha realizzato il prodotto, un motivo ci sarà.
È quanto accade per la Cereria Terenzi Evelino, legata a una famiglia che ha radici antiche (si ricorda il nobile Gabriele Terenzi, “amante dell’arte e dell’alchimia”), ma salde tutt’oggi. “L’attività proviene dalla costola di un’altra impresa famigliare – racconta Paolo Terenzi, attuale titolare assieme alla sorella Tiziana –. Mio nonno e il fratello producevano candele votive ed ecclesiastiche. Dopo aver accumulato una ricca esperienza nel settore, nel 1968 mio padre Evelino ha deciso di seguire il suo sogno e di fondare la propria azienda. Spinto dal desiderio di innovare e di portare luce nelle occasioni più gioiose, si è concentrato sulle candele per compleanni e feste, rendendo ogni celebrazione unica e indimenticabile”.
“Siamo l’unico produttore di questo tipo di candele rimasto in vita in Europa, dopo che il mercato è stato praticamente invaso da aziende del Far East”, prosegue il titolare. L’impresa di San Giovanni in Marignano (RN) è riuscita a resistere facendo “un prodotto altamente qualitativo e in grado di garantire tutta una serie di certificazioni che, per esempio, nel settore professionale vengono richieste”.
Oggi la divisione dedicata alle candele da compleanno è una delle più piccole dell’azienda, che è andata a coprire altri segmenti. C’è quello della candela profumata e quello delle fragranze vere e proprie, in cui Cereria Terenzi Evelino realizza fragranze d’autore. “Abbiamo tre brand di profumeria artistica – spiega il titolare –, ma ci occupiamo anche di produzioni sartoriali per i più prestigiosi marchi della moda e della profumeria di lusso in tutto il mondo”.
I dati economici potrebbero fare invidia. Nel complesso dal 2016 al 2022 il fatturato è quadruplicato: da 8,3 mln è passato agli 19,8 mln del 2020 e infine a 34,2 mln, riportando così un tasso composto di crescita annuale del 26,58%. Dall’anno segnato dalla pandemia, poi, la marginalità media si è attestata oltre il 40% ed è salita da 9,1 mln a 12,1 mln. Due anni fa, inoltre, l’utile è stato di 8,1 mln.
Nel 2023 Cereria Terenzi Evelino si è superata ancora: i ricavi sono stati pari a 46 mln mentre l’Ebitda percentuale è andato oltre il 45%: “E per mantenere gli standard che vogliamo avere non potrebbe essere altrimenti”, commenta il titolare. E aggiunge: “Per il 2024 abbiamo un budget molto sfidante, ma la quadrimestrale si è chiusa in maniera quasi esaltante per noi”.
Le prime “nubi all’orizzonte” si sono palesate da maggio in poi: “Abbiamo cominciato a vedere segnali di mercato che sarà necessario tenere sottocchio, anche perché riguardano mercati importanti per noi. Penso alla Germania che non è ancora uscita dalla recessione e al conflitto russo-ucraino che non accenna a spegnersi, ma anche alla Francia uscita più ‘traballante’ dopo le europee”.
Se sull’andamento dell’anno in corso, dunque, la prudenza è fondamentale, viene da chiedersi cosa abbia spinto le performance degli ultimi anni. “Prima del 2015 vendevamo le nostre candele nella grande distribuzione e, anzi, in questo eravamo leader nazionali – spiega il titolare –. Poi abbiamo capito che lì il nostro prodotto non era valorizzato”.
L’azienda decide così di ridisegnare la propria curva del valore e uscire da quello che era il proprio mercato di riferimento iniziale: una scelta sicuramente non facile (soprattutto visto il fatto che la Gdo rappresentava circa il 70% del suo fatturato), ma che impone ai titolari di guardarsi attorno. “Abbiamo capito che all’estero, fuori dai confini del nostro Paese, c’erano clienti che potevano essere interessati. E così, partendo dal Medio Oriente, ci siamo espansi a macchia d’olio”.
A questa riflessione se ne è poi aggiunta un’altra e la Cereria è arrivata di recente ad aprire 13 boutique monomarca nel mondo. “Vorremmo arrivare a 240 nell’arco di una decina d’anni – dice Paolo Terenzi –. Un prodotto come il nostro fa leva sulle emozioni: deve essere venduto in un tempio, anche perché la clientela è sempre di più alla ricerca dell’esperienza. Questa attenzione è uno dei tanti motivi che ci rende il benchmark mondiale nella qualità”.
E qui arriva un punto fondamentale: “Un prodotto antico come una candela, che ha migliaia di anni di storia, ha bisogno di essere continuamente innovato: per questo – spiega Paolo Terenzi – la qualità è il punto di partenza, non di arrivo. E per questo non possiamo affidare la produzione a terzi”. Oltre a tre ricercatori interni, Cereria Terenzi Evelino lavora con diversi poli di ricerca e università e alle innovazioni di prodotto affianca quelle produttive.
Parlare di sostenibilità sembra quasi scontato: “Siamo sostenibili dal 1970, quando ancora non andava di moda, e lo dobbiamo tutto a nostro padre”. Cereria Terenzi Evelino, per esempio, ha un brevetto per la paraffina di origine naturale: la sua cera può essere utilizzata per applicazioni farmaceutiche e alimentari. Non esagera l’azienda quando dice che le sue candele sono “talmente naturali da poter essere mangiate”.
Forte di tutti questi elementi, Cereria Terenzi Evelino ha via via ampliato la propria quota export, che oggi supera il 95%: “Arriviamo in tutti i continenti. Il nostro mercato principale è quello Usa, poi ci sono l’ex gruppo sovietico e il Medio Oriente”. Le sue candele e le sue essenze varcano le frontiere di ben più di 100 nazioni ed è stato anche questa spiccata internazionalizzazione a consentire all’azienda di superare brillantemente il periodo pandemico.
“Quali mercati stiamo sviluppando ora? Quelli nel Sud Pacifico: Thailandia, Vietnam, Laos, Corea, Giappone, Indonesia e Cina, per dirne alcuni”, risponde Paolo Terenzi. Che chiude con una punta di sarcasmo: “Nonostante il sistema Paese sembra quasi faccia di tutto per non valorizzarlo, il made in Italy è un aspetto molto apprezzato all’estero”.
Cereria Terenzi Evelino è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.