In un periodo sfidante per il settore manifatturiero, torna la nona edizione di Open Factory, il più importante opening industriale che permetterà ai partecipanti di visitare e prendere parte a laboratori e workshop in diverse aziende italiane d’eccellenza. In Lombardia cinque le aziende che aprono le porte: Amplifon, Lati Industria Termoplastici, Gabel, Nicro e Niederstätter
Per il 2030 saremo circa 58 mln e andranno in pensione 4 mln di lavoratori, provocando, secondo le previsioni di Prometeia, un ammanco di 700mila persone sul mercato del lavoro. Questo lo scenario descritto nel corso dell’appuntamento “Emergenza natalità: l’immigrazione che serve e i bonus delle imprese”. Una sfida a cui devono rispondere le istituzioni, con una politica adeguata per gestire l’immigrazione e favorire la genitorialità. Ma anche le aziende. Geremia (San Marco Group): “In azienda tratteniamo il capitale umano con un bonus genitori da 6000 euro e stagisti che affiancano le neo-mamme”
Il benessere dei dipendenti è cruciale per la produttività e il successo aziendale. Ciò comprende il design degli spazi, la sostenibilità, l'uso di tecnologie avanzate, la promozione della salute e il focus sull'efficienza operativa. In un contesto di fenomeni globali come la Great Resignation, preservare la felicità dei dipendenti è fondamentale per la continuità aziendale. Il Ceo di Equinix sottolinea l'importanza di una cultura aziendale sana e collaborativa. Creare una cultura aziendale centrata sul benessere contribuisce a un'employee experience positiva, influenzando l'engagement, la retention dei talenti e i tassi di turnover
Il percorso iniziato con la Capitale della Cultura 2023 e l’assemblea delle due Confindustrie, a confronto con il “Modello Emilia” è stato al centro di un incontro al Città Impresa. “Il 2023 ha permesso di abbattere molte barriere”, assicura Giovanna Ricuperati. L’obiettivo è “definire le valley e le filiere dei nostri territori perché siamo una potenza manifatturiera europea”. Pasini: “Abbiamo rotto il ghiaccio, ora serve dare seguito”. E spunta l'ipotesi di una Fondazione comune
Si chiude al Kilometro Rosso il Festival dei Territori Industriali dopo un'intensa tre giorni. Per aprire la domenica Fiorenza Lipparini, Salvatore Majorana e Stefano Soliano affrontano il tema dei parchi dell'innovazione come cerniere tra imprese, università e centri di ricerca e come pilastri per lo sviluppo economico. A seguire, il Città Impresa terminerà con una riflessione sull'industria automobilistica italiana con l'intervento di Alberto Bombassei e il dibattito tra il presidente di Anfia Roberto Vavassori, Enrico Carraro, Francesco Buzzella e Luca Rossi
A ospitare la cerimonia di assegnazione della terza edizione del Premio Letteratura d’Impresa, promosso da ItalyPost e dall'Economia del Corriere della Sera, è stata la Camera del Commercio di Bergamo. La Giuria dei lettori ha premiato il libro di Alessandra Selmi con 60 voti. Secondo con 39 preferenze Paolo Bricco, seguono Gian Arturo Ferrari con 33 punti, Francesco Casolo con 25 e Severino Salvemini con 22
Il segreto dello sviluppo lungo la via Emilia (testimoniato da più elementi) sta nello spirito di comunità. Tradotto, nella capacità di fare sistema sul territorio. Per Bergamo e Brescia, dopo l’anno da Capitale della cultura e in vista dell’assemblea congiunta delle Confindustrie, il momento è propizio per provare a fare il salto e replicare il modello. Ma serve avviare un processo che superi gli individualismi, con proposte comuni e una “unione” formale. Se pensare a fusioni sarebbe prematuro, uno strumento intermedio per elaborare politiche comuni potrebbe essere una Fondazione
Durante la kermesse fari puntati anche su intelligenza artificiale e innovazione, declinata su più fronti. Emmanuel Becker discuterà dei data center, pilastri della digitalizzazione, mentre Walter Ruffinoni offrirà una prospettiva originale sulla leadership aziendale. Saranno affrontati temi che vanno dalla complessità delle reti all'interazione tra macchine e esseri umani
Alle imprese per svilupparsi servono territori competitivi. È attorno a questo grande tema che si svilupperà l’edizione bergamasca del festival promosso da ItalyPost e da L’Economia del Corriere. Dal 10 al 12 novembre in città arriveranno oltre 200 relatori per dare vita a 60 incontri. Tra i big il ministro Pichetto Fratin, poi Rutelli, Renzi, Tremonti, Cottarelli, Bentivogli, Treu, Bonetti, Fornero, Giannino. E imprenditori come Bombassei, Chiesi, Marchesini, Pasini, Pontremoli, Carraro, Buzzella e Sassi
Ripercorrere le evoluzioni in corso e tracciare le direttrici future di sviluppo dei territori industriali: a questo compito sono chiamati gli imprenditori che parteciperanno al Festival in scena a Bergamo tra meno di una settimana. Tra questi anche Nocivelli di Epta, Chiesi di Chiesi Farmaceutici, Pasini di Feralpi, Brasso di Teoresi e Ferraris di Fine Foods. A scandire la loro partecipazione una serie di sezioni tematiche che punterà i riflettori sulle varie sfide che il nostro tessuto industriale dovrà affrontare
Durante la kermesse ci sarà un ciclo di incontri, sotto il titolo di “Fattore D”, per discutere di impresa e occupazione femminile, dunque della necessità di cambiamenti strutturali per affrontare le disuguaglianze che affliggono il mercato del lavoro del nostro Paese. Dalla presentazione del libro "Legami e Legature", in cui si racconta la storia di Srithi, lavoratrice instancabile immigrata dal Bangladesh che riuscirà a fondare la sua azienda, a eventi come “Carriera: davvero le donne sono tagliate per il potere?”, e “Le imprese sono disposte a cambiare organizzazione per avere le donne a bordo?”. Fino a “Donne e lavoro. La rivoluzione in sei mosse”, in cui la giornalista Rita Querzè, si confronterà con la già ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e il già ministro del lavoro e delle politiche sociali Tiziano Treu
Tornano in scena le imprese "Best performer" selezionate dal Centro studi ItalyPost sulla base di stringenti criteri di bilancio. Quest’anno la ricerca si estende a 10 province e 5 regioni tra le più industrializzate d’Italia. Sono imprese che vanno dai grandi gruppi (purché abbiano chiuso in utile e rispettino i parametri) alle piccole realtà. Per tutte il must è crescere, per continuare a produrre valore per sé e per il territorio circostante. Qui tutte le tappe del tour di premiazione delle imprese e il link per acquistare le ricerche
Analizzando i dati delle 1.000 imprese Best Performer delle province emiliane, in termini di fatturato il primato va a Bologna con 53 mld, seguita dai 43,7 mld di Modena e dai 33,6 mld di Reggio Emilia. La provincia felsinea (con un Ebitda di 7,7 mld) fa segnare anche l’Ebitda margin più elevato (14,66%). Guardando alla pfn, invece, è Reggio Emilia a registrare l’indebitamento più basso con 758 mln; più alti i dati di Bologna (2,4 mld) e Modena (2,0 mld), influenzati dai 1,2 mld di debiti rispettivamente di Gruppo I.M.A. (macchine per il packaging) e del gruppo alimentare Cremonini
Guardando ai dati delle 1.000 imprese Best performer delle province lombarde, Bergamo, che pure riporta il fatturato più basso (48 mld, guidata dai 3,6 mld di Brembo), registra l’Ebitda margin più alto (13,06%). È inoltre la meno indebitata, seguita a stretto giro da Monza-Brianza: entrambe hanno una Pfn pari a circa un terzo dei 2,5 mld di Brescia. Il settore trainante è il metalmeccanico, ma a Monza-Brianza la situazione è più diversificata
ItalyPost e Quaeris hanno interrogato le imprese Best Performer sulle loro prospettive per l'anno prossimo, ormai vicino. Nel 2024 la maggioranza degli intervistati prevede stabilità (43,7%) o una crescita (37,2%) rispetto all'anno corrente. In generale, le imprese ritengono di crescere più dei mercati di riferimento per il quale prevedono stabilità (53%), contenuta crescita (18%) o sensibile decrescita (29%). Il 90% prevede di svilupparsi con una crescita organica, solo il 10% intende fare acquisizioni
Dall'analisi dei bilanci delle 1.000 migliori imprese delle province venete, se Verona registra il fatturato più alto grazie a imprese come Eurospin, Lidl e Calzedonia, Treviso segna il più basso con 35,6 mld. A livello di Ebitda margin, però, le imprese veronesi sono in fondo con un 10,2%. La pfn invece mostra che la provincia meno indebitata è Padova con 416 mln, mentre Verona segna 2,4 mld. Il dato padovano è influenzato dai 372 mln di cassa di Alì Group, tra i leader mondiali nel mercato delle apparecchiature per la ristorazione
L’azienda riminese produce macchinari per la lavorazione del legno e di altri materiali e componentistica per le proprie macchine, oltre che per terzi e per l’industria meccanica. “L’integrazione verticale è fondamentale in un settore di nicchia come il nostro”, spiega il presidente Andrea Aureli. A livello orizzontale, “la strategia è di acquisire i distributori nel mondo e crescere nei servizi”. Dopo gli 846 mln di fatturato del ’22, il forecast per il ’23 è a 900 mln, ma il “sogno è il miliardo. Mentre il ’23 si chiuderà ancora bene, l’anno prossimo sarà critico, ma con la nostra diversificazione geografica dovremmo reggere il colpo”
Dopo l’accentuata inflazione del ’22, il mercato nel ’23 mostra segnali di stabilizzazione e, secondo Giovanni Arena, presidente del Gruppo VéGé e ceo del Gruppo Arena, “ci sono concrete aspettative di buoni risultati”. Tra i trend in atto, lo spostamento dei consumatori dai prodotti dell’industria di marca – “che non ha tempestivamente riadeguato i listini alla discesa dell’inflazione” – alla marca del distributore e il progressivo aumento di quote di mercato dei discount. “Se nel 2024 l’inflazione scenderà ancora ma non riprenderanno i volumi, avremo fatto due volte autogol”
Il gruppo leader nella refrigerazione commerciale ha registrato un tasso composto di crescita annuale del 7,39% nel periodo 2015-2021 e, nel 2022, un fatturato salito a 1,33 mld, +13,3%. Un successo che, secondo il presidente Nocivelli è frutto “dell’apertura a soluzioni che possano generare valore, anche attraverso la crescita inorganica. Abbiamo compiuto 18 acquisizioni dal 2004, otto in quattro anni. Per la fine del 2023 i ricavi aumenteranno 1,5 mld, ma ora puntiamo ai 2 in un futuro non poi così lontano”. A settembre è stata annunciata quella di Heifo, azienda con sede in Germania, e una joint venture con la tedesca Viessmann Refrigeration Solutions
L’azienda di Crocetta del Montello (Treviso), gestita da tre generazioni dalla famiglia Moretti Polegato, si estende su oltre 200 ettari di vigneti, a cui si aggiungono altri 2000 ettari controllati in Veneto e in Friuli. Con grande attenzione alla biodiversità e all’innovazione, la cantina è cresciuta nel corso degli anni raggiungendo un fatturato di 145,3 mln nel 2022, il 65% circa proveniente dalle esportazioni, contro i 121,3 mln del 2021 e un Ebitda lievemente calato a 11,6 mln (8,04%). Il presidente Moretti Polegato "Quantitativamente il prosecco ha raggiunto il suo massimo di produzione, ora dobbiamo valorizzare i nostri prodotti, siamo ancora lontani dai prezzi medi praticati dai francesi sui loro vini”
Diversi i fattori che incidono sull’andamento del settore dei salumi e delle carni suine, a cominciare dalla “scarsa disponibilità di carne in Italia e in Europa”, spiega Alvaro Zavaglia (in foto con i figli), presidente della storica azienda ravennate. Sul calo della domanda pesa la congiuntura economica generale e “il blocco alle importazioni dall’Italia operata principalmente nell’area asiatica a causa dell’epidemia di Peste Suina Africana”, aggiunge. E nonostante l’elevato costo della materia prima, “il prezzo finale dei prodotti è stato rivisto con molta cautela”
Il cibo e vino Made in Italy nell’anno in corso tiene la posizione. Le aziende “Top” del settore, selezionate da ItalyPost e L’Economia del Corriere, parlano di una timida crescita del fatturato con, in qualche caso, di una marginalità in leggera contrazione. Un buon risultato a fronte del calo dei consumi che è arrivato a investire anche questo comparto. Le aziende vinicole puntano a valorizzare il loro prodotto per crescere, lo dicono Villa Sandi, Bottega e Lunelli. Mulino Caputo aumenta la capacità produttiva, mentre Italpizza nel '23 registra un balzo di fatturato
Cresciuta attraverso una strategia di allargamento della capacità produttiva e della gamma di prodotti, l’azienda modenese dipende dalla holding Dreamfood, a sua volta controllata dalla holding Acta. Nel primo semestre ’23 il gruppo ha già raggiunto i 180 mln di fatturato (205,4 mln nell’intero ’22). L’amministratore di Acta Antonio Montanini: “In Italia abbiamo il 50% del mercato, ora puntiamo a consolidarci in Europa con il nostro brand, ma l’obiettivo vero è diventare i numeri uno nel mercato americano”. E ad eventuali partnership dagli Stati Uniti, Montanini non chiude la porta: “Ci sono già dei flirt”
Nei primi 6 mesi il settore calzaturiero è cresciuto in valore (fatturato a +7,4% e export a +10,2%), ma ha sofferto in volume (produzione a -5,7% e export a -6,8%). Pressoché allineato l’andamento delle scarpe outdoor, in crescita pur rallentata nel periodo. Bolzonello, ad di Scarpa: “Oltre alla domanda in calo, registriamo difficoltà nello smaltimento degli stock nei punti vendita per gli scarponi da sci alpinismo e i prodotti di fascia medio-bassa. Reggono le scarpe da trail running e arrampicata, ma è evidente la frenata dei consumi dovuta all’inflazione”. In calo tutti i mercati, non quelli asiatici, “ma a livelli non preoccupanti. Si prevede una ripresa dalla seconda metà del ‘24”
Un calo dei consumi, sul fronte dell’abbigliamento e più in generale della moda, nel 2023 c’è. Però ne risente meno, inevitabilmente, chi lavora nella fascia alta del comparto, o nelle piccole nicchie. Fra le imprese Top del settore secondo l'indagine ItalyPost e L'Economia del Corriere, lo confermano l'ad di Sugar e di Scarpa. Per MF 1 e Mabina Gioielli dati in linea con il 2022. Intanto sempre più aziende entrano nell'orbita di grandi gruppi stranieri
L’azienda toscana, creata nel 1986 da Mauro Guerrini e specializzata in articoli in pelle, borse e valigie prodotti in conto terzi per i brand del lusso, è oggi guidata dal figlio Alessandro. Che nel ‘21 ha rifiutato l’interessamento di alcuni fondi e anzi ha rilevato le quote del fratello. “Non era il momento giusto”, spiega l’ad. Tra i primi passi compiuti, un piano per dotare l’azienda di un top management e “garantire la continuità a prescindere dalla mia presenza” e l’introduzione della stampa 3D per creare i cartamodelli delle borse sulla base dei disegni dello stilista, “un progetto che svilupperemo ancora nel ‘24”
Fondata nel 1980 da Giuseppe Angiolini, la boutique del lusso multimarca è diventata un punto di riferimento nel mondo della moda per i suoi negozi fisici e dal 2016 è partita anche con l’online. Nel 2022, nonostante le sfide, il fatturato si è mantenuto a 70,7 mln, anche se l’Ebitda è sceso a 6,4 mln. Intervistato da Caterina Della Torre e Fabio Sottocornola, nel corso della kermesse sulle pmi del settore moda, l’ad spiega: “Rispetto agli anni del Covid il web sta un po’ soffrendo, la clientela è sempre più attenta a spendere. La mia strategia? Riequilibrare i prezzi dei listini con nuovi brand. Così si rende anche più unica l’esperienza di un multimarca, che vende in fin dei conti la sua identità”
Oggi l’azienda del packaging di Bologna conta 2.000 dipendenti e guarda ai 500 mln di fatturato. Una crescita “che combina lo sviluppo interno con la volontà di cogliere le opportunità di mercato”, spiegano gli ad Valentina ed Enrico Aureli. All’interno della stessa packaging valley, ma anche all’estero: “Abbiamo perseguito l’obiettivo di avere un plant in ogni paese manifatturiero rilevante. Oggi sono 10 in tutto”. D’altra parte “il nostro mercato è il mondo”. Sulla carenza di risorse umane: “Tema fondamentale, serve uno sforzo corale di tutta la meccanica strumentale per diventare attrattiva”
Un progetto “corale”, che mette insieme una rete molto ampia di partner – attori pubblici, associazioni di categoria, realtà del terzo settore, mondo della scuola, ecc… – a partire dalla sfida di sperimentare modelli organizzativi capaci di valorizzare la diversity.
DIMORE - DIversità...
L’azienda di Reggio Emilia, con filiali in Brasile, India, Cina e Usa, realizza sistemi oleodinamici di guida per macchine agricole, macchine da costruzione, material ending e auto sportive. Dopo i 224 mln di ricavi del ’22 il target per fine anno è posto a 250 mln, “nonostante una fase al momento calante del settore”, spiega il presidente Claudio Ognibene. “Abbiamo investito in un nuovo plant in Cina nonostante le difficoltà del paese perché siamo convinti che tornerà di moda. Del resto, quando abbiamo aperto una filiale in India ci dicevano che il servosterzo non sarebbe mai servito, ma dalla pandemia in poi non si vendono più trattori senza”
Nemmeno le Top del settore sono esenti dalle difficoltà del periodo. Gli imprenditori, selezionati da ItalyPost e L'Economia e riunitisi venerdì a Milano, raccontano di un 2023 segnato da un rallentamento del fatturato. Pesa il calo della domanda globale. Intanto però hanno lavorato per proteggere la marginalità: per quasi tutti resta in linea col 2022. I casi di Annovi Reverberi, Pietro Fiorentini, M.S. Ambrogio e Somec. Il caso Ognibene
Il presidente della modenese Annovi Reverberi, che produce pompe per il B2B e idropulitrici per il B2C, ha tracciato il quadro del settore della meccanizzazione agricola e industriale. “Registriamo parallelamente un incremento della marginalità dovuta agli aumenti di prezzi andati a regime. Aiuta anche il calo di energia e materie prime”. Guardando alle esportazioni, “tengono gli Stati Uniti, cala moderatamente la Germania”. E per il 2024 “attendiamo una lieve ripresa del mercato consumer e una stabilità nel B2B”
Le migliori imprese del settore, selezionate da ItalyPost e L’Economia del Corriere, venerdì scorso hanno tracciato l’andamento degli ultimi anni e raccontato le loro strategie di crescita. Tendenzialmente il 2022 è stato un anno complesso e dalla bassa marginalità. Il 2023 è ancora difficile per chi soffre della contrazione dei consumi, mentre altri tirano un sospiro di sollievo grazie al calo dei costi. Valore totale del comparto nel ‘22: 115,7 mld
L’azienda veneziana leader nella produzione di pitture ed edilizia professionale oggi con 8 siti produttivi, 3 società commerciali e 6 brand è amministrata da Pietro Geremia, intervistato da Caterina Della Torre nella Sala Buzzati del Corriere della Sera. Nel 2022 il gruppo ha raggiunto un fatturato di 107,7 mln di euro e un Ebitda di 20,1 mln e ora punta a consolidarsi ancora all’estero: “Il mercato indiano è uno dei tre mercati su cui vogliamo puntare. Con un importante player locale abbiamo già una joint venture che porta i nostri prodotti in 3000 punti vendita, ma il segmento della classe medio alta della popolazione così attento ai trend europei cresce vertiginosamente” Quest'anno il gruppo mira ai 125 mln di fatturato e 22% di Ebitda
A margine dell’evento, l’ad di Lati Industria Termoplastici, Michela Conterno, ha descritto l’andamento del settore chimico-plastico nel 2023. “Stiamo attraversando una fase di calo della domanda. In più, la concorrenza estera, specialmente dalla Cina, sta erodendo i margini e le quote di mercato”. Meno critica la situazione dei produttori di macchinari, che “stanno ancora gestendo gli ordini accumulati fino al 2024”. Nel settore dei materiali chimici, i prezzi delle materie prime sono in deflazione e c’è disponibilità. E per il prossimo anno “le prospettive sono di una ripresa dal secondo semestre e di modesta entità”
Nata nel 1984 a Cerro Maggiore (MI), oggi Ab medica è leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, sistemi di telemedicina e chirurgia robotica. La ceo Francesca Cerruti: “Siamo partiti dall’importazione di device mini-invasivi dall’estero, poi siamo passati allo sviluppo in proprio anche attraverso un percorso di acquisizioni e di partnership in Europa”. E per proseguire nella crescita (nel ’22 i ricavi erano 330 mln contro i 275 del ’21), “lavoriamo per rinforzare la nostra rete distributiva nei mercati europei e puntiamo su telemedicina e intelligenza artificiale”
La vendemmia 2023 per i produttori italiani inizia con gli stock ancora pieni dal 2022. Pantini (direttore Wine Monitor Nomisma): “L’alto livello di giacenze è relativo soprattutto ai vini del Sud Italia”. Tra le cause della stagnazione del mercato interno, “l’inflazione e i minori consumi fuori casa rispetto al 2022”. Per quanto riguarda l’export, “in Nord America il rallentamento è dovuto alle scorte effettuate dagli importatori nel 2022; nell’Est asiatico può essere un calo fisiologico dopo anni di forte crescita”
Dal 2022 il Prosecco sembra essere in difficoltà. Nei primi mesi dell’anno l’export è in rosso mentre vanno meglio gli altri spumanti. I mercati principali come Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, stanno riscontrando difficoltà. In parte anche perché smaltiscono ancora scorte accumulate l’anno passato, mentre il calo dei consumi sembra innegabile. Il Consorzio ha deciso di limitare la produzione per evitare un eccesso di offerta rispetto alla domanda, concentrandosi sulla qualità
L'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv hanno presentato le previsioni per il 2023, stimando una produzione di circa 44 mln di ettolitri (-12%). Una riduzione che potrebbe non essere un male per via dei 45,5 mln di ettolitri già in cantina dall’anno prima e della flessione delle esportazioni. I produttori: “Il calo è legato all'inflazione molto alta e alla contrazione della capacità di spesa delle famiglie”. Alcuni lamentano l’impatto sulle marginalità, altri ne hanno risentito meno forti di un mercato consolidato e c'è anche chi ha iniziato ad abbassare i prezzi. Frescobaldi (Uiv): “La congiuntura complessa impone di ripensare il comparto nella sua totalità”
La tech company, affiliata al gruppo Antares Vision, ha ideato il sistema QualiFruit che utilizza un occhio elettronico e l'intelligenza artificiale per valutare la qualità delle cassette d'uva, favorendo un migliore smistamento. Il ceo Pietro Rota: “L’applicazione si basa sui modelli di selezione ai quali viene allenata dall’operatore stesso e può essere costantemente migliorata aggiungendo classi discriminatorie”. Nella fase di coltivazione Orobix ha introdotto anche un sistema che, grazie ad immagini rilevate da telecamere montate sui trattori, monitora quantità e qualità della produzione. “Così l’agricoltore valuta in maniera mirata se e dove servono trattamenti specifici o interventi di irrigazione”
Marco Bellinzona è ceo dell’azienda specializzata in intelligenza artificiale, acquisita un anno fa dall’azienda Champion trentina Dedagroup. Spiega che se le grandi aziende sono già organizzate per recepire le ultime tecnologie, nelle Pmi c’è molto lavoro da fare. I settori su cui ha già lavorato con risultati concreti sono la finanza, l’ottimizzazione della supply chain e l’energy. “Risolviamo problemi fondamentali per le imprese, come quello della previsione dei consumi per le multiutility, così la rete sarà sempre bilanciata”. E sull’impatto dell’Ia sull’occupazione: “Il lavoro cambierà, ma non diminuirà. Le trasformazioni ci sono sempre state”
Individuare, potenziare e comunicare con autenticità le leve organizzative (e non solo) che rendono attrattiva l’impresa nei confronti dei candidati: una sfida che, in tempi segnati da un gap crescente fra domanda e offerta di lavoro, interpella le imprese di ogni settore e classe dimensionale.
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Tutto il mondo, senza eccezioni, considera gli italiani come il popolo più creativo, più innovatore in tutti i campi, dalla moda al design, alle macchine utensili, ai processi di produzione. Ma gli italiani non sono come, ad esempio, gli americani che difendono e proteggono ogni loro nuova idea ...
Spesso si parla di etica dell’intelligenza artificiale o dei suoi rischi, ma quanto è effettivamente già diffusa? C'è chi sperimenta e chi l’ha già integrata nei processi. Come MT, che ha in fabbrica un robot umanoide che svolge lavori pesanti, Unox che così rende i propri forni più efficienti, Designtech che ne propone le funzionalità al mondo del design. Per Mareschi Danieli (Acciaierie Bertoli Safau) “aumenta la produttività e la sostenibilità riducendo gli incidenti”, per Podini (DedaGroup) “è ottima nella catena logistica, ma funziona anche in ambito finanziario”
L’azienda padovana da 280 mln di fatturato nel ‘22, leader nel settore dei forni professionali, sta introducendo innovazioni rivoluzionarie nelle cucine. La prima funzionalità, lanciata da un anno e mezzo, utilizza il riconoscimento vocale e algoritmi di IA per tradurre i comandi degli chef in azioni. La seconda, chiamata Optic.Cooking, utilizza un sensore ottico per riconoscere il cibo infornato e selezionare il programma di cottura adatto. L’ad Michelon: “Sarà disponibile da inizio 2024. L’aspetto innovativo è che, attraverso l’IA, il forno apprende durante l'uso e si adatta ai risultati voluti dallo chef”
Ad introdurlo, tra le prime in Italia, è stata la riminese M.T. che realizza portautensili statici e motorizzati per torni a controllo numerico. Sviluppato dalla brianzola Oversonic Robotics, RoBee è dotato di intelligenza artificiale e capacità cognitive per il lavoro in ambienti reali. “Da noi gestisce carico e scarico di pezzi, monitora la qualità e svolge compiti di bassa manovalanza”, spiega l’amministratore unico Gianluca Marchetti che lo ha voluto in azienda. “La decisione di inserirlo è stata influenzata anche dalle difficoltà nel reperire manodopera per questi lavori”
Il business del packaging in Italia vale oltre 14 mld di ricavi, con epicentro in Emilia-Romagna. La Commissione Europea vuole ridefinire le norme con una nuova regolamentazione. L'Italia contesta principalmente le restrizioni agli imballaggi monouso e la promozione del riutilizzo, oltre che i sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per bottiglie e lattine. Murizio Marchesini: “Va contro il riciclo e la propensione delle imprese italiane all’export”. Già approvati alcuni emendamenti più favorevoli per le nostre imprese, ma il voto definitivo si attende fra settembre e ottobre
Dopo la riforma del 1997, l'industria italiana del riciclo si è affermata a livello europeo e oggi conta 4.800 imprese e 236mila occupati, generando un valore aggiunto di 10,5 mld. Lo rilevano i dati del Rapporto Il Riciclo in Italia 2022. Le filiere di eccellenza includono gli imballaggi e la gestione di carta, vetro, acciaio, alluminio, oli, solventi e rifiuti inerti dall’edilizia. Distanti dalle medie o dai target europei, sono i settori delle apparecchiature elettroniche, delle pile e dei veicoli fuori uso
Secondo i dati di CoReVe, il Consorzio che si occupa del recupero di questo materiale, nel 2022 abbiamo superato l’80% di vetro riciclato. Un record che conferma, per il quarto anno di fila, il superamento del target del 75% fissato dall’Ue per il 2030. La proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, focalizzandosi sul riutilizzo, preoccupa gli operatori. Alti i costi economici ed ambientali che deriverebbero dall'organizzare un sistema con cui rinviare ai vari fornitori e produttori i contenitori. Un problema evidente soprattutto in particolari comparti con aziende fortemente export oriented come quelle vitivinicole
La stretta dell’Ue sul packaging punta a preferire il riutilizzo anziché il riciclo anche e soprattutto per gli imballaggi in plastica. L’ad di Piovan: “Siamo favorevoli a qualunque normativa favorisca la circolarità e anche al riutilizzo ove questo è possibile, purché non si generi un impatto ambientale maggiore del sistema di riciclo”. L'Italia, che ricicla il 56% degli imballaggi in plastica, è più indietro nel riuso “perché si applica ad un numero più limitato di prodotti”. Poi “bisogna puntare anche sul riciclo chimico, con cui si potrà decomporre il polimero in monomeri originali ottenendo nuovamente plastica vergine”
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