L'Italia domina l'export caseario negli Stati Uniti con 19.800 tonnellate nel primo semestre 2024 (+30% sul 2023). Il Financial Times: “I produttori di formaggio italiani accumulano scorte negli Stati Uniti per paura dei dazi di Trump”. Fra il ‘19 e il ‘20, quando i sovrapprezzi c’erano già, il settore aveva lasciato a terra 65 mln
Per l'industria casearia italiana, che ha esportato 93.000 tonnellate per 844 milioni di euro nel primo semestre 2024, delle alternative al mercato Usa si sviluppano. In Cina preoccupa l’incognita dei contro-dazi. Negli Emirati, aumenta la domanda per le eccellenze made in Italy. L'accordo del Mercosur tutela 9 formaggi Dop, aprendo il mercato sudamericano
I formaggi made in Italy brillano nei primi sei mesi 2024 con una crescita delle esportazioni del 14% in volume e 11% in valore nel primo semestre. Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano guidano l'export. Sorprendono i freschi: Mozzarella di Bufala DOP supera il 40% di crescita rispetto al 2023, mentre burrata e stracciatella registrano aumenti fino al 30%
Alberto Lancellotti e Mirco De Vincenzi, analisti del centro di studio per il mercato lattiero-caseario Clal: “L’export globale cresce dal 1994. Un recente aumento delle spedizioni oltreoceano è realtà, ma per il 2025 prevediamo cali limitati anche in caso di dazi, dato che si tratta di prodotti premium”. E in ogni caso “si troverà la strada per diversificare e recuperare mercato, come nel 2020”
La Germania è pronta a fare retromarcia, gli Usa puntano sull’idrogeno blu. E anche in Italia cresce lo scetticismo. Semino (Acciaierie Venete): “Il traguardo è più al 2050 che al 2030, e non per tutte le fasi del processo produttivo”. Zanni (AFV Beltrame Group) continua a crederci: “L’idrogeno può crescere come il fotovoltaico nel 2008, ma servono incentivi per sostenere la filiera”. Bos (Hydrogen Park): “La crescita sarà graduale, l’obiettivo realistico è il 10-15% del fabbisogno tra dieci anni”
Nessuno dei 145 progetti Pnrr sull’idrogeno è stato completato. Gruppo Pittini ha dimostrato che i forni possono essere alimentati da bruciatori a idrogeno fino al 100%. Semino (Acciaierie Venete): “Stiamo adeguando i nostri bruciatori per renderli pronti all’implementazione”. Zanni (AFV Beltrame Group): “Noi produciamo idrogeno per venderlo all’azienda più vicina”. Bos (Hydrogen Park): “La nostra banca dell’idrogeno garantisce il consumo costante di cui hanno bisogno acciaierie e servizi pubblici”
L’impiego dell’idrogeno nei processi industriali delle aziende energivore riceve una stroncatura senza mezzi termini dal presidente di Federacciai. Che dice: “Oltre ai costi inaccessibili, c’è anche il rischio di sprechi energetici. Il biometano costa meno e dà gli stessi risultati. L’ideologia green ha cercato di forzare il mercato verso tecnologie inesistenti”. E sui progetti in corso: “Senza il Pnrr, nessuno avrebbe interesse a promuovere l’idrogeno. Meglio pensare all’import da Nord Africa, Medio Oriente e Brasile”
In attesa di eventuali sviluppi sull’idrogeno, il mondo industriale valuta (e percorre) anche altre strade. Feralpi lascia aperta la porta all’idrogeno solo in Germania, mentre in Italia ha implementato forni elettrici e fotovoltaico. Zanni (AFV Beltrame Group): “Energia elettrica indispensabile per alcune fasi del processo”. Semino (Acciaierie Venete): “Stiamo valutando il biometano, che non richiede modifiche alle macchine ed è più facilmente reperibile”
Per le imprese la sfida da affrontare è doppia: gestire la crisi e le complessità del momento senza perdere di vista i megatrend del futuro. Emergenza climatica, invecchiamento della popolazione e impatto delle tecnologie sono gli ambiti per i quali serviranno nuovi prodotti e servizi. E gli investimenti vanno fatti ora per evitare di diventare marginali in futuro
Secondo il direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna, i lavori del futuro punteranno su benessere, sostenibilità e digitale. “La logica dei distretti è superata, oggi bisogna sviluppare relazioni e creare ecosistemi favorevoli alla realizzazione personale. Le passioni diventeranno professioni, gli ambienti phygital aumenteranno, digitale e AI miglioreranno la vita. L’obiettivo? Unire crescita economica e sviluppo sociale”
I fenomeni estremi dei cambiamenti climatici spingono le aziende a proporre prodotti in linea con l’aumento delle temperature. Dal Prà (Pedrollo): “L’abbassamento delle falde rende indispensabili le pompe sommerse e sommergibili. Oggi le persone sono disposte a spendere di più e cercano il made in Italy”. L’Italia progetta dissalatori più grandi per aumentare l’acqua potabile. E mentre La Sportiva propone sandali da trekking, nelle città spuntano tende vegetali e tapparelle per le finestre dei tetti
La silver economy che cresce sempre più spinge imprese e istituzioni a modificare prodotti e servizi per adattarli a consumatori senior. Menegatti (Università di Padova): “Stiamo sviluppando robot indossabili e morbidi come una calzamaglia per prevenire le cadute”. In Paesi come Singapore o Giappone i robot vengono già impiegati per dare informazioni negli ospedali o per tenere compagnia alle persone sole. Intanto Curci (Amplifon): “Aumenteremo personalizzazione, digitalizzazione e coinvolgimento degli utenti”. E Luxottica lancia gli occhiali con supporto uditivo
Non è solo la moda che a causa della crisi cinese denuncia una situazione forse peggiore di quella del 2008. L'automotive mette ko la Germania e anche la filiera di fornitura italiana registra cali del 30%. Ma è in crisi nera anche la chimica. Trainano solo Ict e industria degli armamenti. Gli industriali, da Guido Barilla a Bonometti, mettono sotto accusa il Green Deal, ma pesa soprattutto la mancanza di una nuova prospettiva industriale e l'incapacità di giocare un ruolo nel nuovo scenario geopolitico
Nel 2024 la produzione di trattori e mietitrebbie mostra una contrazione del 19,5%. La flessione dei fatturati raggiunge il 35%. Turchi (Gruppo Cep): “Non assumiamo più nessuno, abbiamo rinunciato a 15 dipendenti e avviato la cig, ma presto dovremo chiudere qualche unità. Chi può chiude o delocalizza”. Rinaldin (Climmar): “Immatricolazioni quasi dimezzate nel giro di due anni”. Soffrono anche le quotate come Comer e Cnh, che chiudono l’anno con fatturati in picchiata oltre il 20%
Il presidente delle Officine Meccaniche Rezzatesi, ex numero uno di Confindustria Lombardia, parla apertamente di crisi storica: “La situazione sembra senza via d’’uscita, andiamo verso la catastrofe. L’elettrico non è l’unica soluzione, ci sono anche i biocarburanti. Il Piano Mattei apre nuove opportunità in Africa. La vittoria delle destre in Germania sarebbe un’ancora di salvezza. E se i giochi si riaprono, l’Italia può tornare ai vertici del motore endotermico”
Trainata dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, l’industria militare è uno dei pochi comparti a godere di buona salute. Tra le top 40 mondiali ci sono Leonardo e Fincantieri, ma l’Italia si distingue anche per la stretta collaborazione tra big e Pmi. Bencivelli (Montek): “Ci siamo reinventati nel campo degli ingranaggi per le macchine militari”. Turchi (Cep Europe): “Ci abbiamo pensato anche noi, ma convertire la produzione non è così semplice”
Gli impianti di sorveglianza noti solitamente comprendono almeno una telecamera che è accolta in una custodia protettiva ed un gruppo di movimentazione che supporta la custodia e consente di orientare l’obiettivo della telecamera verso le zone da sorvegliare.
Nella custodia è presente un obl�...
Dai centri commerciali di lusso ai negozi tradizionali, le serrande abbassate sono sempre più numerose. Gli agenti immobiliari della Fiaip: “Il modello casa e bottega è sparito, bisogna ridurre i canoni di locazione”. In Emilia Romagna calano le attività al dettaglio (-5% in tre anni) ed esplode l’e-commerce (66 milioni di pacchi nel 2023). Confesercenti: “Le emozioni si sono spostate sui cellulari, i clienti ci chiedono foto e video. Ma gestire una vetrina sia fisica che virtuale è molto faticoso”
Uno tsunami dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. A lanciare l’allarme sulla crisi della moda è Daniele Gualdani, titolare dell’aretina Lem Industries. Che dice: “In passato le crisi duravano non più di nove mesi e il calo del fatturato non superava mai il 20%, oggi per molti raggiunge l’80% da due anni. Il settore ha sbagliato due volte, sottovalutando prima l’impatto del Covid e poi la nuova frenata del ’22. La ripresa non è sicura, servono misure straordinarie per non far scappare i brand”
Andrea Pendin, titolare della tenuta “L’Armonia” di Montecchio Maggiore (Vi), punta il dito contro le tecniche tradizionali che propiziano il surriscaldamento del terreno. “La strada da seguire è l’agricoltura rigenerativa. I giovani sono abituati a gusti acidi che penalizzano i vini rossi e le alte gradazioni”
Il futuro della filiera vitivinicola è segnato da diverse sfide. Secondo il dg di Cielo e Terra, che con i suoi vini si posiziona anche su fasce di prezzo molto basse, “il valore del vino non riesce più a remunerare adeguatamente i viticoltori, che rappresentano l’anello più in difficoltà della filiera. E anche il vino dealcolato contribuirà a far crescere i prezzi”. E sul tema del cambiamento climatico parla Lunelli: “Per combatterlo bisogna salire in alta quota”
Il mercato del vino assiste all’introduzione di nuovi formati di packaging, scontrandosi con barriere culturali forti. Il bag in box di Cabert ha conquistato i consumatori durante la pandemia, grazie alla capacità di mantenere alta la qualità anche a diverse settimane dall’apertura, va già in alcuni mercati e inizia a crescere in Italia. Altri esempi sono il vino in lattina di Giacobazzi e il vino in plastica di Sipa. Ma potranno davvero rivoluzionare un settore così tradizionale?
In un mercato vinicolo italiano spesso associato alle eccellenze Doc e Igt, il vino venduto in bottiglie da meno di tre euro al litro rappresenta quasi il 60% del valore (il 70% nella Gdo) e due terzi del volume. Bassetti (Caviro): “Nei discount l’incidenza raggiunge l’83% dei volumi”. Cielo (Cielo e Terra): “A comprare in questo modo giovani e anziani in primis”. Ma Lunelli: “Prezzi frutto di una produzione super intensiva ed estensiva”
Che gli Italiani siano un popolo di inventori è noto e riconosciuto in tutto il mondo. Del resto basta pensare alla radio o al telefono, tutte invenzioni italiane di enorme portata.
Purtroppo, però, gli italiani sono più abituati a regalare le proprie invenzioni a tutti, senza pensare a far so...
Penalizzate dai costi energetici e dalla concorrenza cinese, che non deve rispettare i vincoli del Green Deal, le imprese chimiche vivono una crisi che si riflette su tutto il made in Italy. Conterno (Lati): “La debolezza dell’Ue ha aperto la strada a competitor mai visti prima”. Rossi e Bencini (Sir Industriale): “Turchia favorita da materie prime, costo del lavoro, assenza di dazi e rapporti con Cina e Russia”. Bellini: “Sul green l’Ue sta correndo troppo, il resto del mondo segue strade diverse”
Mentre la chimica soffre, l’industria farmaceutica italiana vede crescere il fatturato a 52,4 mld (+52,3% dal ‘21) e l’export a 49 mld (+150% in dieci anni). Dietro a questa divergenza ci sono dinamiche globali che stanno ridefinendo il panorama di due settori storicamente vicini ma ora su percorsi differenti. Fumagalli (Steriline): “In Italia tanti investimenti, l’Europa fa più fatica”. Nicolini (Castagna Univel): “Gli integratori spingono la parafarmaceutica”
Nel 2023 sono circa 300 le aziende chimiche tedesche che hanno chiuso i battenti. Il settore registra le perdite record dei colossi Basf, Bayer e Covestro. L’indice Ifo sul clima aziendale ha toccato il livello più basso dalla crisi del 2008. L’interscambio Germania-Italia è diminuito sia come valore (-11,4%) che come volumi. Fumagalli (Steriline): “Chimica penalizzata dalla crisi dell’automotive”. Moltrasio (Icro Coatings): “La dipendenza dalla Germania è insostituibile e fa soffrire anche noi”
Per il presidente dell’azienda chimica bergamasca "siamo tra l’incudine del made in Italy e il martello delle multinazionali che lasciano l’Ue". Il Green Deal? "Obiettivo giusto da preservare perché ci permetterà di avere le tecnologie per limitare i danni del riscaldamento climatico, ma sbagliato fossilizzarsi sull'auto elettrica"
Per rimanere vincenti nei nuovi scenari globali “il piccolo è bello non basta più, ma per crescere servono capitali e una cultura finanziaria diffusa", afferma Visentin al Bergamo Città Impresa. Micucci (NB Aurora): "Cruciale indirizzare verso le Pmi parte degli oltre 4mila mld di risparmio degli italiani che prendono altre strade", tra cui l’estero. Sattin (Private Equity Partners): "Scorretto che i fondi pensione italiani investano all'estero"
Per l’ex premier l’esito delle elezioni americane obbliga l’Ue a superare la sua frammentazione e integrarsi per maggiori competitività e sicurezza. “Preserviamo le piccole aziende e incalziamo le grandi a fare un salto dimensionale per tenere testa a Usa e Cina, se non vogliamo diventare una loro colonia”. La debolezza franco-tedesca? “Non è del tutto un male, fa emergere la leadership di von der Leyen”
Dalle batterie all’idrogeno, passando all’elettrificazione delle imprese con il solare. Al Città Impresa va in scena la transizione energetica grazie ai contributi di Silvia Bodoardo, docente di elettrochimica al Politecnico di Torino, Michele Bolognese, Hydrogen and sustainable energy researcher Fondazione Bruno Kessler, e Andrea Bolla, presidente e ad di Vivi Energia. Tutti concordi: "Le batterie sono fondamentali per aumentare l’uso delle rinnovabili". Ma da sole forse non basteranno. Bolla: "Entreremo nella produzione, grazie al solare"
Al Città Impresa il professore emerito della Bocconi Francesco Giavazzi invoca i meccanismi di cooperazione rafforzata tra alcuni Paesi così come avvenuto con l’euro e Schengen. “Potrebbero consentire di realizzare l’unione dei capitali e finanziare investimenti per la competitività dell’industria”. L’editorialista del Sole 24 Ore, Adriana Cerretelli: “È iniziato il quinquennio più importante per la Ue, serve una governance forte specialmente ora che Francia e Germania sono internamente deboli”
Come è a conoscenza di tutti noi, spesso abbiamo necessità di eliminare dal nostro utilizzo i più diversi contenitori come lattine, bottiglie in vetro o simili.
Così procediamo alla compattazione o alla frantumazione degli oggetti per ridurre almeno il loro ingombro.
La società EURVEN SRL...
Il presidente dei costruttori di macchine utensili è scettico: “L’aumento delle aliquote è l’unica soluzione per spingere le imprese a investire, ma forse sarebbe proprio meglio studiare qualcosa di diverso. Industria 4.0 è un’esperienza che non deve andare persa e continuerà a trainare i consumi”. Bargellini (Top Automazioni): “Il 4.0 funzionava benissimo, se non aderiamo al 5.0 è perché non vediamo nessun vantaggio”
Il piano del governo per la trasformazione digitale ed energetica delle imprese ha raccolto richieste per 100 mln su 6,3 mld disponibili. Burocrazia e tempi stretti frenano gli investimenti. Dal tour alla scoperta delle 20.000 imprese best performer del paese emerge scetticismo e disinteresse. Crosetta (Antrax) è indeciso: “Rischiamo di spendere tanto e non ottenere nulla”. Donadoni (RHS) aderirà: “Ma molti temono che le regole cambino”. Foglieni (Fecs): “Investiremo meno di quanto fatto con il 4.0”
Il provvedimento lanciato da Calenda nel 2016 ha sbloccato gli investimenti nelle tecnologie digitali e ha fatto tornare l’industria italiana ad essere competitiva. Nel triennio 2021-23 lo Stato ha erogato 12,5 mld e nel ’24 si prepara ad erogarne altri 8, per un totale di 20 mld contro i 17 ipotizzati. La misura ha contribuito a far crescere il Pil dello 0,93% annuo, a incrementare la produttività del 20% e a creare 50 mila nuovi posti di lavoro
Il vicepresidente di Confindustria punta sul dialogo con Roma e Bruxelles per migliorare il provvedimento. “Il tetto di 6,3 mld è già stanziato dal Pnrr, quindi non ci saranno sorprese negative come con il Superbonus. Abbiamo chiesto di prorogare la scadenza di 3-4 mesi, ma puntiamo a ottenere una misura strutturale. Curva di apprendimento inevitabile, ma il sacrificio verrà ripagato”
A Milano il completamento della linea blu M4 ha abbattuto i tempi di trasporto dal centro all’aeroporto di Linate. A Bologna sono partiti i lavori di due delle quattro linee che formeranno la nuova tramvia. A Padova le linee del tram saliranno da una a tre. Una rivoluzione impattante ma destinata a migliorare la qualità dell’aria e del tpl. Con le grandi catene pronte ad insediarsi nelle zone attraversate dalle nuove infrastrutture
L’ex sindaco reggente di Padova, esperto di mobilità e trasporti, fa notare che lo slancio impresso dal Pnrr avrà un prezzo da pagare in termini di spesa corrente. “Alzare il costo del biglietto può essere una risposta, ma bisogna dirlo. Fondamentale aprire il dibattito. Le reti di trasporto vanno progettate prima dell’espansione urbanistica, non il contrario. E in futuro la pianificazione dovrà essere meno ideologica”
In passato i timori per l’impatto delle nuove infrastrutture sono stati cavalcati dalla politica, ma a Padova le contestazioni hanno lasciato il posto alla soddisfazione degli utenti. Ivo Rossi: “Bisogna aiutare le persone a orientarsi, con umiltà”. Tra i benefici maggiori, la riduzione del traffico privato: ogni giorno tram e metro toglieranno dalle strade 256 mila auto a Bologna, 82 mila a Milano e il 35% a Padova
Per la maggior parte degli agenti immobiliari, le nuove forme di mobilità incideranno sul mercato. A Milano, nelle zone attraversate dalla linea M4 della metro, i prezzi delle abitazioni sono già cresciuti del 40% in dieci anni e i negozi di quartiere stanno lasciando posto alle catene. A Padova il tram farà salire i prezzi del 15%. Scetticismo solo a Bologna: “Miglioramento limitato, non porterà variazioni significative”
Il Pil negativo della Germania sta impattando diversi settori produttivi italiani, tra tavoli di crisi e boom degli ammortizzatori sociali. Oltre all’automotive, la contrazione colpisce anche tessile moda, gomma plastica, concia, ceramica e biomedicale. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Tra i due Paesi partenariato storico, imprese fiduciose nella ripartenza”
Da Volkswagen a Mercedes-Benz e ThyssenKrupp, la crisi dell’industria tedesca si propaga sulle filiere italiane. I tagli dell’automotive risparmiano la Motor Valley, ma i fornitori delle grandi case automobilistiche devono ricorrere alla cig. Tra i gruppi in difficoltà presenti in Italia anche Sole Components e Basf
Tra i due Paesi un giro d’affari di 164,3 miliardi. Il calo del ’23 ha penalizzato soprattutto l’export italiano (-3,6%). La Germania è in pole position anche per numero di investimenti diretti in Italia, con oltre 1.700 imprese controllate e circa 96 mld di fatturato. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Macchinari, elettrotecnica ed automotive in difficoltà. Nel futuro green tech, aerospazio e tecnologia militare”
Christian Schubert, corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung da Roma, fotografa il clima che si respira in Germania. Dove la Camera dell’Industria e del Commercio continua a premere sulla transizione green e dove il governo ha approvato un pacchetto di misure per rilanciare l’economia. La ricetta? Sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, semplificazione burocratica e rafforzamento del mercato finanziario
Come abbiamo detto in precedenti articoli, un brevetto per essere valido deve essere nuovo ed originale. La novità di un brevetto implica che all’atto del deposito questo brevetto non sia conosciuto, ovvero non sia pubblicato o diffuso, né dal titolare, né da altri soggetti. Questo significa ch...
Per il presidente del Gruppo Clerici di Brescia (prodotti idrotermosanitari e arredobagno) “bisogna seguire la strada tracciata dall’elettrico. Nel nostro settore la partita riguarda chi fattura almeno 100 mln, il mercato ha bisogno di player più grandi. Anche noi abbiamo iniziato a trattare prodotti elettrici. L’edilizia privata soffre per la fine dei bonus e del rimbalzo post Covid, l’edilizia pubblica attende i benefici del Pnrr”
Il settore cresce a ritmi vertiginosi grazie alle acquisizioni. Il risultato è che idraulici ed elettricisti hanno a disposizione punti vendita sempre più moderni e assortiti. Ma le imprese italiane oltre i 100 mln sono una decina e la distanza dai mercati più evoluti come gli Usa è ancora notevole. Comoli Ferrari: “Bisogna puntare sulle aggregazioni per non diventare prede degli stranieri”
Il presidente e ad dell’azienda controllata dalla multinazionale francese, attiva nella distribuzione di prodotti e soluzioni per il mercato elettrico, prevede uno stop alle acquisizioni nel campo elettrico e un aumento delle concentrazioni sul versante idrotermosanitario. Che però cambierà pelle: “La pompa di calore apre le porte all’ibridazione. In Italia grande partecipazione, ma l’iniziativa è in mano agli stranieri”
L’azienda pordenonese, che produce box doccia e soluzioni per arredobagno, ha diversificato la catena della distribuzione con la napoletana Megawatt, specializzata in materiale elettrico. Per il ceo Giuseppe Presotto “i grandi player puntano sui volumi, le piccole insegne rispondono con maggiore consulenza e qualche margine in più. Ma nel giro di qualche anno i piccoli verranno acquisiti dai grandi e questi a loro volta verranno acquisiti dagli stranieri, magari francesi e tedeschi come avvenuto in altri settori"
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