Nel 2023 le sale avevano realizzato il miglior quadrimestre maggio-agosto di sempre grazie a film come Barbie e Oppenheimer (insieme 60 mln al botteghino). Nel 2024 Inside Out 2 ha sorpreso tutti con 41 mln di incassi (finora). Un’inaspettata “boccata d’ossigeno” per gli esercenti, che ora sperano nei risultati delle prossime uscite, soprattutto Cattivissimo me il 22 agosto
Per Andrea Peraro, responsabile della distribuzione alla Cineteca di Bologna, l’idea di portare film restaurati nei cinema italiani è partita come una sfida. Ad oggi il progetto conta oltre 100 sale aderenti e un box office, nel 2023, di 617 mila euro. Tra le ragioni del successo, il passaggio dalla pellicola al digitale e la forza dei classici. “Profitti? Ci basta coprire i costi, vogliamo anche fare diffusione culturale”
Seguendo le orme del nonno Giovanni, Emanuele Biava coltiva con passione e competenza questo particolarissimo vitigno autoctono a bacca rossa che dà origine all’omonimo vino dolce passito
Secondo il dg dall'Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Simone Gialdini, l’estate 2024 ha visto un’offerta di film nelle sale meno ricca del 2023. Ma “l’andamento di Inside Out 2, con il miglior giugno di sempre, ha trainato il mercato italiano”. Si va sempre più al cinema d’estate? “I multisala oggi lavorano tutto l’anno, ma a fare da richiamo anche le campagne di promozione del Ministero”
Nel 2018, anno di nascita del cineclub milanese, i tesserati erano 14mila. Superata una battaglia legale e la pandemia, il Cinemino si sta affermando come uno degli ambienti culturali più vivaci di Milano. La socia fondatrice Agata De Laurentiis: “Con i ricavi dalla vendita delle tessere offriamo eventi gratuiti, serate di corti e paghiamo direttamente i diritti dei film. L’ospite più importante? Matteo Garrone si è speso molto per noi”
Per indagare i motivi di tanto successo occorre tornare al format della prima Langosteria: ambiente contemporaneo, servizio sartoriale, materia prima ittica così ricercata da rappresentare un parametro per la città e infine uno chef capace
Il multisala patavino, di proprietà di Alberto Fassina, è diventato un punto di riferimento. Da tre anni, durante la bella stagione, le proiezioni sono organizzate all’aperto, combinando prime visioni e film d'autore. Un modo per cercare la sostenibilità economica per un cinema che punta sulla qualità, anche attraverso la creazione di una casa di distribuzione, Parthénos, fondata da Fassina con altri esercenti del territorio per portare nelle sale le pellicole di nicchia
La cucina, di stretta osservanza milanese, propone (in porzioni di soddisfazione)
tutti i grandi classici meneghini, preparati con mano sicura e senza incertezze esecutive
La pizza – qui – è di ottima fattura, in stile napoletano, col cornicione un po’ alto (ma non troppo) e molto
scioglievole al centro, con una bella sensazione complessiva di fragranza e leggerezza
Nella classifica delle regioni più “colte” il Veneto veste la maglia nera per il numero di avventori nel ‘23 a cui corrisponde un segno ancor più negativo per gli introiti netti (-8%). A trascinare giù i buoni numeri di Villa Pisani e Archeologico di Venezia è la “caduta” delle Gallerie (-27%). Discorso diverso oltre il Tagliamento, dove Miramare e Aquileia spingono in alto il Friuli Venezia Giulia (+25% di visite e +40% di ricavi)
Eligio Magri è uno dei pochi contadini-vignaioli puri rimasti nella Bergamasca, nel senso che l’unica sua fonte di reddito proviene dall’attività agricola
La regione segue la tendenza positiva del resto d’Italia, ma non riesce ancora portare un suo ente nella classifica dei migliori 30 per numero di visitatori. Le entrate maggiori le ottiene la Pilotta di Parma, con quasi 1 mln di incassi netti nel ‘23, mentre la Galleria Estense (MO) riporta l’aumento più lampante (+56% di ricavi). Cali del 10% per l’abbazia di Pomposa (FE) e Sant’Apollinare in Classe (RA)
Record di incassi alla Lombardia con 11,3 mln di introiti netti (+33%), nella top 30 dei musei statali con ben 4 siti regionali. Il Veneto è l’unico a calare (incassi a -8,7%, 2,8 mln, visitatori a -2,7%) soprattutto per il -26% realizzato dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Incremento vistoso in Fvg (+39%, 1,89 mln) grazie al Castello di Miramare di Trieste. Crescita del 12,6% delle entrate e del 14,5% degli avventori in E-R, dove peggiora il dato dei paganti, -3,2%
Secondo Guido Guerzoni, esperto di economia delle istituzioni culturali, "i musei statali incassano solo una frazione del reddito che generano, non riuscendo a monetizzare adeguatamente il ritorno sul territorio". La bigliettazione rimane cruciale: "Alcuni paesi con meno sedi l'hanno eliminata per stimolare i flussi turistici. Entrando gratis poi si vendono servizi, ma questo richiede strutture adeguate. Il British Museum, ad esempio, ha quattro store, ma è trenta volte più grande degli Uffizi"
La Lombardia è la regione che al Nord performa meglio per introiti netti, con 11,3 mln (+33,7%). Più contenuto l’aumento del numero di visitatori, +18,5%, per un totale di 2 mln. Nella classifica dei migliori 30 siti museali statali, due le mete milanesi: al 17/o posto il Cenacolo Vinciano con 5,1 mln di introiti (+41%) e 483 mila visitatori, seguito dalla Pinacoteca di Brera (+26%, 2,4 mln per 464 mila persone). Fuori dal capoluogo il Palazzo Ducale di Mantova (+15%, 1,5 mln per 287 mila) e il Castello Scaligero di Sirmione (+5%, 994 mila euro per 247 mila avventori)
Negli ultimi 76 anni è sempre stata la sinistra, seguendo i dettami gramsciani, a detenere l’egemonia culturale del paese. Da quando Fdi è al potere ha fatto riemergere gli intellettuali di destra, imponendo nomine nei maggiori enti culturali del Paese. Frutto di un vero progetto culturale identitario o mera occupazione di poltrone?
Le pizze si presentano in stile classico, alla napoletana, con il cornicione in preminenza
sulla parte centrale. Le farciture sono di qualità e improntate alla stagionalità
La piccola casa editrice milanese è stata fondata nel 2017 con l'obiettivo di ‘combattere’ l’egemonia culturale “legata ad un mercato dominato dai grandi gruppi editoriali, dove trovano spazio sempre gli stessi autori”. Parla Marco Carucci, uno dei tre soci della casa editrice che pubblica tra gli altri libri di Paragone, Borgonovo, Capuozzo e Biloslavo, noto alle cronache perchè uno degli otto estremisti di destra milanesi che si sono visti annullare la condanna il saluto romano
Per il direttore del Riformista, ex consulente del premier Ds D’Alema, Claudio Velardi, “la cultura non è più di destra, né di sinistra, ormai categorie obsolete per descrivere il mondo contemporaneo”. “Era anomalo che la sinistra occupasse tutte le cariche in posizioni apicali nelle istituzioni culturali”, ma oggi è importante che le persone scelte “siano capaci di far funzionare le cose
Il presidente del Teatro stabile del Veneto non ha dubbi: “Il governo sta scegliendo figure competenti che interpretino gli indirizzi offerti agli elettori e dando voce anche a intellettuali che prima non trovavano spazio”. La sinistra? “Ha sempre esercitato un’egemonia sulle istituzioni culturali, ma deve accettare le regole della democrazia senza polemiche pretestuose. Attenzione a quei circoletti che si autoalimentano, che fanno un uso strumentale della fede politica per lucrarci”
L’azienda trevigiana dell’abbigliamento sportivo ha conquistato il riconoscimento meneghino grazie alla sua calzatura antinfortunistica, che bilancia con successo estetica, funzionalità e sostenibilità. "Rendere belle queste scarpe è una sfida complessa, anche a causa degli standard di legge da rispettare - afferma l’azienda - ma abbiamo trovato una soluzione originale”
Il Vigna Alta è il cru aziendale, ottenuto appunto dalla vigna ‘vecchia’, di oltre sessant’anni d’età, posta sulla terrazza più alta, a quasi duecento metri
Con alcune differenze operative, la pratica di essiccare gli agoni (pesce strettamente imparentato con la sarda che popola il Mediterraneo) è comune ai laghi subalpini lombardi, specialmente al Lario e al Sebino
L’azienda del trevigiano fa, dal 1976, dell’innovazione il suo cavallo di battaglia. Testimonianza ne è Costume, divano progettato da Stefan Diez, “con un’imbottitura inedita in materiale plastico riciclato, ricavato dagli scarti industriali”, spiega l’ad Perazza. Rimane però importante anche il radicamento al territorio: “Pur non essendo un'azienda produttrice, tutto il nostro prodotto è realizzato tra Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Lombardia”
Qui la Margherita è una ottima Margherita. La Napoli è una ottima Napoli. E la Toscana – se proprio si vuole citare una «Pizza speciale» – è pur’essa ottima...
Le Pmi permettono al nostro Paese di crescere oggi più degli altri, grazie alla flessibilità e alla capacità di cogliere le opportunità sul mercato. Ma ad accomunare queste aziende anche la centralità del design dei prodotti, tratto distintivo del Made in Italy. Un settore composto da più di 17 mila imprese che generano un valore aggiunto di 3,1 mld. E che dal 1954 viene raccontato dal più ambito dei riconoscimenti del design italiano
Il design italiano non è solo legato alla forma degli oggetti. Secondo Luciano Galimberti, presidente dell’Associazione per il Design Industriale che conferisce ogni due anni l’ambitissimo Compasso d’Oro “parla tanti linguaggi diversi, è un sorta di Dna del nostro tessuto industriale”. Spesso le aziende italiane, infatti, “fanno design in modo totalmente inconsapevole. Noi cerchiamo di dargli voce”. E per traghettare il Made in Italy nel futuro “va irrobustita la filiera, così ci si rende competitivi”
Le pietanze milanesi più tipiche (come l’immancabile risotto allo zafferano e l’ossobuco) si intrecciano a proposte più mediterranee e più internazionali, come richiede il cosmopolitismo della ‘locomotiva d’Italia’
In Veneto le divisioni interne al centrodestra rischiano di consegnare alla sinistra vittorie insperate in comuni importanti come Vittorio Veneto e Bassano del Grappa. In Emilia l’egemonia del Pd è minacciata dall’ascesa di liste civiche sviluppatesi da fratture interne agli stessi dem. Meno sorprendente la situazione a Cremona, dove destra e sinistra si presentano compatte in uno scontro polarizzato
Al ballottaggio la sfida sarà tra Valeria Cittadin (centrodestra, 49,1% al primo turno) e il sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo (2 civiche e M5s, 28%). Nessun apparentamento ufficiale (“non li abbiamo cercati”, dicono i dem), anche se alla fine è arrivata l’indicazione a votare l’ex alleato: “Il Pd è un partito di sinistra. I nostri elettori sanno cosa fare”. Intanto, il civico Rossini (3,94%) appoggerà Cittadin: “Atto di responsabilità”
Si scontrano centrodestra e centrosinistra nel capoluogo lombardo in un ballottaggio il cui esito sarà incerto fino all’ultimo. Volge al termine con un confronto faccia a faccia in piazza l’accesa campagna elettorale che ha visto scontrarsi Alessandro Portesani ed Andrea Virgilio, giunti al secondo turno senza apparentamenti
Un centrosinistra spaccato rischia di rimettere in gioco la civica di Dario Braga al ballottaggio. Per il dem Matteo Ruggeri, tradito dai suoi vecchi compagni di partito, potrebbe essere più difficile del previsto chiudere la partita e capitalizzare il 49% ottenuto al primo turno
Secondo il politologo Paolo Feltrin, ai ballottaggi conta portare il numero massimo dei propri affiliati al voto e "questo riesce meglio al centrosinistra. Fratture nel centrodestra? Succede sempre a chi governa". A Schio è "interessante che la Meloni alle europee abbia preso 20 punti percentuali più di Cioni alle comunali. Ormai il voto va alla persona e non più al partito". Alle prossime regionali "l'Emilia sarà difficilmente contendibile per il centrodestra". Su Sala possibile federatore di centro, "non credo che vorrà finire in quel tritacarne"
Il Grumello Riserva nasce sui Dossi Salati a oltre cinquecento metri di altitudine: dopo il lungo affinamento in botti di legno di diversa capienza, il Nebbiolo regala una magnifica espressione di eleganza
Qui la pizza è classica, in stile napoletano, a lungo lievitata, con i bordi non troppo alti, ben alveolata e dalla bella scioglievolezza della parte centrale
La cucina punta su una selezione di ingredienti scelti con cura, alternando materie prime ‘nobili’ ad altre più ‘umili’ ma comunque ricche di gusto. La proposta tende a interpretare i prodotti, attraverso suggestioni derivanti dalla tradizione delle cucine regionali italiane
I bilanci delle fondazioni evidenziano che la lirica si regge perlopiù sulla contribuzione pubblica. Che per La Fenice copre il 66%, per il Comunale di Bologna il 79,9%, per il Rossetti di Trieste addirittura l'86%. Dagli spettatori meno del 10% degli incassi e pochissime anche le sponsorizzazioni delle aziende. Fanno eccezione la Scala di Milano e l'Arena di Verona, così come il Regio di Parma che ha un bilancio più equilibrato. Debito ancora elevato nonostante il commissariamento di 10 Fondazioni su 14 nel 2014
Luciano Messi, Sovrintendente della Fondazione del teatro parmense, ha messo in evidenza come, nonostante i finanziamenti pubblici incidano per più della metà sul totale delle liquidità, il 45% derivi da risorse proprie e private, dove ci sono i principali margini di crescita. E sull’Art bonus commenta: “Ha permesso un cambio di mentalità, i privati diventano partner e non solo finanziatori”
Fulvio Macciardi, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e presidente dell’Anfols, ritiene che il sistema funzioni bene. Certo “è strutturale l’apporto del contributo pubblico, ma oggi si punta a riempire i teatri e a incrementare i propri ricavi”. Importante intervenire sull’Art Bonus “in maniera più decisa”, ma “il vero volano economico è puntare sul valore dell'azienda teatro sul territorio: siamo le uniche istituzioni a produrre spettacoli che danno lavoro e in modo continuativo”. Ma “siamo ancorati a contratti di trent’anni fa. Oggi più che sul lavoro a tempo indeterminato va premiata la capacità professionale”
Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fenice dal 2010 al 2017, non ha dubbi: “Il sistema è in buona salute, ma va ampliata la quantità e la qualità degli spettacoli”. I privati?: “Va reso più attrattivo l’Art Bonus con detrazioni reali e immediate”. Il finanziamento pubblico è fondamentale e non c’è “solo negli Stati Uniti, grazie a una defiscalizzazione diretta e tanto mecenatismo” La separazione sovrintendenti - direzione artistica? “Va evitata, crea diarchie”
Il vino di punta di questa cantina è intitolato a san Giobbe:
un notevole Pinot Nero che si esprime al massimo nella Riserva Muneda, la prima vigna impiantata nell’omonima località
Locale da grandi numeri che però riesce comunque a offrire una pizza di qualità. Il merito è degli ottimi impasti (che sono ben lavorati e ben lievitati) e delle ottime farciture
Oltre ai buoni vini Valcalepio, La Rovere della famiglia Magri mette da alcuni anni la sua firma anche sui salumi ottenuti dalla lavorazione nel laboratorio di casa delle carni dei cinghiali allevati in proprio
Il ristorante Joia è un must per gli amanti della cucina vegetariana. Nato nel 1989, su impulso di Pietro Leemann (che da allora ne guida la cucina), Joia si caratterizza per l’utilizzo ‘avanguardista’ della materia vegetale
e per la grande attenzione alla stagionalità e alla sostenibilità
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