Sono un appassionato di meteo e di ambiente; sono anche partner e fondatore di un’impresa. Sono felice perché finalmente, sempre più, si parla di sostenibilità, green economy ed economia circolare.
Oggi infatti:
- la pandemia ha rivoluzionato il nostro mondo e ci permetterà di ripensare alle priorità e al concetto di benessere, resilienza, futuro.
- il quadro politico è più favorevole a questi temi:
“Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta” dichiara Mario Draghi sulla questione climatica, nella sua richiesta di fiducia al Senato.
- ci sono sempre più casi di successo di imprese che intraprendono percorsi di sostenibilità, rafforzando la propria competitività nel mercato.
“Ci sono più di tre milioni di italiane e italiani che lavorano nell’industria che rispetta l’ambiente, la sicurezza, la qualità della vita” conferma Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola.
Infatti il Rapporto GreenItaly, curato proprio da Symbola, assieme a Unioncamere riporta che sono 435mila le imprese che hanno intrapreso una “riconversione verde”, puntando su energie rinnovabili, basso impatto ambientale sui territori, riciclo dei rifiuti ed economia circolare, pur con business legati ad attività tradizionali.
Inoltre si legge da Symbola “La Green Economy e l’Economia Circolare sono il cuore della nostra sfida per il futuro. Crescono le imprese che scelgono modelli sostenibili e aumentano la loro competitività con effetti positivi su fatturato, export e occupazione”.
Ho sempre creduto che l’attenzione all’ambiente non sia solo un dovere sociale, ma anche una fonte di riduzione di costi e una grande opportunità per il business, anche delle PMI.
Puntare sulla sostenibilità ambientale come elemento di differenziazione della propria azienda deve essere una scelta dettata anche dalla convenienza e quindi dalla consapevolezza che l’impegno sui temi ambientali porta benefici economici.
È fondamentale fare 4 premesse prima di iniziare ad intervenire e a rendere noi e le nostre imprese più green.
La prima premessa è: rendiamoci conto del problema
I problemi ambientali non riguardano altri ma riguardano noi, il territorio in cui siamo inseriti, la nostra salute. Dobbiamo cominciare a conoscere gli indicatori e l’impatto sui fenomeni ambientali.
La seconda premessa: ci sono grosse opportunità
Secondo Nomisma in Italia per l’88% dei consumatori è importante che le aziende si impegnino a ridurre gli impatti ambientali attraverso:
- packaging riciclabili (90%)
- prodotti ad alta efficienza energetica (85%)
- prodotti fabbricati localmente (86%)
- prodotti acquistati presso i farmer’s market (84%)
- prodotti con poco o senza packaging (79%)
- prodotti biologici (63%)
Allo stesso tempo, sempre secondo il rapporto greenitaly, le aziende che investono sul green sono più innovative, crescono ed esportano di più, attraggono più talenti.
La terza premessa: cosa possiamo fare come individui
Il cambiamento parte da noi stessi, dal nostro stile di vita, da ciò che ci circonda, da ciò che ci è più vicino, prima, per andare poi sempre più lontano.
“La casa a 0 emissioni” è un grande obiettivo: la tecnologia, la domotica, la digitalizzazione permettono oggi di trasformare la nostra abitazione e il nostro stile di vita sempre più “green and sustainability oriented”. Lo stesso concetto di mobilità sta cambiando radicalmente.
La quarta premessa: cosa possiamo fare come azienda
Da noi all’impresa… come possiamo rendere quindi green le nostre aziende, senza dimenticare il vantaggio economico e di visibilità a cui facevo cenno prima?
Un’azienda attenta all’ambiente è un’azienda che non spreca; un’azienda senza sprechi è un’azienda Lean.
Per questo sostengo che il primo passo verso la sostenibilità sia combattere i 7 sprechi (Muda) evidenziati dalla metodologia Lean:
- Difetti di produzione
- Attese
- Sovrapproduzione
- Scorte
- Movimentazioni
- Trasporti
- Processi inutili
Il Lean Thinking (Organizzazione Snella) si basa inoltre su 5 principi:
- ripensare il valore dal punto di vista del cliente,
- mappare il flusso del valore ed individuare tutte quelle attività che non generano valore,
- far scorrere le informazioni e i materiali all’interno dei flussi di valore senza interruzioni e far tirare la produzione dal cliente,
- coinvolgere tutto il personale a tutti i livelli nel percorso di cambiamento per garantirne la continuità di ciò che si è avviato e il massimo dei risultati,
- ogni progetto deve coinvolgere tutti in un circolo virtuoso, in cui inseguire la perfezione! Ogni risultato raggiunto deve diventare il nuovo punto di riferimento da cui partire!
La mia risposta al green è quindi la Lean, o meglio il Lean & Green.
Lean & Green è la metodologia che rielabora il metodo e gli strumenti Lean per combattere ed eliminare gli sprechi ambientali (ottavo spreco), coniugando sostenibilità e redditività.
Lean & Green, infatti, aiuta in modo semplice e concreto a:
- comprendere i fenomeni ambientali,
- ridurre il proprio impatto ambientale,
- trarne dei benefici.
Il contesto è favorevole, i vantaggi dimostrabili, le metodologie concrete, l’obiettivo “green” è raggiungibile, pronti, via!
* Socio fondatore GC&P e Senior Consultant Lean & Green