Verranno svelati lunedì 11 marzo a Palazzo Mezzanotte i protagonisti della nuova ricerca sulle 1.000 Champions di ItalyPost e L’Economia del Corriere. Imprese cresciute nel ‘22 del 19,5% in fatturato e del 16,7% nella marginalità. Le emiliane spiccano per dimensione e tasso di crescita annua, ma le venete dopo il Covid tornano a crescere in maniera significativa. In termini di numeri assoluti è la Lombardia a trainare. Ecco tutti i dati delle regioni del nuovo triangolo industriale
Il 2023 è stato ancora un anno di profondi e repentini cambiamenti. Ha segnato un rallentamento rispetto agli anni precedenti, che però portavano con sé una crescita eccezionale. Ma le Champions si preparano ad una nuova fase di consolidamento e spinta. Grazie a delle loro caratteristiche determinanti: l’essere finanziariamente solide, particolarmente flessibili, il saper coinvolgere e valorizzare le loro risorse umane e guardare ai mercati con ottiche di medio-lungo termine
Per capire l’andamento dell’economia è sempre più importante guardare al fronte geopolitico, e i punti all’ordine del giorno sono moltissimi. Ne abbiamo snocciolati alcuni con l’inviato speciale e columnist del Corriere della Sera. “La Cina vive una crisi gravissima e sta tornando ad una centralizzazione dell’economia. Anche gli Stati Uniti sono sempre più protezionisti”. E l’Europa, dunque, “si trova a dover scegliere se imitarli o mantenere la sua tipica apertura dei mercati: le elezioni in questo senso saranno decisive”. Intanto sulle Germania è in corso “la tempesta perfetta”
Durante il festival i riflettori saranno puntati sulla situazione geopolitica attuale e sulle sue ricadute sull’economia globale. La chiamata alle urne di 60 Paesi nel mondo, affiancata alle tensioni geopolitiche, gravano sulla prospettiva di crescita delle imprese, anche di quelle più brillanti. Come far fronte a tutto questo? Moltissimi gli ospiti che interverranno dal mondo imprenditoriale per fornire una prospettiva: Emma Marcegaglia, Federico Visentin, Alessandro Banzato, Mauro Fanin e molti altri nomi dai più svariati settori
“C’è poca filiera corta” in un settore che sulla sostenibilità sta puntando molto ma ancora con grandi margini di miglioramento. Lo si legge nell’ultimo libro di Luca Romano in uscita per Post Editori, “Il Design della sostenibilità”. La filiera italiana del Legno Arredo è “incompleta e dipendente dall’estero”: importa infatti l’80% del legno che utilizza, pur essendo il nostro sistema forestale in crescita vertiginosa. Ecco i dati e il perché è un tema di competitività irrinunciabile per le nostre imprese
In principio fu la Brianza, poi la supremazia nel settore è passata al Nord Est. La storia della nascita del distretto di Brugnera, raccontata da un imprenditore che ne è stato protagonista, Pier Giorgio Presotto (oggi presidente di Arblu). E poi il passaggio dalla centralità del mobile comunemente inteso all’arredo bagno, con il cambiamento di approccio dei consumatori. La parabola dagli anni ‘50 ad oggi
Ci sarebbe stata una svolta ieri nella corsa alla presidenza dell’associazione. A seguito di un incontro sarebbe emersa una scelta netta (e a sorpresa) per l’attuale numero uno di Erg e del Sole 24 Ore. Ora su di lui oltre a Marenghi convergerebbe anche Orsini. Che potrebbe aver accettato di riproporsi tra 4 anni. Dopo la pubblicazione della notizia nuove fonti confermano: “È plausibile”, altre smentiscono: “È una fake per avvantaggiare Gozzi”
La realizzazione di travi in cemento è un’arte e anche una sfida nel senso della sicurezza assoluta che queste travi in opera devono dare.
Il recente tristissimo disastro di Firenze ci ricorda quanto sia importante ed essenziale ogni dettaglio costruttivo, a partire dalla materia prima, il cem...
Il lamento dei piccoli operatori privilegiati dalla mancata riforma che ha bloccato per anni l’iter di messa a gara del ‘tesoro’ costituito dalle concessioni balneari è bocciato dai fatti. “Spiaggie in mano ai grandi gruppi stranieri” hanno affermato, eppure l’esempio di Jesolo dimostra come a vincere le gare siano invece gruppi industriali italiani strutturati. Ma c’è chi invece fa bandi per lotti così piccoli che la concorrenza non si crea nemmeno, oltre alla miriade di Comuni che adduce “oggettive ragioni” per rinviare di nuovo tutto al ‘25
Prima l'euforia, poi "non ci andiamo perché vendiamo lo stesso". I segnali di crisi ignorati sia dai produttori che dal "negazionismo" milanese. L'attenzione spostata sul FuoriSalone senza capire che senza Salone il Fuori non esisterebbe. I numeri parlano di un declino pericoloso. Se non emerge un piano comune il rischio è di perdere la manifestazione simbolo del Made in Italy
Oltre 500 espositori in meno rispetto al 2019, 240 in meno rispetto al 2023. Per il Salone del mobile sono anni complicati segnati da una progressiva erosione di brand. Un ripensamento si rende necessario. La provocazione dell’imprenditore vicentino Cattelan: “Rendiamolo biennale” e aggiunge “se facessimo un referendum sono convinto che il 90% delle imprese sarebbe d’accordo”
Segnano un +12,4% fra il 2012 e il 2023, secondo un’analisi di Confcommercio. A crescere di più solo i Bnb, i ristoranti e negozi di computer-telefonia. Tutte le altre attività sono in negativo, e nel periodo portano ad un complessivo -20,2%. Una proiezione di Confesercenti parla di un numero di aperture che nel 2030 saranno la metà di quelle di oggi (11.000 vs 20.000). La segretaria Filcams Cgil Veneto: “Le farmacie rubano spazio alle profumerie. E dal Covid hanno fatto boom anche con le prestazioni mediche”. Come aiutare il commercio al dettaglio? “Ad esempio imponendo la chiusura domenicale per legge”
Non è Sanremo, ma è pur sempre musica in grado di richiamare le folle. E, soprattutto, rivitalizzare luoghi che altrimenti avrebbero poco richiamo. Si tratta soprattutto di generi sperimentali e artisti indipendenti, che offrono l’occasione per incontrarsi e di coltivare interessi di nicchia (ma non solo). Gli esempi di Social Music City, Sexto ‘Nplugged e Arti Vive fra Milano, Pordenone e Modena
Nonostante la riconferma dei vertici, è un voto all'insegna del ricambio quello deciso dal Cda dell'istituto. È stata infatti approvata all’unanimità una lista di candidati per la nomina dei membri del Cda e del Comitato per il Controllo sulla Gestione, e su un totale di 15 componenti, 7 non hanno ricevuto riconferma. Fra questi il vicepresidente Lamberto Andreotti. La nuova lista approvata oggi verrà ora sottoposta alla prossima Assemblea degli Azionisti fissata per il 12 aprile
La nuova edizione per la presidente Porro è all’insegna di “Evoluzione e innovazione”. In effetti cambiano i layout espositivi e la logica dei padiglioni (con qualche malcontento). Ma pure i brand presenti, che per gli organizzatori sarebbero “quasi 1.900” a fronte degli “oltre 2.000” dello scorso anno. A contarli, dal documento diffuso alla chiusura delle iscrizioni, erano però 1.761 (-240). Si riduce meno la superficie espositiva: quella dedicata al mobile è di 127.000 mq
Confindustria Alto Adriatico e l’agenzia per il lavoro di Brugnaro trovano la soluzione per rimediare alle tante ipocrisie della politica italiana. Di fronte alla mancanza ormai epidemica di lavoratori, l’associazione di categoria li forma direttamente in Ghana, e poi li fa arrivare grazie a contratti di lavoro già stipulati. Agrusti: “Altre Confindustrie faranno come noi”
Il turismo può vantare una caratteristica invidiabile nel panorama economico: è resiliente e cresce nonostante i periodi di crisi. Dal 2012 al 2022 Veneto, Emilia e Lombardia hanno riportato risultati notevoli. Aumenti superiori al 30% per Verona e Bologna, mentre Milano ha registrato un -1,3% ma con un +5,5% sul fronte delle presenze. Nel 2023 (secondo i dati provvisori) tutte le regioni fanno un balzo anno su anno. E Lombardia e Veneto portano a casa una leggera crescita anche sul pre-Covid
Resta la più importante fiera del mobile, eppure di anno in anno sembra perdere presa. Quest’anno lo spazio dedicato agli stand scende a 125.000 metri quadri, dai 175.000 dell’anno scorso e dai “tradizionali” 205.000 del pre-Covid. Alla base sembra esserci il calo degli espositori, che oggi sono 1.761 a fronte degli “oltre 2.000” dichiarati l’anno scorso. E i cambiamenti nel layout espositivo non soddisferebbero gli imprenditori del mobile costretti a cambiare posizione. Ma intanto c’è anche qualche ‘storico’ che amplia gli stand
Su questo specifico settore i grandi marchi del lusso non hanno ancora messo le mani (se non in casi eccezionali). Il perché è che "c'è molta offerta", spiega il ceo della toscana Lem. Ma le cose potrebbero cambiare “a causa delle aggregazioni che stanno operando i fondi. Dal 2018 ad oggi hanno fatto sparire 25 aziende dal mercato”. Se andasse avanti così, “anche i brand inizierebbero a fare le loro valutazioni”
"Non c'è da preoccuparsi", secondo il professore alla Ca’ Foscari Stefano Micelli, per le acquisizioni dei francesi delle nostre aziende produttive. “È loro interesse tutelare la qualità e il senso dei mestieri d’arte”. La partita vera si gioca “sull’interessare i (pochi) giovani che abbiamo a queste professioni e sull’innovare". Mentre i marchi italiani del lusso “sono meno competitivi perché piccoli e privi di una struttura ‘a portafoglio’”
Che i grandi gruppi francesi potessero vantare un’impressionante collezione di brand lo sapevamo. È più recente, ma altrettanto maturo, l’interesse per le aziende della filiera, con impatti per l’artigianato italiano tutti da capire. L’ultima operazione è di Lvmh, che ha acquisito nel vicentino un’azienda che si occupa di lavorazione dei metalli, ma c'è anche Chanel. E a dire il vero pure i marchi italiani si muovono in questo senso. La premessa sembra comune: salvaguardare l'artigianalità. Mentre qualcuno si preoccupa per una "espropriazione del nostro know how"
Dietro la battaglia sulle città a 30 km orari passano tutte le divisioni politiche tra i partiti e nei partiti. Se lo schleiniano Lepore ne fa una battaglia ideologica, il riformista Giordani la affronta con pragmatismo. Mentre la Lega combatte la decisione e intanto simpatizza con Fleximan che “decapita” autovelox. Dietro una misura che sembra di semplice sicurezza per i cittadini si nasconde in realtà un conflitto tra gli abitanti delle ztl e il popolo che usa l’auto per lavorare
Fra i 532 imprenditori interpellati per le nostre testate da Quaeris, 3 su 4 approvano le aggregazioni tra le territoriali dell’associazione. E con l’eventuale introduzione dell’autonomia differenziata, secondo il 59,3% le associazioni regionali diventerebbero molto più rappresentative rispetto a quella nazionale (per il 21,6% non ci sarebbero cambiamenti, il 19,1% si astiene). In maggioranza anche chi ritiene che la sede nazionale debba essere a Milano
Le proiezioni demografiche al 2042 dell’Istat disegnano un’Italia che perde 3 mln di abitanti in totale, con 4,5 mln di anziani in più e 7,5 mln di under 65 in meno. Solo Emilia e Lombardia cresceranno grazie soprattutto alla capacità di attrarre stranieri e abitanti da altre regioni. Il Veneto sarà ancora più vecchio e in declino, Belluno e Rovigo lande disabitate
Dei weekend all’insegna del libri per offrire al pubblico l’opportunità di incontrare autori di primo livello appartenenti a diversi generi. A darne prova sono le edizioni precedenti di Trebaseleghe (Pd), Cornedo Vicentino (Vi), Susegana (Tv), Torri del Benaco (Vr) e Ponte San Nicolò (Pd). Esempio del fatto che nei piccoli centri c’è fame di cultura e voglia di fare comunità. Le presentazioni, promosse in collaborazione con i quotidiani locali, quest’anno puntano a crescere in numero nel Triveneto, con nuovi appuntamenti già in programma
Per i 532 imprenditori sondati dalle nostre testate grazie all'istituto Quaeris, il ruolo dell’associazione di categoria è abbastanza importante ma non è affatto decisivo nel dibattito pubblico. E su Bonomi si esprimono in media con un voto pari a 6, con il 33,4% degli imprenditori che lo giudica pessimo e solo il 22,8% che ne è molto soddisfatto. Ecco un 'nuovo capitolo’ dell’articolato sondaggio che ieri ci rivelava il nome più apprezzato dalla base per la presidenza
I quotidiani VeneziePost, EmiliaPost e Lombardia attraverso la collaborazione con l’istituto di sondaggi Quaeris hanno tastato le preferenze degli imprenditori italiani su chi debba rappresentarli come prossimo presidente di Confindustria. Se fossero loro a decidere, la past president Emma Marcegaglia sarebbe largamente favorita con un 36,1%. A seguire due imprenditori ‘big’ come Enrico Carraro e Giuseppe Pasini. Molto lontani tutti gli altri candidati di cui si parla tanto sulla stampa
Il Senato approva il ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata con 110 voti favorevoli e passa la palla alla Camera. Arriva puntuale l'esultanza di Zaia: "Pietra miliare in un percorso che sarà occasione di progresso per tutti", così come quella del governatore lombardo Fontana. Ma ora che succede? Spiega Ivo Rossi: "L'iter è ancora lungo e incerto, delle correzioni sono fondamentali. Come quella sui criteri di attribuzione delle risorse alle Regioni". E occhio ai tempi e le risorse per i Lep
Gli imprenditori dell’oro e dell’argento raccontano di un’onda lunga di crescita che dal post-Covid dura ancora, e fanno previsioni ottimiste anche sul 2024. Con un fattore di possibile preoccupazione: “Il prezzo dell’oro, troppo volatile e ancora su un trend al rialzo”, spiegano Mocellin di Asolo Gold e Marangon di Nanis. Ma non è solo l’alto di gamma a crescere. Bettinardi di Better Silver testimonia che anche la fascia di prezzo più bassa “non ha conosciuto calo dei consumi”. E chiosa: “Speriamo che la guerra in Medio-Oriente non annienti quei mercati, per noi di peso”
Il bicchiere per le università italiane è mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda di come lo si guardi. Nell’anno accademico ’23/24 salgono le matricole a Verona (+9,9%) e a Trieste (+13,1%). Crescono (meno) anche Padova e la Statale di Milano. Arretrano invece Bicocca e Politecnico, Bologna e soprattutto Ca’ Foscari (-6,2%). Ma l’inverno demografico getta più di qualche ombra sui prossimi anni. Minacciando sia la tenuta economico-sociale delle città a forte trazione studentesca sia l’ambizione di aumentare (percentualmente) il numero di laureati nel Paese
Sembrava un obiettivo se non ambizioso proprio irrealizzabile, quello di produrre così tante auto nel nostro Paese. L’annuncio di oggi del titolare del Mimit gli dà seguito: “Vogliamo raggiungerlo per salvaguardare il sistema produttivo e rispondere alla domanda interna”. Se ne discuteva al Bergamo Città Impresa di novembre, con Vavassori (Anfia): “L’Europa ha perso la sua forza nel settore”. Carraro (Confindustria Veneto) diceva: “La nostra componentistica dipende troppo dalla Germania”
Nel 1988 non c’erano prodotti ‘green’ sostitutivi della carne, e non c’era nemmeno un mercato che potesse recepirli. Albino Tonazzo, però, macellaio di professione, si convince che il modello alimentare basato sul consumo di proteine animale non sia sostenibile e destinato a durare a lungo. Così studia nuovi cibi a base di soia, dando vita all’azienda Kioene. A scovare e raccontare la storia è il giornalista Marco Panara, nel nuovo libro edito da Post Editori “La rivoluzione dell’hamburger”, che estende l'indagine al settore e gli interessi coinvolti
Pubblichiamo integralmente la replica di I Vision Tech al nostro articolo di martedì 9 gennaio, in cui si analizzavano i dati di bilancio dell'impresa neo-quotata riconducibile ai figli di Carlo Fulchir. La nostra redazione: “Confermiamo quanto scritto nel pezzo di martedì”
Certo, le incognite geopolitiche, lo sgonfiarsi a valore dei fatturati, i tassi d’interessi alti saranno fattori problematici. Ma adilà di stime e previsioni il 2024 non inizia con uno scenario drammatico. Lo dimostrano i barlumi dati da Intesa e Confcommercio sulla fine di quest'anno. Arriva infatti un "un sorprendente rialzo dell’indice di fiducia di imprese e consumatori” (trainato dai servizi, mentre la manifattura cala di un punto). Dalle ‘best performer’ la ricetta per continuare a crescere: essere patrimonializzati, managerializzati e continuare a investire
Per l’ex manager delle risorse umane di Electrolux e commissario straordinario di ACC con un passato in politica, l’iniziativa della settimana corta non è replicabile, “perché costosissima e accessibile solo ad aziende con margini stratosferici. Se si trasferisse alle filiere sarebbe completamente insostenibile”. La definisce poi “preoccupante” su due fronti. Primo, “polarizza le relazioni industriali” e secondo, “è culturalmente debole, l’impresa così si compra la non-conflittualità interna”1
Il professor Treu, già ministro del lavoro e presidente del Cnel fino allo scorso aprile, giudica come “molto positiva” la sperimentazione sulla riduzione dell’orario a parità di salario. “Nel ‘97 provai a normarla, in Francia passò ma in Italia no. Ora invece il tentativo funziona, perché risponde ad esigenze specifiche”. E sulla replicabilità: “Anche le piccole imprese si affaccino al cambiamento. È così che si può creare occupazione di qualità e che le aziende possono migliorare attraction e retention”
Nessuna ‘nuova frontiera’ dell’organizzazione del lavoro, nessuna concretizzazione dello storico slogan ‘lavorare meno, lavorare tutti’. Gli accordi sulla riduzione dell’orario stretti da Luxottica e Lamborghini sono scambi che convengono all’azienda, e in parte ai lavoratori. Così si concentra la forza lavoro nei periodi di picco produttivo (potendo anche chiedere – sussurra qualcuno – dei sabati in fabbrica) concedendo qualche giorno in più nei periodi meno carichi. Il ceo di Ducati, Domenicali, parla di “perdita di competitività”, ma le domande a cui dare risposta sono molte. Proviamo a porle in questo numero di Monitor
Per il professore di Economia all’Università di Padova, quest’anno sotto l’albero saranno imperdibili due biografie, entrambe su imprenditori molto noti, ma molto distanti – geograficamente e culturalmente –: Elon Musk e Adriano Olivetti. Da una parte uno dei protagonisti dell’innovativo scenario californiano moderno, dall’altra il mito dell’industria e della creatività italiana nel Novecento
Il “re della carta” trevigiano sembra alle strette. Le difficoltà del gruppo Pro-Gest erano evidenti già negli scorsi anni, ma oggi sembrano più profonde che mai. Entro la fine del 2024 il rimborso un bond da 250 milioni. Intanto i 38 mln di oneri finanziari portano la società in perdita (-20,4 mln). Moody’s ha modificato l’outlook a “negativo”. Cedere asset per avere liquidità sembra una strada poco percorribile. E stavolta le operazioni di 'cosmesi comunicativa' non basteranno
Dal palco dell'Auditorium in Piazza Libertà a Bergamo, dove lo scorso lunedì sono state premiate le 1.000 imprese best performer della provincia, l’ad di Fecs Partecipazioni Olivo Foglieni spiega come l’aumento degli oneri finanziari si stia facendo sentire sui conti del gruppo attivo nel riciclo e trasformazione dell’alluminio. “Quest’anno ci lasceremo giù qualche milione”. Un problema che preoccupa anche per il 2024: “Dobbiamo capire come abbassare gli oneri. Non escludiamo di aprire il capitale a fondi industriali per sostenere i progetti che abbiamo in programma”
Abbiamo girato le 15 province e regioni più industrializzate d'Italia per conoscere le imprese più performanti. Inflazione galoppante e tassi saliti all'improvviso cambiano le carte in tavola, ma non piegheranno la maggior parte di loro. Rischia, però, chi si è eccessivamente indebitato. Ecco perché la lezione da imparare è che la leva va sempre ponderata, e che con solidità patrimoniale e cassa si può investire (e quindi crescere) anche in periodi difficili
Tassi alti che fanno lievitare gli oneri finanziari delle imprese più indebitate. Così la leva, utile strumento quando il costo del denaro era pari a zero, oggi provoca la corrosione degli utili. In un periodo, peraltro, in cui la capacità di spesa dei consumatori si contrae. Qualcuno salterà, e inevitabilmente chi è più solido finanziariamente consoliderà la sua posizione, aggregando le imprese in difficoltà. Si apre la strada anche ai fondi per generare liquidità
Il mercato italiano non vedrà una contrazione ma nemmeno un’espansione. I prezzi per Fraccaro, presidente della Pasticceria Fraccaro, “resteranno gli stessi dell’anno scorso (quando per loro avevano segnato un +30%) perché il costo di zucchero e uova continuano ad aumentare”. Intanto l’artigianale va più dell’industriale, e si guarda a nuovi mercati dove “una volta aperta la strada coi prodotti standard, i clienti iniziano a chiedere l’alto di gamma”
Sarà di nuovo un Natale amaro per l’industria dolciaria della provincia di Verona. Il mercato è cambiato, i consumatori prediligono sempre più i prodotti artigianali e le famose pubblicità su pandori e panettoni sembrano non sfondare più. Basta guardare alle vicende e ai numeri di queste imprese. Paluani è ormai fra le fila di Sperlari (e quindi della tedesca Katjes International) ma il rilancio non lo vede ancora (perdeva 1,6 mln lo scorso anno). Melegatti in tre anni ha accumulato perdite per 18 mln. Bauli performa decisamente meglio, ma su 615 mln di ricavi l’utile è di soli 4 mln. È forse l'intero modello a doversi ripensare
I “sindaci imprenditori”, ovviamente, vanno giudicati per il loro operato. L’aver gestito un’impresa non è certo una garanzia da sola. Nel caso della città di Venezia, negli anni sono diminuiti i cittadini, non è migliorata la sicurezza a Mestre, e si sono accumulati scandali (almeno presunti) sulle molte attività di Burgnaro. Mentre il dato di fatturato di Umana, la società fondata dal sindaco, passano dai 441 mln del 2015 ai 985 mln del 2022
Nel libro "Il sindaco manager. Lorenzo Bosetti, dalla guida di Marzotto al Comune di Valdagno" (Post Editori), Giorgio Gori ispirato dalla storia di Bosetti ha l'occasione di tracciare il suo personale bilancio dei suoi anni prima nel privato, con Mediaset e Magnolia, e poi nel pubblico, da sindaco di Bergamo. Lo fa in un'ampia introduzione, evidenziando similitudini e contrasti fra i due mestieri. Ne pubblichiamo un estratto
Ieri a Pesaro l’evento di premiazione delle migliori imprese della regione, selezionate da ItalyPost e L’Economia del Corriere. Moltissime le storie imprenditoriali raccontate durante l’evento, fra queste quella dell’azienda produttrice di macchine da caffè cresciuta fino a 184 mln nel 2022. Ma la voglia di fare “il salto” dimensionale le contraddistingue tutte. E c’è chi acquisisce anche sotto i 10 mln
Quante volte i chirurghi o gli operatori sanitari che indossano mascherine per proteggere le proprie vie aeree da agenti patogeni, hanno dovuto ripulire i loro occhiali perché le stesse mascherine provocano appannamento! Infatti queste mascherine, anche se abbastanza aderenti al naso e alla bocca d...
Il professor Franco Mosconi racconta una caratteristica dell’Emilia, ossia il suo alto tasso di occupazione femminile (almeno rispetto al resto del Paese). E parte dalla capacità della regione di fare rete. È grazie ad essa che c’è un elevato numero di asili nido, pubblici e privati. Con due conseguenze: un livello di partenza di parità garantito a tutti e una maggiore possibilità per le donne di lavorare. È difficile pensare sia solo una correlazione empirica
Il segreto dello sviluppo lungo la via Emilia (testimoniato da più elementi) sta nello spirito di comunità. Tradotto, nella capacità di fare sistema sul territorio. Per Bergamo e Brescia, dopo l’anno da Capitale della cultura e in vista dell’assemblea congiunta delle Confindustrie, il momento è propizio per provare a fare il salto e replicare il modello. Ma serve avviare un processo che superi gli individualismi, con proposte comuni e una “unione” formale. Se pensare a fusioni sarebbe prematuro, uno strumento intermedio per elaborare politiche comuni potrebbe essere una Fondazione
Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza e i nostri servizi. Continuando a navigare acconsenti al loro utilizzo.OkMaggiori informazioni
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.