Fondatore di ItalyPost, il portale di approfondimento sul mondo delle imprese e dei territori che promuove anche numerosi Festival, quali il Città Impresa di Bergamo e Vicenza, il Galileo Festival dell’Innovazione di Padova, Trieste Next dedicato alla ricerca scientifica, il Festival della Green Economy di Trento, Open Factory e We Food. Dal 2016 ItalyPost realizza ricerche e incontri sulle aziende champions. Negli anni precedenti la Post Editori, di cui Filiberto Zovico è amministratore unico, ha lanciato la rivista NordestEuropa e il portale VeneziePost. Ha pubblicato nel 2018 per la casa editrice Egea “Nuove Imprese. Chi sono i champions che competono con le global companies”
Sono velocissime a cambiare gli assetti produttivi, vogliono crescere, investono o nei momenti di crisi, multilocalizzano ma, soprattutto, guardano alle crisi come opportunità. Sono imprese pragmatiche con i piedi ben piantati per terra che sanno però volare. La sfida ora è però quella di saper guardare oltre le mura della loro impresa. Come fanno a Parma
I dati delle immatricolazioni, riportati da Il Sole-24 Ore, sembrano ricalcare almeno in parte quelle che sono le nuove geografie del Pil. L’Alma Mater cresce del 6%, il dato in assoluto più elevato tra le università di grandi dimensioni, e si distacca sempre più da Padova, che pur cresce del 4%. In Lombardia giù Statale (-7%) e boom per Bergamo (+14%)
L’inflazione e il calo delle Borse potrebbero avere come vantaggio quello di ridurre le rendite, a favore di chi produce. Il Pnrr e i rischi di spesa improduttiva e crescita drogata. I costi di energia e materie prime destinati a riallinearsi. Le imprese manifatturiere sane torneranno a correre, il pericolo vero saranno le nuove povertà
Con l’avvicinarsi del rinnovo dei vertici della Fondazione presieduta da Gilberto Muraro, cominciano a delinearsi anche le nuove candidature per il consiglio. Sarebbe stata depositata anche quella dell’ex rettore dell’UniPd, molto legato all’attuale presidente. Voci insistenti ipotizzano si tratti di un primo passaggio per una successione che potrebbe avvenire nei prossimi anni
Per il presidente uscente di Confindustria Brescia l’unione con le territoriali di Bergamo Lecco e Sondrio darebbe vita a sinergie importanti che guardano all’Europa. “Manteniamo la pace sociale senza spingere sui licenziamenti”. E sulla sostenibilità: “Non fermiamoci all’impatto ambientale, guardiamo anche a quello sociale. L’automotive paga la crisi, ma cambiando torneremo competitivi”
Su LombardiaPost seguiremo giorno per giorno le evoluzioni di una regione la cui capitale è entrata in una spirale negativa, ma che ha un tessuto industriale che può farla ripartire. A patto che sappia costruire relazioni tra e nei territori, come ad esempio sta facendo l’Emilia. Perché Milano non è più “la Lombardia” e per rilanciarsi ha bisogno di Brescia, Bergamo, della Brianza e di Varese
Chiese affollate nella domenica delle Palme, ma cinema e teatri chiusi. Zone Rosse dove nei fatti circolano e lavorano tutti, tranne alcune categorie di dannati, come parrucchieri, estetiste, bar e ristoranti. Anziché procedere con i vaccini e far rispettare i distanziamenti Draghi sta proseguendo pari pari la politica di Giuseppe Conte, fatta di chiusure puramente simboliche che non portano affatto a fermare il Covid
Nel paese dei miracoli il lockdown risolve tutti i problemi perché stiamo isolati un mese e il Covid sparisce. Nel paese dei miracoli un vaccino si produce in otto mesi invece che in otto anni. Nel paese dei miracoli con il reddito di cittadinanza si è abolita la povertà. Tante altre cose che qui raccontiamo accadono nel paese dei miracoli. Nel paese reale, invece, la vita è più dura, la realtà più complessa, le soluzioni ai problemi assai meno facili. E sta a noi decidere in quale dei due paesi vogliamo vivere
Tutto il quadro politico è in movimento. Ma a dettare l’agenda dei prossimi anni saranno i nuovi equilibri che si determineranno con l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Bonaccini, con le sue dichiarazioni, non ammicca alla Lega, ma sta cercando di mettere in tensione la parte filogovernativa di Giorgetti e Zaia con quella populista di Salvini. Parla il politologo e sondaggista Paolo Feltrin
Chi si ostina ad attaccare Salvini per com’ era ieri, non si rende conto che domani i suoi elettori potrebbero votarlo per com’ è oggi. L’unico nel centrosinistra che ha capito perfettamente la situazione sembra essere il presidente dell’Emilia Romagna. Così, come accade in Germania tra Spd e Cdu-Csu, si apre anche in Italia una fase di co–competizione. Che avrà ripercussioni anche sul piano locale. Ecco quali
L’ente di vigilanza sulle assicurazioni ha pesantemente redarguito Cattolica giudicando molto rischioso l’investimento su H Campus. Un indiretto e implicito richiamo anche a Cdp, che amministra i depositi postali degli italiani. E che negli ultimi anni ha risposto molto alla politica. Riuscirà Mario Draghi a nominare qualcuno che investa in operazioni meno politiche e più di mercato? E chi del mondo politico ha voluto il rischioso investimento in H Campus?
Dietro la scelta governativa di concentrare i fondi europei sui porti di Trieste e Genova non ci sarebbero solo scelte di politiche territoriali, ma soprattutto la capacità di progettazione richiesta dalla Ue. Le proteste di Venezia e le lamentazioni friulane. A Ravenna bloccato dagli ambientalisti e dai cinquestelle il progetto di stoccaggio della Co2
Dopo la “non smentita” del Rettore il Pd padovano è terrorizzato per la sua possibile discesa in campo che lo costringerebbe a cambiare schema di gioco. Usando formule di cortesia il messaggio è inequivocabile: “Finiresti stritolato dallo scontro Zaia – Bitonci”. E poi apre: “Di te abbiamo grande stima”. Che, tradotto, significa: “Se cerchi un posto te lo diamo noi”
In un sistema proporzionale e in un paese fortemente ancorato all’Europa i populisti sono destinati a rimanere ai margini come lo era il Pci prima della caduta del Muro. La Lega lo ha capito e sta per compiere una svolta storica che spalanca al Carroccio le porte del governo e la rende competitiva nella destra moderata. Con ripercussioni anche a livello locale dove sta per giocare la carta dei candidati civici
Dietro la scelta governativa di concentrare i fondi europei sui porti di Trieste e Genova non ci sarebbero solo scelte di politiche territoriali, ma soprattutto la capacità di progettazione richiesta dalla Ue. Le proteste di Venezia e le lamentazioni friulane. A Ravenna bloccato dagli ambientalisti e dai cinquestelle il progetto di stoccaggio della Co2
Il Presidente di Confindustria Emilia Centro spiega l'operazione con i cinesi per la supercar elettrica. "E' win win. Ci permetterà di crescere nella new mobility e attrarre nuovi investimenti". La forza sta nel "sistema" emiliano, capace di attrarre multinazionali. E su Draghi dice: "E' lui la persona giusta, perchè ha le competenze giuste per discernere come e dove investire per far tornare a crescere anche l'Italia"
Era chiaro che l’Europa, mettendo sul piatto 209 miliardi, volesse avere un amministratore delegato del paese di sua stretta fiducia. Renzi lo ha capito e in un colpo solo ha portato Draghi alla presidenza del consiglio e creato un grande schieramento europeista nel quale è lui a dare le carte. E nel mondo delle imprese ci si chiede perché Bonomi si sia spinto – inutilmente - a sostenere Gualtieri
Premesso che non sappiamo se accadrà e che non abbiamo simpatie politiche per nessuno, nel caso in cui la crisi si risolvesse con un governo Draghi dovremo ringraziare chi in due anni ci ha portato dal governo del reddito di cittadinanza e quota 100 a un Conte 2 e ora all’unico esecutivo che avrebbe il profilo perfetto per gestire la ricostruzione del Paese
In un tessuto industriale nel quale alcuni settori stanno ancora pagando pesantemente la crisi, la meccanica, vera spina dorsale del nostro tessuto industriale, ha imboccato la strada di una rapida e inattesa ripresa, perfino nell’automotive. Gli imprenditori interpellati: “Da capire se è ripresa vera o solo un rimbalzo”
Non sembrano esserci guerre tra i quattro candidati alla guida di una delle prime associazioni di categoria in Italia. Ma, nelle difficoltà che caratterizzano questa fase, dovranno far fronte almeno a quattro questioni cruciali per il futuro della loro associazione Ed esplicitarle già nella fase di candidatura. Ecco quali
L’appena rieletto presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, fa il punto sulla crisi. Ci sarà una forte divaricazione non solo tra imprese e settori. La politica nazionale ha aperto una crisi incomprensibile e quella locale è concentrata sulle urgenze immediate. Il Next Generation Ue? Infrastrutture, formazione, ma soprattutto digitale. Sull’idrogeno con Porto Marghera siamo in partita
Il calo di popolazione che sta subendo gran parte del Nord, dal Piemonte al Veneto fino al Friuli Venezia Giulia, è frutto sia della scarsa attrattività che dell’assenza di politiche di sostegno alle giovani coppie. A Milano le condizioni alla base del boom degli anni ’10 non ci sono più e dopo il Covid rischia un declino simile a quello che ha avuto Torino se non imposta la sua crescita su basi nuove. Bologna e l’Emilia riescono a crescere ma devono consolidare la rete dei servizi perché le aspettative di giovani e famiglie sono crescenti e sempre più differenziate. Altrimenti, come ormai è evidente, la tendenza al declino della popolazione si farà sempre più netta. Parla Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, editorialista del Sole 24 Ore e Repubblica, uno dei maggiori esperti nel campo della demografia
Il presidente degli industriali di Reggio Emilia si dice certo che abbiamo imboccato, a livello industriale, la via di una solida ripresa e ci racconta i progetti sui quali l’associazione sta lavorando. E sui fattori competitivi dice: “Stiamo connettendo digitale, meccatronica e l’intelligenza del software, un fattore ormai centrale nella progettazione dei prodotti e nel miglioramento e nell’evoluzione dei processi produttivi”
Dipingere il Veneto come un lazzaretto da mandare in “zona rossa” mentre Goiri e Bonaccini si battono per evitarla è stato il primo errore. Regalare alla Lega l’occasione per diventare il dominus assoluto il secondo. Al Pd veneto per ambire a diventare forza di governo e fare una opposizione efficace basterebbe copiare l’agenda “Bianchi”. Ma il nuovo leader è all’altezza del compito?
Nonostante le due regioni risultino essersi sempre più integrate dal punto di vista economico, non lo sono affatto sul piamo infrastrutturale. Anzi, a volte vanno in concorrenza. Le cause? Nessun dialogo fra le classi dirigenti e una competizione tra i due modelli. “Servirebbe un tavolo che affronti problemi legati ai terreni di competizione per individuare quelli dove si può cooperare. Tocca alle confindustrie costruirlo”
A motivare la richiesta di dimissioni da parte della Lega non è la battuta su “faccetta nera”, ma la volontà di eliminare un potenziale concorrente alla presidenza della regione quando Zaia sarà costretto a lasciare. E a salvarla può essere solo Meloni. Se potrà e vorrà
Nonostante le due regioni risultino essersi sempre più integrate dal punto di vista economico, non lo sono affatto sul piamo infrastrutturale. Anzi, a volte vanno in concorrenza. Le cause? Nessun dialogo fra le classi dirigenti e una competizione tra i due modelli. “Servirebbe un tavolo che affronti problemi legati ai terreni di competizione per individuare quelli dove si può cooperare. Tocca alle confindustrie costruirlo”
Per un tessuto industriale fortemente orientato all’export le incognite sul 2021 riguardano i temi legati all’internazionalizzazione. Il reshoring non si fa da un giorno all’altro. Serve una politica industriale. Le nostre imprese potranno vincere la sfida perché incorporano quote sempre crescenti di ricerca e innovazione. E perché hanno ormai dimensioni sufficiente a stare nella competizione globale
Il motivo della crisi politica sta esclusivamente nella lotta senza quartiere per gestire i 209 miliardi del Next Generation Ue. Che saranno dirottati in quei territori che esprimono forte influenza politica. Trieste, che forse avrà due ministri, e l’Emilia, potranno contare su finanziamenti ingenti. Il Friuli e il Veneto che in questi anni non hanno coltivato classi dirigenti nazionali, resteranno a bocca asciutta
Se oggi la regione primeggia nella crescita del pil, dell’export e perfino nella crescita demografica non è frutto del caso, ma di un paziente lavoro che ha visto stringere un “patto” soggetti pubblici e privati. E che ha visto la regione sfruttare al massimo le risorse europee. Parola di Patrizio Bianchi che dice anche: “Abbiamo aiutato le imprese a crescere e attratto multinazionali”. Localismo e populismo? Mali nazionali dai quali non siamo immuni
Esce oggi il primo numero di EmiliaPost. Racconteremo quel territorio che va da Imola a Parma per comprendere quella realtà che da alcuni anni è diventata l’area che con maggiore forza traina il nuovo triangolo industriale. Un quotidiano che si rivolge alla classe dirigente diffusa per contribuire allo sviluppo di una comunità dove lavoro, libertà e sostenibilità rimangono i valori fondativi
Ogni crisi segna una svolta. E come siamo cambiati dopo le crisi del 2008 e del 2013, anche questa nuovo momento di drammatica difficoltà ci chiede di mettere in campo nuove idee e strumenti. Per stare al finaco delle imprese e dei non garantiti e per offrire loro spazi di incontro, confronto e relazione. Perchè saranno di nuovo loro, anche questa volta, a far uscire il Paese dalla crisi
A messa sì, al supermercato sì, ma non in un cinema, in un teatro o in un museo. Ma finalmente qualcosa sembra muoversi. Il Corriere ha lanciato in prima pagina una campagna per riaprire i luoghi della cultura. Il Ministro Franceschini, che con i Ministri Boccia e Speranza rappresenta l'ala rigorista a oltranza, ha ipotizzato "zone bianche" per la cultura a partire dal 15 di gennaio. Speriamo, perché se le istituzioni culturali vivono di copiosi finanziamenti pubblici anche se restano chiuse, gli operatori del mondo dello spettacolo non percepiscono nulla da un anno
Non serve essere olandesi per capire che il Next Generation Ue si trasformerà in un formidabile aumento di spesa pubblica. I giovani dovrebbero scendere in piazza e chiedere, solo per cominciare, una patrimoniale e un taglio degli stipendi pubblici e delle pensioni. Perché questo nuovo debito va a vantaggio degli anziani e saranno loro a doverlo ripagare
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