Trentatre anni di attività, quattordici Guinness World Record, centinaia di migliaia di ore d’arte fluita attraverso l’ago di una macchinetta. Alessandro Bonacorsi, per tutti gli amanti del tatuaggio Alle Tattoo, è un volto simbolo. Per tanti è “Il tatuatore dei VIP”, ma non è così che ama essere definito.
Il suo amore per questa forma d’arte, da sempre considerata borderline, è nato quando aveva solo 13 anni, mentre a 15 partecipava già al suo primo convegno internazionale. Figlio di un artista, che ha passato la vita a disegnare per la Panini Modena, Alle Tattoo ha iniziato molto presto a girare il mondo, convinto che la sua strada fosse una e portasse esattamente dove è oggi: il tatuatore più premiato al mondo. Sono suoi i record per il tatuaggio più alto di sempre, fatto sull’Everest, il più veloce, a bordo di un jet, il più lungo, con una sessione non-stop di 60 ore nelle quali ha tatuato la sua manager Serena Cavani. Ma ciò che stupisce di più parlando con Alle Tattoo non è tanto questo genere di successi, per quanto indubbiamente affascinanti, quanto la consapevolezza di come e quanto si possa fare per il proprio territorio e non solo, attraverso questa forma d’arte.
Quello di Alle Tattoo non è soltanto uno Studio, ma è una vera e propria Factory, un hub, un progetto formativo, un luogo che unisce artisti affermati, corsi d’arte per bambini e giovani aspiranti tatuatori, che nel corso del tempo si sono formati alla scuola Alle Tattoo e ora hanno aperto studi in giro per il mondo. In questo modo Alessandro contribuisce, insieme ai suoi collaboratori, a formare nuove generazioni di tatuatori, che rispondano ai requisiti di professionalità che questo mestiere esige. Ma allo stesso tempo attraverso l’arte del tatuaggio, Alle Tattoo cerca di avvicinare i bambini all’arte in senso lato, mettendo a loro disposizione uno spazio e il tempo di artisti provenienti da tutto il mondo. “È prossima l’apertura di MAT 75, qui a Libidi di Soliera, in provincia di Modena, il nuovo spazio che abbiamo voluto realizzare per le nostre attività, con sala workshop per corsi ed eventi, e dove, soprattutto, sarà ospitato il museo del tatuaggio più grande al mondo” spiega. Questo progetto si è potuto realizzare attraverso i numerosi premi vinti, ma anche grazie alla vendita all’asta delle sue opere: “La scorsa settimana ne sono sono state battute tre e con il ricavato verrà reso accessibile il B&B al secondo piano di MAT 75, pensato per chi viene a trovarci da fuori, anche per le persone con disabilità” racconta.
Da sempre sulla soglia del mondo dell’arte, i tatuaggi, anche grazie ad Alle Tattoo, sembrano essere diventati oggetto di interesse anche per i critici d’arte, o almeno lo sono per Vittorio Sgarbi, che ha scelto il tatuatore modenese fra i duecento artisti protagonisti della grande mostra collettiva Artisti d’Italia, inaugurata ieri, 25 marzo, a Villa Reale a Monza, che raccoglie opere di oltre cento artisti del panorama nazionale e internazionale per raccontare l’attuale stato dell’arte contemporanea del Paese.
Ma se l’arte è una cosa seria, gli artisti non possono non esserlo altrettanto, per questo Alle Tattoo si è battuto in prima persona per far approvare il nuovo provvedimento europeo che vieta l’utilizzo di inchiostri di vecchia generazione, contenenti isopropanolo: “Ho curato la stesura di questa normativa e mi dispiace molto che tanti colleghi si siano mostrati reticenti, provando di fatto di essere molto poco professionali”, racconta. “Dirsi contrari a questo provvedimento equivale ad ammettere uno scarso rispetto per i clienti e di certo iniziare a lavorare in casa per eludere la normativa, come molti hanno fatto, non è il comportamento che ci si aspetta da professionisti” conclude. Naturalmente usare inchiostri di ultima generazione, e quindi più di qualità, implica dei costi maggiori: “Si parla di un aumento del +66% dei costi, ma questo non significa né che sia in qualche modo legittimo speculare sulla salute delle persone, perché di questo stiamo parlando, ma nemmeno sul loro portafoglio. Siamo una categoria fortunata, lavoriamo già per cifre onorevoli e questo genere di aumenti può tendenzialmente essere ammortizzato senza aumentare i prezzi di listino, per questo i nostri sono rimasti invariati”.
Il provvedimento, entrato in vigore a gennaio di quest’anno, era in lavorazione dal 2008, motivo per cui, secondo Alessandro, non sono giustificate le richieste di rinvio avanzate da alcune associazioni di tatuatori, che si dicono non ancora pronti ad adottare i nuovi inchiostri. Da questo emerge anche la disomogeneità interna al mondo dei tatuatori: a differenza di altri professionisti infatti, non esiste una categoria generale di rappresentanza e questo rende più complesso definire una linea di azione comune ed eventualmente prendere provvedimenti contro chi non rispetta degli standard prestabiliti.
“Il punto – conclude Alle Tatto – è che il tatuatore non può lavorare solo per la fama, assecondando magari le richieste poco lecite di personaggi celebri o meno, di tatuare ovunque. Gli studi esistono apposta, sono quelli i luoghi a norma, dove ci è consentito lavorare, per questo sono dell’idea che a volta si debba declinare, anche a scapito di perdere un cliente, se accettare significa non rispettare i livelli di professionalità che il nostro mestiere esige”.