Nel 2017, alle spalle di Corso Como, il giovane cuoco Lampo Wu, al secolo Wu Jun Xin, ha importato nell’esigente panorama etnico di Milano la cucina autentica di Chongqing (che significa, appunto, “città della nebbia”), megalopoli con più di 30 milioni di abitanti della Cina centro-meridionale che ha una tradizione gastronomica molto identitaria, affine a quella del Sichuan, di cui faceva parte fino al 1997, in cui la fanno da padrone piatti, principalmente di carne, dalle note molto speziate e piccanti.
Siamo in uno dei più autentici ristoranti cinesi di qualità della città, dove gustare specialità come i Wanton, ravioli fatti a mano con differenti ripieni, lo Xiao Mian, tipici noodles serviti in brodo o asciutti, con un grado di piccantezza da modulare con attenzione. Qui l’Uovo centenario, di anatra, viene fatto fermentare in acqua, sale, carbone e calcio, e vanta un sapore deciso e dall’aspetto (completamente nero) sfidante; il Vulcano tofu, altro retaggio della cucina di Sichuan, viene servito in una scenografica pentola di pietra (l’hot pot) contenente brodo bollente di manzo dalle note piccanti e speziate.
Il rapporto qualità/prezzo è orientato verso l’alto: c’è una degustazione di 6 portate a 30 euro, mentre alla carta non si superano i 35 euro. Carta delle bevande molto ridotta con birre, anche cinesi, poche etichette enoiche, tè e soft drinks. Il locale è raccolto ed elegante nella sua essenzialità, quasi in contrasto con la cucina servita. Il servizio è informale e molto gentile e pronto ad accogliere le richieste del cliente.