Il luogo, di una romantica bellezza crepuscolare, continua a essere di un fascino incomparabile: la strada che costeggia il lago, e infine la bianca villa appena sopra la sponda. Arrivare a Il Sole di Ranco è già una emozione di per sé. Sapere poi che fra queste mura sono state scritte alcune delle pagine più belle della ristorazione italiana degli anni Ottanta e Novanta dell’ormai secolo scorso è ancora più coinvolgente.
Ora, in mano alla nuova generazione della famiglia Brovelli (che possiede Il Sole dal lontano Ottocento), questa curatissima ed elegante insegna naviga sulle acque con piglio sicuro, prediligendo un approccio classico alla cucina, appena vivacizzata da alcuni meditati spunti d’estro che giocano sulle aromaticità e sulle pungenze. Non mancano i piatti di tradizione lacustre (come l’imperdibile e sostanzioso risotto al pesce persico o il lavarello panato, accompagnato da tapenade di gamberi e finger lime). Come non mancano alcune pietanze di ispirazione internazionale (che utilizzano però i prodotti del ricco territorio, come nel caso della ‘francesizzante’ anatra al Vermouth). Come non mancano, infine, proposte più azzardate, come il sanpietro con sedano rapa e kombucha di rape.
Magnifico il pergolato vista lago, ove mangiare nella bella stagione. Bella e assai fornita è la cantina. Servizio gentile e sorridente. Tre i menu degustazione offerti: vegetariano (50 euro), lacustre (50 euro) e dello chef (100 euro). Se ne spendono, invece, intorno ai 90 ordinando alla carta. Disponibili ai piani superiori alcune confortevoli stanze per prolungare la sosta.