La città è Bologna, l’anno è il 1949. Sotto le Due Torri fervono i lavori di ricostruzione postbellici. La domanda di materiali edilizi – cemento, mattoni, tubi – è incessante. Ecco allora l’idea: quella di far nascere un’azienda che possa rispondere a questa richiesta. Il fondatore è Armando Zavadini e il nome scelto è Eternedile. Tra i suoi collaboratori figura Giorgio Nessi, che alla fine degli anni Settanta erediterà le redini dell’impresa.
Più di settanta anni dopo, nel 2023, quella stessa azienda è arrivata a un fatturato di 210 mln. A essere cambiata è la sede direzionale, passata da Bologna a Modena, così come il ‘volto’ dell’impresa, che oggi è quello di Franco, Federico e Caterina Nessi, rispettivamente figlio e nipoti di Giorgio. E, da poco, è cambiato anche il nome stesso dell’impresa, diventato Eternoo: “Siamo in fase di rebranding – racconta Federico Nessi, che ricopre la carica di ad –. Decidere di cambiare nome a un’azienda con 75 anni di storia non è stata una decisione semplice, ma è stato evidente che l’evoluzione della nostra realtà dovesse trovare rappresentazione anche in una nuova immagine”.
A essere rimasta la stessa è l’attività, quella della distribuzione di materiali edili. Non un affar da poco, in questi ultimi anni. “Le difficoltà sono andate scemando – assicura l’amministratore delegato –. Le materie prime si sono stabilizzate, seppur su valori più alti rispetto al 2020, e non ci sono più criticità in termini quantitativi e di tempistiche di approvvigionamento”. Con i suoi materiali, che “provengono principalmente dal mercato domestico” attraverso oltre 400 fornitori selezionati, Eternoo è arrivata a servire più di 50 mila clienti unici negli ultimi 12 mesi.
“Il nostro cliente ‘tipo’ è tendenzialmente l’azienda edile, ma al suo interno le differenze sono tante – specifica Nessi –: può trattarsi dell’artigiano come della grande ditta con centinaia di collaboratori e le specializzazioni possono essere anche molto diverse”. C’è poi “anche una quota di clienti privati, perlopiù nell’ambito degli showroom Aqva Ceramiche”, dove vengono venduti pavimenti, rivestimenti e arredo bagno.
Non solo però: nei quasi 70 punti vendita di Eternoo, i suoi ‘magazzini per l’edilizia’ che arrivano in 11 regioni del Nord e Centro Italia (cui si aggiungono i 23 showrooom Aqva Ceramiche), è dedicato ampio spazio anche alla ferramenta. “Questo mondo ci avvicina a realtà diverse da quelle puramente edili: vendiamo, per esempio, scarpe antinfortunistica o utensileria professionale, quindi prodotti che servono in qualsiasi settore. Mi piace pensare – aggiunge l’ad – che un giorno potremo diventare l’Esselunga dell’edilizia”.
Negli ultimi anni la crescita dell’impresa è stata vertiginosa. I 48,7 mln di ricavi del 2016 hanno sfiorato il raddoppio nel 2020, attestandosi a 92,8 mln, e lo hanno poi superato nel 2022, arrivando a 192,5 mln. Nel triennio 2020-2022 è più che duplicato anche l’Ebitda, passato da 14,5 mln a 34,1 mln (accompagnati da 22,2 mln di utile). Il 2023, oltre che con 210 mln di fatturato, si è chiuso anche con oltre 35 mln di Ebitda.
“È indubbio – commenta l’ad – che i risultati siano parzialmente legati ai bonus, ma abbiamo cercato di puntare soprattutto su clienti fidelizzati, senza correre dietro alla bolla che oggi inesorabilmente è destinata a scoppiare. La crescita è infatti in larga parte dovuta alle oltre 10 acquisizioni che abbiamo realizzato nell’ultimo triennio, a cui si sono aggiunge anche una crescita per linee interne con aperture di nuovi punti vendita a Milano, Genova e Mantova. Il numero dei nostri collaboratori è quasi raddoppiato e questo testimonia quanto gli incrementi abbiano dei fondamentali che vanno oltre la congiuntura”.
Intanto l’anno in corso si è aperto con “un calo generalizzato dei ricavi” che però secondo l’amministratore delegato è “più che compensato dalle acquisizioni. Il biennio 2024-2025 rappresenterà il vero test per noi. Per ora, posso dire che se a dicembre chiudessimo con un +5% potremmo esserne molto soddisfatti”.
Nella strategia di crescita ancora non c’è l’estero, perché in primis, come dice Federico Nessi, “crediamo di dover diventare un’azienda di dimensione nazionale: per ora la priorità è diventare sempre più capillari lungo lo Stivale”. Ciò ha significato, inoltre, l’adozione di un’ottica di customer centricity: “Vogliamo creare una relazione con i nostri clienti. Questi ci scelgono se trovano nella nostra forza vendita delle persone su cui contare, che possono aiutarli nei difficili processi legati a ristrutturazioni e costruzioni”.
Ecco che allora andare ‘oltre’ è diventata una necessità cui Eternoo ha risposto in modo a dir poco creativo con “iniziative che accompagnassero i nostri clienti anche al di fuori del cantiere”. Nel 2022 l’azienda modenese ha lanciato ‘Supermur’, il primo gioco in scatola dedicato all’attività di cantiere e ha fatto partire anche una collaborazione triennale con il Dipartimento di Ingegneria dell’Unimore. Lo scorso anno, invece, è arrivata una collezione di abbigliamento. Pochi giorni fa è stata ‘replicata’ con una una capsule collection dedicata alla bella stagione, la prima che porta il marchio Eternoo.
L’ad Nessi non nasconde che quella del rebranding sia “una sfida ambiziosa”, ma è anche un’occasione “di trasmettere al meglio i nostri valori, sia ai nostri clienti, sia ai nostri collaboratori, attuali e futuri: l’attrazione di giovani talenti è stata infatti uno dei principali driver che ha motivato questa scelta, perché sono le persone il vero fattore critico di successo della nostra azienda. L’entusiasmo che questa operazione ha portato tra i nostri dipendenti è stata poi la più grande soddisfazione che potessimo avere e ci ha confermato di aver preso la giusta decisione”.
Eternoo è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.