Pierino Penati, con la sua famiglia, è una istituzione nella ristorazione della Brianza. Da decenni – infatti – è questa la tavola, elegante e raffinata, delle feste e delle grandi occasioni di questo spicchio di operosa Lombardia, incuneata fra Milano e il Lario.

La cucina (in mano a Theo Penati) parla un linguaggio di serietà e concretezza:
qui si mangiano piatti di valore, eseguiti con la giusta attenzione nella scelta degli ingredienti e nella loro preparazione. Niente fughe in avanti, però: i piatti sono chiaramente leggibili e senza astrusità, centrati sulle definizioni aromatiche e gustative. Carne e pesce si inseguono in carta senza soluzione di continuità, in proposte che variano secondo stagione, come l’immancabile risotto, proposto
alla parmigiana con sugo d’arrosto. O come la cotoletta di vitello (senza osso), ‘rinfrescata’ da un battuto di pomodorini e basilico. Più mediterranei gli spaghetti con pomodoro fresco, olive e capperi (invitanti e profumati) e il merluzzo al vapore con crema di piselli e zucchine saltate (dalle suadenti note di mare e di clorofilla). Ottimi i dolci.

Il servizio è attento e sorridente, e non manca di calore umano. La selezione dei vini è ricca (anche nei prezzi: i ricarichi sono un po’ alti) e spazia dall’Italia alla Francia al resto del mondo con ampiezza e profondità di annate. Conveniente è il menu degustazione, offerto a 95 euro. Si spendono invece all’incirca 120 euro ordinando quattro piatti alla carta.