Verticalizzare e personalizzare: sono queste le due parole chiave su cui Mynet spinge il proprio modello di business. Nata a Mantova come Internet Service Provider nel 1995, l’anno della liberalizzazione del mercato Tlc, dai primi del Duemila è divenuto sempre di più un operatore nazionale che si rivolge a una clientela business. “Siamo partiti da zero, ma oggi in termini di copertura dei servizi siamo diventati una realtà nazionale”, afferma il direttore generale Giovanni Zorzoni, in azienda dal 2001, allora come dipendente.
Mynet ha steso 32 mila chilometri di fibra ottica. Per fare un paragone, il nostro Paese ‘in altezza’ misura 1.200 chilometri. Ed è stata la prima sia in Italia sia Europa a lanciare la fibra a 50 giga di velocità. Di recente ha collegato più di 30 comuni della Val Sabbia (BS), ma anche Bosco Fontana, la tenuta di caccia dei Gonzaga, al cui interno si trova un centro di ricerca per naturalisti e biologi che fornisce dati anche al Cnr.
Le chiavi, lo si è detto, sono due. “Ho sempre creduto nei processi verticalmente integrati – dichiara il dg –. In questa società gestiamo tutto internamente. L’unica eccezione riguarda gli scavi e la realizzazione della rete, che avvengono per il 75% con maestranze esterne. Il restante 25% è gestito da nostri dipendenti, che si occupano anche della parte di manutenzione”. In questo modo, secondo Zorzoni, la verticalizzazione diventa “è un grande fattore di sicurezza, oltreché un trampolino per creare tante competenze in house”.
Tanto che l’azienda mantovana ha, per esempio, una software house interna. Ciò significa che “tutti i sistemi informativi sono gestiti in azienda e implementati da noi”. Una caratteristica che distingue Mynet fin dalla nascita, visto che negli anni Novanta era difficile trovare gestionali e dunque le imprese, spesso, si dovevano ingegnare per implementarli da sé.
L’altra parola d’ordine è la personalizzazione. Il perché è presto detto: “Dobbiamo stare vicini ai clienti: questo passa anche dall’offerta di servizi di connettività customizzati”. Il valore aggiunto che Mynet vuole loro trasmettere sta proprio qui: nel proporre “un pacchetto unico, che comprenda consulenza, realizzazione, manutenzione e caring. Ci concentriamo in maniera maniacale sul prodotto che offriamo alle aziende perché ambiamo ad aiutarli nel miglior modo possibile ad avere un impatto positivo sul territorio”.
Una strategia chiara, che tra 2016 e 2023 si è tradotta in un fatturato che è praticamente quadruplicato, passando da 7,8 mln a 29,5 mln. Tra il 2020 e l’anno scorso, invece, l’Ebitda è più che raddoppiato, salendo da 5,1 mln a 10,8 mln, con un peso percentuale sui ricavi che in media si attesta sopra il 30% negli scorsi quattro esercizi. Nemmeno a dirlo, poi, l’azienda mantovana ha chiuso il 2023 in utile per 3,1 mln, stabile rispetto ai 3 mln del 2022.
Per l’anno in corso le previsioni sono rosee: stando al budget, la società vedrà crescere sia fatturato (a 32,5 mln) sia margine operativo lordo (a 11,8 milioni, con un peso percentuale sui ricavi che così si attesterebbe sopra il 35%) sia risultato netto (a 3,3 mln). È prevista in miglioramento anche la Posizione finanziaria netta, positiva lo scorso anno per 8,9 mln e attesa in discesa a 6,7 mln nel 2024.
Ed entro questo stesso anno Mynet punta anche a incrementare la propria copertura fino all’85% del territorio bresciano, tramite un investimento (già da tempo deliberato) di 10 mln. “Altre risorse sono state riversate su Monza – aggiunge il dg –, dopo l’acquisizione di novembre scorso di Utility Line Italia”. Con quest’operazione, Mynet ha inglobato l’operatore di Seveso (MB) da mezzo milione di fatturato nel 2022 e i suoi 500 clienti business, estendendo anche nella provincia di Monza-Brianza la presenza di tecnici e ingegneri per gestire i propri clienti locali. Non solo però: tramite Utility Line Italia, la società mantovana è entrata nel capitale del Milan Internet Exchange (Mix), la più importante piattaforma di interconnessione per lo scambio di traffico tra operatori in Italia.
Per continuare a crescere Zorzoni tiene le porte aperte a future operazioni: “Credo potremo fare ancora acquisizioni”, afferma. Non chiude nemmeno al Pnrr, dove però avverte come si siano “creati dei ‘recinti esclusivi’”. Mentre a livello territoriale ricorda come Mynet sia “presente in Veneto, dove ci fermiamo alla provincia di Venezia: abbiamo però le potenzialità di espanderci anche in quella di Treviso, che è molto interessante dal punto di vista delle realtà che vi hanno sede”. Ma per fare tutto questo il punto di partenza, ricorda il direttore generale, deve essere sempre uno: “Trovare talenti, persone e team che condividono i nostri valori, facendo ecosistema sia con loro che con i territori”.
Mynet è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.