È in uscita oggi, giovedì 9 novembre, il libro edito da Post Editori “Il sindaco Manager. Lorenzo Bosetti, dalla guida di Marzotto al Comune di Valdagno” che racconta l’esperienza amministrativa dell’ex manager della Marzotto divenuto poi sindaco della città che ha imparato a conoscere e amare, seppur non fosse la sua di origine.
Il libro contiene un’importante introduzione ad opera di Giorgio Gori, che traccia il bilancio della sua esperienza prima da manager di Mediaset e imprenditore con Magnolia, poi da sindaco della città in cui è nato e sempre rimasto, Bergamo. Nell’introduzione Gori condivide una prospettiva sui suoi anni da ‘sindaco manager’, seppure “a Bergamo nessuno mi chiami così, e questa è la prima differenza fra me e Bosetti”. Non mancano però anche i punti di contatto fra i due: entrambi, dal mondo privato, hanno ad un certo punto deciso di mettersi al servizio della collettività, “per amore della città”, perché “solo qualcosa di irrazionale come l’amore può farti scegliere un impegno che è totalizzante e pieno di insidie, senza la minima soddisfazione economica”.
L’aver avuto un’esperienza professionale da manager – o da imprenditori –, e solo poi da primi cittadini, ha un grande vantaggio secondo Gori: insegna a non guardare con sospetto i privati, a non credere che i loro interessi siano per forza divergenti da quelli dell’amministrazione pubblica. In una situazione in cui le risorse a disposizione del Comune sono molto scarse – com’è quella attuale, ovunque –, secondo il sindaco di Bergamo “l’interesse pubblico se la passerebbe male”, se non ci fossero altre fonti a cui attingere. “Le vere energie, quelle che possono fare la differenza, risiedono nella società. Compito del pubblico è suscitarle e indirizzarle verso il bene collettivo”. Insomma, solo grazie alla capacità di far convergere l’interesse pubblico e privato si possono fare cose grandi.
E sono state grandi d’altra parte quelle realizzate da Lorenzo Bosetti, ripercorse nel libro anche grazie alle qualificate testimonianze di chi ben ricorda gli anni in cui fu protagonista energico della vita della comunità. Nel racconto si passa dunque dalla sua esperienza in fabbrica a quella nelle stanze del palazzo comunale, in un periodo di rilancio – agli albori della Seconda Repubblica – di Valdagno, una città che assieme a Schio è storicamente contrassegnata da un fecondo rapporto fra la sua impresa simbolo e la società.
Sullo sfondo di questa peculiare esperienza – e grazie anche allo stesso contributo di Giorgio Gori – si staglia il grande tema del futuro delle molte città-impresa italiane, di come in molti territori la crescita dipenda dalla capacità di costruire sinergie tra economia e società, e di come queste originali figure di ‘sindaci manager’ possono riuscire a coniugare capacità amministrativa, pragmatismo e visione uniche.