La società ravennate attiva nella ristorazione, fallita nel 2022, gestiva in concessionaria punti ristoro in autostrade e ospedali. Gli amministratori sono indagati per aver gonfiato tra il 2015 ed il 2020 i bilanci di esercizio indicando che la merce rimasta in magazzino era fino a 10 volte superiore a quella realmente presente. Dalle indagini è emersa una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale stimabile in oltre 32 mln, tra rimanenze di magazzino per 26 mln e crediti inesistenti per altri 6,5 mln
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