Intesa Sanpaolo supera le previsioni degli analisti e chiude il primo trimestre a 1,96 miliardi di utile netto, in crescita dell’87,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. I proventi operativi netti sono aumentati dell’11,9% a 6,1 miliardi, con interessi netti a 3,3 miliardi (+66,3%) e commissioni nette a 2,1 miliardi (-6,6%). Stabili (+0,5%) i costi operativi a 2,5 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 41,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 13,7%.
I risultati del primo trimestre 2023 confermano “la capacità del gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente”, evidenzia la banca nella nota. Intesa Sanpaolo riduce ulteriormente lo stock di crediti deteriorati a fine marzo 2023, rispetto a fine dicembre 2022, del 2,1% al netto delle rettifiche di valore e aumenta dell’ 1,2% al lordo. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,4% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’Eba, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari all’ 1% al netto delle rettifiche di valore e al 2% al lordo.
Il solido andamento economico e patrimoniale del trimestre si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno Esg del gruppo: in particolare, 1,4 miliardi di euro di dividendi maturati, 1,4 miliardi di euro di imposte generate e aumentate di circa 300 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 900 milioni di euro dell’utile netto.
E per il 2023 la banca alza le stime, prevedendo un utile netto a circa 7 miliardi di euro. Nell’anno in corso Intesa stima “un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (attesi oltre i 13 miliardi) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti”. Intesa conferma il payout cash al 70% dell’utile netto consolidato e la possibile eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno. “Quest’anno potremo distribuire ai nostri azionisti 5,8 miliardi considerati: il dividendo di maggio, la seconda tranche del buy back, e l’acconto dividendo di novembre”, ha dichiarato l’ad Carlo Messina, commentando i risultati del primo trimestre. “Si tratta di risorse importanti, non solo per i nostri azionisti ma per l’economia del Paese – ha aggiunto -. Grazie alla prospettiva di una maggiore redditività, accelereremo ulteriormente i progetti a favore di chi si trova in situazioni di particolare disagio sociale“.
In generale, l’ad sottolinea come “nel secondo anno di esecuzione, l’attuazione del piano di impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo: tutte le principali iniziative industriali sono ben avviate”, mentre aggiunge che “E’ in discussione l’ipotesi di un aumento della tassazione sull’utile delle banche, in considerazione dei ricavi da margini di interesse in crescita, nell’attuale situazione di incremento dei tassi da parte della Bce. Osserveremo con rispetto ogni decisione presa dal governo. Allo stesso tempo – aggiunge – auspichiamo che questi prelievi aggiuntivi, nel caso in cui nuove norme fiscali trovassero applicazione, vengano utilizzati per far fronte alla maggiore emergenza sociale del paese, quella della crescita delle disuguaglianze, adottando misure per chi si trova in maggiore difficoltà”.