Una piccola bomboniera di moderna e intima eleganza, con pochi coperti, proprio nel centro di un delizioso borgo lacustre, a pochi chilometri da Lecco. In cucina Stefano Binda, un passato da Crippa, Niederkofler e Cannavacciuolo; dopo la chiusura del Dacatrà, è partito con questo progetto che lo vede come chef-imprenditore, insieme alla socia Silvia Nessi. La sua proposta gastronomica punta a colpire, con l’obiettivo finale del gusto, ma in modo equilibrato, rassicurante, confortevole, rotondo. Non è una cucina da spigoli o accelerazioni, gioca decisamente di più sull’armonia dei sapori, con piatti ben pensati e decisamente piacevoli al palato, con una attenzione anche a ridurre il più possibile le materie grasse per avere piatti più leggeri possibile.
I giochi di consistenze e la ricerca nell’utilizzo di materie prime provenienti da varie parti del mondo si alternano durante tutto il percorso come nella Capasanta con la lingua salmistrata, salsa verde di pastinaca all’alga nori o nel Tataki di scamone con hummus, cipolline, salsa alla paprika dolce affumicata. Nei primi lo chef si diverte e fa divertire con la tecnica del ripieno liquido, come nei Cappelletti con ripieno liquido di coda brasata, aria di ribes fermentati e melograno, e i Ravioli ripieni all’acqua di vongole con la liquidità del ripieno che pulisce il palato lasciando una bella sensazione di iodio che ben si sposa con un guacamole di broccoletti e il limone candito. Servizio informale ma attento, una carta dei vini abbastanza classica. Menù degustazione a 60,70 e 80 euro, alla carta si spende sui 70 euro.