Un viaggio tra Asia e Sudamerica. È quello che offre Yapa che, in quechua (lingua nativa sudamericana), vuol dire “qualcosa in più”. Ambiente trendy, toni grigi e luci soffuse. Progetto studiato nei dettagli da Matteo Pancetti, toscano con esperienze in Spagna, che si prefigge lo scopo di far conoscere la sua “anima nomade” e infondere “un’etica naturale” con una cucina che fonde tradizioni e tecniche, unendo culture gastronomiche agli antipodi.
Il menù è pensato per la condivisione ed è suddiviso in diverse sezioni (crudi, tacos, noodles, robatayaki, tempura, wok, etc.); la proposta è versatile e spazia tra intriganti sapori ancestrali e la biodiversità degli ingredienti (a quelli sudamericani si alternano le eccellenze italiane) unendo culture gastronomiche agli antipodi. Alla purezza degli ingredienti si alternano generosi condimenti che guidano il commensale tra i sapori del Giappone, della Thailandia, del Perù e del Messico. Il Guacamole è fatto al momento; la Ventresca di tonno è servita con pomodoro siciliano e olive taggiasche; i Tacos con maialino nero, cipolla e jalapeño sono eccellenti, così come altri assaggi dell’ampio menù. Tutto divertente ed eseguito con tecniche collaudate che possono essere meglio apprezzate sedendo alla barra degli Chef. Il servizio, professionale e dinamico, si destreggia con tempistiche rapide, anche con il pienone. Il beverage si focalizza su cocktail d’autore, ben studiati, ma non mancano etichette di vino, tra tutte bollicine e proposte naturali, italiane e internazionali. Il conto va dai 60 ai 120 euro.