Il sistema era attuato attraverso il pagamento di false fatture, poi restituite dalle società cinesi in denaro contante in cambio di una commissione del 9%. Al vertice Salvatore Bordo che, dagli uffici amministrativi della milanese Ailati Scarl’, guidava l’emissione delle fatture e la sostituzione delle società ‘pilotate’ al fallimento (consorzi e società cooperative di lavoro) con nuovi veicoli societari costituiti appositamente. Con lui Jin Weiwei, che avrebbe coordinato le "retrocessioni". Oltre al sequestro di beni per un valore di 290 mln, risultano in custodia cautelare 22 persone
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