L’imprenditore, colui che ha dato vita all’impresa, rappresenta il fulcro attorno al quale ruotano naturalmente le attività di business. Tuttavia, arriva un momento in cui il passaggio generazionale in azienda è un salto nel vuoto obbligato, che spesso causa problematiche, interruzioni dell’attività o addirittura la crisi dell’impresa.
Se gestito in maniera sapiente e lungimirante, però, questo periodo può portare con sé tante opportunità da cogliere. Il rinnovamento dell’attività, se ben organizzato e anticipato da una corretta pianificazione strategica, può portare dei vantaggi e rendere l’azienda, nel medio-lungo periodo, ancor più competitiva sul mercato.
Infatti, il momento del passaggio generazionale è l’occasione migliore per riordinare i ruoli, ridefinire le priorità e le responsabilità e ripensare gli obiettivi dell’impresa coerentemente con i trend di mercato.
C’è un aspetto che spesso viene sottovalutato: la valutazione dell’azienda. Una piccola o media impresa è un insieme composito di asset di valore, dai beni immobili alla competenza e l’esperienza di dipendenti e collaboratori, tutti aspetti più o meno complessi da quantificare.
Dal punto di vista giuridico la normativa civilista e fiscale prevede delle disposizioni di favore per il trasferimento dell’azienda agli eredi, come per esempio l’esenzione fiscale. Per una buona gestione del passaggio generazionale i principali strumenti giuridici per agevolare il passaggio d’impresa tra l’imprenditore e i suoi eredi si possono trovare nelle disposizioni agevolative del TUSD (Testo Unico successioni e donazioni) oppure nelle norme che regolano il Trust o i patti di famiglia.
Il legislatore ha previsto che in presenza di determinate condizioni i trasferimenti di aziende, rami di azienda, quote e azioni sociali a favore dei discendenti e del coniuge non sono soggetti all’imposta sulle successioni e donazioni.
Attraverso questa disposizione è possibile arrivare alla totale esenzione fiscale, ai fini delle imposte indirette dei passaggi generazionali aziendali. Possiamo dire, inoltre, che a fianco di questa disposizione oggi l’imprenditore ha a disposizione una serie di strumenti utili per pianificare al meglio la gestione futura della propria azienda.
Tuttavia, ancora oggi in Italia trasferire l’azienda ai figli sembra essere un problema presente ed attuale. La composizione familiare della maggior parte delle PMI italiane, infatti, non aiuta.
Come anticipato, l’articolo 3 comma 4-ter del TUSD è norma di fondamentale importanza nel passaggio generazionale d’azienda. L’obiettivo è quello di favorire il passaggio generazionale delle aziende di famiglia.
I trasferimenti a favore dei discendenti e del coniuge di aziende o di rami di esse, così come di quote sociali e di azioni, non sono soggetti ad imposizione fiscale indiretta. Questo, a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data di trasferimento, rendendo apposita dichiarazione in tal senso. Nel caso in cui la società che viene trasferita o donata sia comprensiva di beni immobili, anche su questi non saranno dovute le imposte ipotecaria e catastale.
Anche i trasferimenti effettuati mediante l’utilizzo del trust consentono di beneficiare dell’esenzione prevista dalla norma dovendo rispettare una serie di condizioni per godere del regime premiante:
- Il trust deve avere una durata non inferiore a 5 anni a decorrere dalla data di stipula dell’atto che ha comportato la segregazione in trust della partecipazione di controllo o dell’azienda;
- I beneficiari finali devono essere necessariamente discendenti e/o coniuge del disponente;
- Il trustnon deve essere discrezionale o revocabile, ovvero che non può essere modificato dal disponente o dal trustee;
- Il trust deve proseguire l’esercizio dell’attività di impresa o detenere il controllo per un periodo non inferiore a 5 anni dalla data del trasferimento. A tale fine deve essere resa apposita dichiarazione, contestualmente al trasferimento, la volontà di proseguire l’attività di impresa (o detenerne il controllo).
Senza dubbio l’obiettivo di questa agevolazione è fornire la possibilità all’imprenditore e al titolare di una partecipazione societaria di pianificare in anticipo la propria successione aziendale, in modo da individuare il soggetto più adatto a continuare a gestire l’attività. Inoltre, l’evitare le imposte è utile anche per non far frammentare un’azienda o una partecipazione societaria tra gli eredi dopo la morte dell’imprenditore.
Il tema del passaggio generazionale è strettamente legato anche alla vendita dell’azienda a terzi. Infatti molto spesso il fatto che l’azienda dipenda, essenzialmente, dal ruolo manageriale dell’imprenditore riduce sensibilmente il valore e l’appetibilità della stessa. Questo, in molti casi, è un’altro elemento che giustifica la presenza degli imprenditori in azienda anche fino a tarda età. Spesso poi l’imprenditore rimane legato all’azienda per vincoli di natura culturale che lo portano a non preoccuparsi del futuro passaggio generazionale, rimandando questo momento fondamentale quando, invece, un’adeguata pianificazione potrebbe essere ben più vantaggiosa.
Tirando le fila di quanto analizzato sinora possiamo dire, quindi, che si tratta dunque di un problema culturale e non di carico fiscale. Il passaggio generazionale non viene considerato importante e lo si tralascia al futuro. Come visto, per quanto concerne il carico fiscale nei passaggi generazionali aziendali, il nostro ordinamento prevede una misura premiante volta ad incentivare la continuità, comportando di fatto un’esenzione totale da imposte sul trasferimento dell’azienda agli eredi, purché vengano rispettate determinate condizioni.
Esistono poi altri strumenti che possono essere adottati durante la vita dell’imprenditore per agevolare il passaggio generazionale. Un esempio è costituito sicuramente dalla donazione della nuda proprietà delle quote ai figli. Questa soluzione prevede che l’usufrutto delle quote societarie rimanga in capo all’imprenditore, donando la nuda proprietà delle stesse ai figli. Da un punto di vista fiscale, anche questa soluzione, determina dei vantaggi.
In questo caso usciamo dall’applicazione dell’art. 3 del TUSD, tuttavia è comunque possibile sfruttare un’altra agevolazione fiscale. Infatti, in questo caso è possibile ottenere una riduzione della base imponibile fiscale pari al valore dell’usufrutto che rimarrebbe in capo all’imprenditore. L’usufrutto ha un valore tanto più elevato quanto più giovane è l’imprenditore che dona. Alla morte dell’usufruttuario, infatti, il consolidamento della nuda proprietà e dell’usufrutto sugli eredi avviene gratuitamente.
Il nostro ordinamento prevede, inoltre, per i passaggi generazionali di azienda l’istituto del patto di famiglia. Questo strumento presenta vantaggi anche in tema di non applicazione di azioni di riduzione o di collazione di legittima. Tuttavia, nella pratica, questo istituto ha mostrato non poche limitazioni. Questi, infatti, ha il grande problema di vedere la sua efficacia immediata alla sottoscrizione dello stesso, con il conseguente passaggio della titolarità delle quote dall’imprenditore agli eredi immediata. Nel tessuto imprenditoriale italiano è forse questo il motivo per il quale tale strumento non ha avuto grande applicazione pratica nel tempo.
A conclusione di questa analisi possiamo riassumere che, in realtà, le decisioni in merito al passaggio generazionale d’impresa vengano solitamente assunte in base a fattori, tra i quali in primo luogo l’inadeguatezza dei discendenti a governare l’azienda, insieme alla convenienza economica di eventuali offerte di vendita da terzi del tutto diversi rispetto all’esenzione fiscale del trasferimento generazionale.
Cogliere le opportunità e i vantaggi del passaggio generazionale in azienda è necessario, ma non è per niente semplice. Ci vuole grande consapevolezza e voglia di rimettersi in gioco, voglia di modificare le proprie convinzioni e di rischiare.
Quello che possiamo dire è che, sicuramente, il regime agevolato determina una variabile importante nel passaggio generazionale. Questo, infatti, deve essere in futuro uno dei driver in grado di contribuire alla diffusione della cultura della pianificazione in vita del passaggio generazionale con benefici non solo di natura fiscale nel trasferimento azienda/patrimonio, ma soprattutto sotto il profilo della tutela della continuità aziendale, a vantaggio dell’intero sistema economico.
*Luca Padovan è socio fondatore di Wealth Route
Fonti:
- Testo Unico successioni e donazioni
- http://beneggiassociati.com/holding-i-vantaggi-nel-passaggio-generazionale/
- https://fiscomania.com/passaggio-generazionale-azienda/
- https://www.wallstreetitalia.com/voci-della-consulenza/lesempio-delle-grandi-famiglie-per-gestire-al-meglio-i-passaggi-generazionali/
- https://www.enricomantovanelli.it/passaggio-generazionale-perche-pensarci-ora/
- https://www.benedetti-co.it/wp-content/uploads/2017/05/Web-News-Le-7-condizioni-per-un-passaggio-generazionale-di-successo-pdf.pdf
- https://digitami.io/passaggio-generazionale/#:~:text=La%20pianificazione%20anticipata%20del%20passaggio%20generazionale%20aiuta%20ad%20evitare%20sorprese,e%20traguardi%20stabiliti%20da%20tempo
- https://www.sigmaexperience.it/blog/esempio-di-passaggio-generazionale-un-caso-reale
- https://forbes.it/2022/02/03/imprese-familiari-manager-esterni-affrontare-passaggio-generazionale/
- https://www.ilsole24ore.com/art/il-passaggio-generazionale-ostacolo-superabile-la-pianificazione-AERBa91
- https://www.comunicaffe.it/lavazza-origini-milano-finanza-storia/
- https://up-mag.businessup.ch/blog/il-passaggio-generazionale-in-azienda-vantaggi-e-opportunit%C3%A0