Sono arrivate a comandare una stazione spaziale o a guidare il CERN ma ancora faticano a trovare spazi in molti altri ambiti: fra le tante sfide per il riconoscimento della leadership e della rappresentanza femminile nel mondo del lavoro, c’è un nodo in genere completamente ignorato.
La gestione degli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza del lavoro nei luoghi di lavoro è ancora oggi appannaggio degli uomini: un’indagine dell’Organismo paritetico della provincia di Vicenza (OPP) condotta nel 2016 aveva evidenziato che solo il 10% degli Rls – rappresentanti lavoratori per la sicurezza era donna, mentre un’indagine AIFOS del 2019 su un campione di 2500 aziende ha messo in luce che fra gli Rspp la percentuale di donne era del 23%, fra gli addetti al primo soccorso arrivava al 40% e fra i formatori che si occupano di salute e sicurezza non superava il 26%.
Eppure occorre soprattutto superare il pregiudizio che le donne facciano lavori più “leggeri” e meno a rischio rispetto agli uomini. I dati epidemiologici ci confermano invece che ci sono occupazioni in cui i tassi di infortunio (es. con automezzi, scivolamenti) o di malattia (es. particolari malattie muscolo scheletriche) prevalgono tra le donne.
Un tema messo in luce da un’approfondita analisi pubblicata nei giorni scorsi da Vicenza Sicurezza Lavoro, il nuovo portale informativo dedicato agli Rls nato da un progetto attivato su mandato dell’Organismo paritetico provinciale, realtà che vede insieme Confindustria Vicenza, CGIL, CISL, UIL e Apindustria Vicenza.
Anche nella gestione della salute e della sicurezza la diversità di genere ha un valore importante: le donne hanno una diversa struttura fisica, spesso (purtroppo) fanno ancora i conti con un più alto carico di stress dovuto alla conciliazione lavoro-famiglia, ma – anche non è possibile generalizzare – solitamente hanno un atteggiamento diverso, più prudente, rispetto ai rischi.
Tener conto di queste (e altre differenze), nella valutazione dei rischi e nella definizione degli interventi, significa migliorare l’efficacia delle azioni di prevenzione.
Un’indicazione già prevista da tempo dalla normativa – l’aspetto delle differenze di genere nel contesto lavorativo è ricordato tra le finalità specificate dal D.Lgs. 81/08 che ribadisce la necessità di garantire l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori – ma che nella quasi totalità dei casi rimane solo “sulla carta.
Ecco che una maggiore presenza delle donne fra gli Rls e fra gli Rspp contribuirebbe a superare questo limite. Si tratta di un nodo prima di tutto culturale: spazi di riflessione e confronto come il nuovo portale informativo si rivelano così preziosi per mettere a fuoco temi come questo e far evolvere l’approccio alla sicurezza del lavoro, che, nella visione di Niuko, non è un obbligo da assolvere, ma una sfida che chiama in causa e mobilita tutte le risorse aziendali…
Per maggiori approfondimenti: https://www.vicenzasicurezzalavoro.it/gestire-la-diversita-di-genere-nellattivita-di-prevenzione/