Il direttore di Confindustria Dolomiti scrive ai ragazzi “incarcerati per decreto” e abbandonati da tutti, in primis dalle scuole e dalle università che agiscono con logiche autoreferenziali come quelle che vietano i tirocini in presenza o l’allungamento dell’anno scolastico. Un richiamo alle responsabilità di chi oggi è classe dirigente e non comprende la drammatica situazione esistenziale delle nuove generazioni
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